Navigazione rapida
  1. Pagina iniziale
  2. Aprire il menu
  3. Contenuto della pagina
  4. Servizio clienti
  5. Ricerca
  6. Piè di pagina

Chiesa a Lugano

: 151 Iscrizioni
 Chiuso fino a lunedì alle 09:30
Municipio di Lamone

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 1 valutazione

Municipio di Lamone

Via al Casello 3, 6814 Lamone
IL COMUNE

Lamone è di origine molto antica ed è diviso in tre parti distinte: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. È situato ai piedi del colle di San Zeno, le cui falde formano a meridione un anfiteatro naturale. Da alcuni anni esiste un "Sentiero naturalistico": questa via, che in parte utilizza una vecchissima mulattiera caduta in disuso, si congiunge in prossimità della cima con un sentiero che sale da Origlio, e lungo il percorso si trovano cartelli indicatori che informano sulla particolare vegetazione del luogo. La parte nuova del paese è invece situata sulla pianura che si estende a meridione della chiesa. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria, e in questa frazione passa la strada principale. Profilo storico “Lamone con l’Ostarietta, il principale villaggio, sebbene per la natura della situazione non sia capoluogo del circolo di Vezia (distretto di Lugano). La via postale rade i lembi della campagna di Lamone; ma il paese trovasi collocato a qualche distanza, alla falda di un monte che, riparandolo da’ freddi venti, gli permette di produr vini di buona riputazione. Il suo smembramento dalla parrocchia di Lugano rimonta agli anni 1580-90. Sul monte ha l’eremitaggio di San Zenone con prospetto sul val d’Agno e su quel di Lugano...” Così Stefano Franscini parla di Lamone nella sua opera “La Svizzera Italiana” edita nel 1840. Per poter meglio illustrarare il nostro comune si è attinto a quella ricchissima fonte che è la monografia storica su Lamone, scritta dal Canonico Giovanni Sarinelli (1885-1967). Le origini Lamone, nei documenti antichi (prima dell’anno 1000) è chiamato Namonne. Nel 1300 è detto Lemonno o Lemonne e in qualche caso Lamonno. Già verso il 1400 si parla però di Lemone e di Alamone, denominazioni che si avvicinano maggiormente al nome attuale di Lamone. Non è facile risolvere etimologicamente l’origine e il significato del nome di Lamone. Sarinelli afferma che probabilmente esso deriva da un antico personaggio proveniente da un villaggio italiano che ha il medesimo nome del nostro (Lamon in provincia di Belluno). Se invece consideriamo il termine più antico con II quale è definito il villaggio e cioè “Namonne, lo stesso ci può portare a riflettere sul vocabolo Iatino “nemus” che significa “bosco ricco di pascolo”. Non è da escludere infatti che il territorio dove sorse il paese di Lamone in origine fosse un luogo dedito in modo preponderante alla pastorizia. Quali fatti siano accaduti e come il villaggio si sia sviluppato, non è facile da accertare. Sappiamo poco o nulla del Ticino nell’epoca delle invasioni barbariche e dell’influsso che esse lasciarono nella popolazione. Esistono tracce archeologiche dei Longobardi nel secolo VII. Essi negli anni 568-572 conquistarono la pianura Padana e successivamente si spinsero nelle valli alpine dove, verso il 590 si scontrarono con i Franchi a Ponte Tresa. Alcuni signori longobardi possedevano beni nel Sottoceneri: tra questi possiamo annoverare un certo Totone da Campione, i cui possedimenti erano molto estesi, da comprendere anche tutte le terre di Lamone. Alla sua morte lasciò tutti i suoi beni (quindi anche le terre lamonesì) al Monastero di Sant’Ambrogio di Milano. Con questa donazione, il monastero del capoluogo lombardo divenne una delle signorie feudali dì più antica data del Sottoceneri di cui si trovarono le maggiori tracce. La giurisdizione del monastero durò fino al 1300. La vita comunitaria antica Le diverse famiglie che si trovavano a vivere l’una accanto all’altra, nella medesima terra, creavano una comunità in cui il godimento dei beni era libero a tutti senza essere proprietari. Infatti non c’era la proprietà privata che escludeva la compartecipazione di altre famiglie. La legna del bosco, la pietra per la casa erano da godersi in comune, cosi pure dicasi per i pascoli per il bestiame, mentre le terre da coltivare, di solito, venivano estratte a sorte; durante una pubblica riunione. Questa forma di autogestione era detta “vicinìa”. Essa aveva i suoi ordinamenti, tra cui citiamo, la nomina del “decano” o “console” (corrispondente all’attuale sindaco), la discussione e I’approvazione di statuti e ordinamenti per la conduzione della comunità, ecc... Le assemblee, dette “vicinanze”, potevano essere di tipo ordinario o straordinario e generalmente si tenevano nella piazza centrale del villaggio o sul sagrato della chiesa. Attività della comunità Lamone era un paese prevalentemente agricolo poiché la gente traeva sostentamento dalla coltivazione della terra e dall’allevamento del bestiame. II numero di quest’ultimo doveva essere molto grande in quanto sappiamo che nel 1392 Lamone era proprietario di due alpi sul Camoghè sopra Isone: questa proprietà venne tenuta fino al 1500 circa. Un altro fatto che denota la massiccia presenza di bestiame sono gli ordinamenti e i decreti comunali per regolare l’uso dei pascoli. Oltre alle già citate attività agricole e d’allevamento, bisogna segnalare l’industria della bachicoltura, molto fiorente a Lamone tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, protrattasi poi per quasi un secolo. Venivano pure coltivati la canapa e il lino, le cui fibre, dopo essere state opportunamente lavorate, erano trasformate in filo da tessere su telai a mano, per ricavarne dei tessuti. Chi non ricorda le famose tele di lino dei nostri nonni? A titolo di curiosità, segnaliamo il ritrovamento qualche anno fa, durante uno scavo nel nucleo storico, di una grossa pietra lavorata, appartenente ad un torchio a leva o piemontese (strumento molto usato tra il 1500 e il 1800 per la lavorazione dell’uva ed in modo particolare per la preparazione dell’olio di noci). L’agricoltura non era però l’unica attività dei lamonesi. Nel seicento sul nostro territorio erano infatti funzionanti alcune fornaci per la cottura della terracotta. Con l’incremento demografico e la perdita degli alpeggi, parecchi abitanti dovettero cambiare mestiere, diventando muratori, pittori, falegnami, fabbri. Queste attività non sempre davano la garanzia di lavoro in paese e di conseguenza, non restava che una soluzione: l’emigrazione. Il nucleo abitativo Lamone è diviso in tre parti distinti: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. Percorrendo queste vie e osservando attentamente case, muri, porte, inferiate, cancelli, possiamo notare come alcune costruzioni siano state realizzate senza materiali nobili, ma con tanta passione. Molto spesso i realizzatori di queste opere erano persone di umili condizioni che per poter vivere erano costretti ad emigrare. Lontano da casa imparavano il mestiere e poi quando ritornavano dimostravano ciò che avevano imparato, costruendo o abbellendo le loro abitazioni. Il nucleo vecchio, complessivamente ben conservato e protetto da norme speciali volute dal Consiglio comunale una decina di anni fa, rappresenta una testimonianza inconfondibile della civiltà contadina. La parte nuova del paese, situata sulla pianura che si estende a sud del nucleo, è andata via via sviluppandosi a partire dagli anni sessanta, con la costruzione di nuove casette e numerosi palazzi. All’arrivo di nuova popolazione, ha fatto riscontro l’insediamento di molte attività eaconomiche nel settore industriale e terziario. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Infatti vediamo che Schinz nella sua opera “Descrizione della Svizzera Italiana nel settecento” afferma che a Ostarietta esisteva“... una casa isolata con accanto un mulino e una segheria “..., essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria. Vie di comunicazione II nucleo abitativo non era né è mai stato attraversato da strade di transito: ciò non ha però impedito al comune di svilupparsi sempre più. La strada principale, chiamata Regina prima e Cantonale poi, passa ancor oggi nella frazione di Ostarietta. Essa fu ampliata in due tappe: dapprima la tratta Lugano-Ostarietta, realizzata tra il 1806 e il 1808, poi il tracciato Ostarietta-Cadenazzo, realizzato tra il 1808 e il 1811. Questa via era (fino all’apertura dell’autostrada) l’arteria principale di comunicazione tra Lugano e il Monte Ceneri. Nel 1896 su questa strada fu introdotto un servizio passeggeri che collegava i paesi limitrofi con la città di Lugano mediante una diligenza. Nel 1934 la diligenza fu sostituita da un servizio automobilistico (tre corse giornaliere). Inoltre con la costruzione della ferrovia del Gottardo (1882) e dopo una serie di lunghe vicissitudini durate oltre 30 anni, le autorità comunali di Lamone, congiuntamente a quelle di Cadempino, riuscivano ad ottenere un ulteriore servizio per la comunità: la stazione ferroviaria. La chiesa Dedicata a Sant’Andrea, si trova a sud del nucleo storico. L’aspetto attuale è il risultato delle frequenti trasformazioni in parte avvenute nel 1612 e in parte nel 1800. Altri rinnovamenti furono eseguiti nel 1920, mentre negli anni 1976-77 fu restaurato l’interno. Il campanile, posto a sud della chiesa, risale all’epoca romanica (1100): ne sono testimoni le nicchie cieche definite da due o tre archi. Nel 1820 venne ampliato verso nord e rialzato. La facciata della chiesa è neoclassica; eseguita nel 1894 dall’architetto A.Ghezzi, ha come entrata un portico con pilastri d’ordine toscano. L’interno comprende una navata a tre campate, il coro e due cappelle laterali. Le pareti della navata sono sostenute da pilastri d’ordine toscano reggenti un cornicione neoclassico. L’altare maggiore è in stucco, con colonne sovrastate da capitelli di ordine composito; esso è arricchito da una pala del 1600 raffigurante Gesù che invita i due fratelli Andrea e Pietro a seguirlo e da una mensa in marmo di Arzo della metà del secolo XVIII. Nelle cappelle laterali, notevoli sono gli stucchi di Gabriele Cattori di Lamone (artista che decorò l’altare maggiore). In quella di sinistra, dedicata a San Sebastiano, vi è una pala raffigurante il Santo in compagnia della Vergine e di San Rocco. Nella cappella di destra, dedicata alla Madonna del Rosario, l’altare è sovrastato da una nicchia decorata da stucchi e contenente una statua databile verso la fine del 1600. Notevoli sono le tele dei dodici apostoli esposte alle pareti, attribuite al Caresana di Cureglia e realizzate attorno al 1700. Il pavimento, in mosaico veneziano, fu eseguito nel 1858.

PremiumIscrizione Premium
MunicipioScuola pubblicaPolizia
Via al Casello 3, 6814 Lamone
MunicipioScuola pubblicaPolizia
IL COMUNE

Lamone è di origine molto antica ed è diviso in tre parti distinte: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. È situato ai piedi del colle di San Zeno, le cui falde formano a meridione un anfiteatro naturale. Da alcuni anni esiste un "Sentiero naturalistico": questa via, che in parte utilizza una vecchissima mulattiera caduta in disuso, si congiunge in prossimità della cima con un sentiero che sale da Origlio, e lungo il percorso si trovano cartelli indicatori che informano sulla particolare vegetazione del luogo. La parte nuova del paese è invece situata sulla pianura che si estende a meridione della chiesa. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria, e in questa frazione passa la strada principale. Profilo storico “Lamone con l’Ostarietta, il principale villaggio, sebbene per la natura della situazione non sia capoluogo del circolo di Vezia (distretto di Lugano). La via postale rade i lembi della campagna di Lamone; ma il paese trovasi collocato a qualche distanza, alla falda di un monte che, riparandolo da’ freddi venti, gli permette di produr vini di buona riputazione. Il suo smembramento dalla parrocchia di Lugano rimonta agli anni 1580-90. Sul monte ha l’eremitaggio di San Zenone con prospetto sul val d’Agno e su quel di Lugano...” Così Stefano Franscini parla di Lamone nella sua opera “La Svizzera Italiana” edita nel 1840. Per poter meglio illustrarare il nostro comune si è attinto a quella ricchissima fonte che è la monografia storica su Lamone, scritta dal Canonico Giovanni Sarinelli (1885-1967). Le origini Lamone, nei documenti antichi (prima dell’anno 1000) è chiamato Namonne. Nel 1300 è detto Lemonno o Lemonne e in qualche caso Lamonno. Già verso il 1400 si parla però di Lemone e di Alamone, denominazioni che si avvicinano maggiormente al nome attuale di Lamone. Non è facile risolvere etimologicamente l’origine e il significato del nome di Lamone. Sarinelli afferma che probabilmente esso deriva da un antico personaggio proveniente da un villaggio italiano che ha il medesimo nome del nostro (Lamon in provincia di Belluno). Se invece consideriamo il termine più antico con II quale è definito il villaggio e cioè “Namonne, lo stesso ci può portare a riflettere sul vocabolo Iatino “nemus” che significa “bosco ricco di pascolo”. Non è da escludere infatti che il territorio dove sorse il paese di Lamone in origine fosse un luogo dedito in modo preponderante alla pastorizia. Quali fatti siano accaduti e come il villaggio si sia sviluppato, non è facile da accertare. Sappiamo poco o nulla del Ticino nell’epoca delle invasioni barbariche e dell’influsso che esse lasciarono nella popolazione. Esistono tracce archeologiche dei Longobardi nel secolo VII. Essi negli anni 568-572 conquistarono la pianura Padana e successivamente si spinsero nelle valli alpine dove, verso il 590 si scontrarono con i Franchi a Ponte Tresa. Alcuni signori longobardi possedevano beni nel Sottoceneri: tra questi possiamo annoverare un certo Totone da Campione, i cui possedimenti erano molto estesi, da comprendere anche tutte le terre di Lamone. Alla sua morte lasciò tutti i suoi beni (quindi anche le terre lamonesì) al Monastero di Sant’Ambrogio di Milano. Con questa donazione, il monastero del capoluogo lombardo divenne una delle signorie feudali dì più antica data del Sottoceneri di cui si trovarono le maggiori tracce. La giurisdizione del monastero durò fino al 1300. La vita comunitaria antica Le diverse famiglie che si trovavano a vivere l’una accanto all’altra, nella medesima terra, creavano una comunità in cui il godimento dei beni era libero a tutti senza essere proprietari. Infatti non c’era la proprietà privata che escludeva la compartecipazione di altre famiglie. La legna del bosco, la pietra per la casa erano da godersi in comune, cosi pure dicasi per i pascoli per il bestiame, mentre le terre da coltivare, di solito, venivano estratte a sorte; durante una pubblica riunione. Questa forma di autogestione era detta “vicinìa”. Essa aveva i suoi ordinamenti, tra cui citiamo, la nomina del “decano” o “console” (corrispondente all’attuale sindaco), la discussione e I’approvazione di statuti e ordinamenti per la conduzione della comunità, ecc... Le assemblee, dette “vicinanze”, potevano essere di tipo ordinario o straordinario e generalmente si tenevano nella piazza centrale del villaggio o sul sagrato della chiesa. Attività della comunità Lamone era un paese prevalentemente agricolo poiché la gente traeva sostentamento dalla coltivazione della terra e dall’allevamento del bestiame. II numero di quest’ultimo doveva essere molto grande in quanto sappiamo che nel 1392 Lamone era proprietario di due alpi sul Camoghè sopra Isone: questa proprietà venne tenuta fino al 1500 circa. Un altro fatto che denota la massiccia presenza di bestiame sono gli ordinamenti e i decreti comunali per regolare l’uso dei pascoli. Oltre alle già citate attività agricole e d’allevamento, bisogna segnalare l’industria della bachicoltura, molto fiorente a Lamone tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, protrattasi poi per quasi un secolo. Venivano pure coltivati la canapa e il lino, le cui fibre, dopo essere state opportunamente lavorate, erano trasformate in filo da tessere su telai a mano, per ricavarne dei tessuti. Chi non ricorda le famose tele di lino dei nostri nonni? A titolo di curiosità, segnaliamo il ritrovamento qualche anno fa, durante uno scavo nel nucleo storico, di una grossa pietra lavorata, appartenente ad un torchio a leva o piemontese (strumento molto usato tra il 1500 e il 1800 per la lavorazione dell’uva ed in modo particolare per la preparazione dell’olio di noci). L’agricoltura non era però l’unica attività dei lamonesi. Nel seicento sul nostro territorio erano infatti funzionanti alcune fornaci per la cottura della terracotta. Con l’incremento demografico e la perdita degli alpeggi, parecchi abitanti dovettero cambiare mestiere, diventando muratori, pittori, falegnami, fabbri. Queste attività non sempre davano la garanzia di lavoro in paese e di conseguenza, non restava che una soluzione: l’emigrazione. Il nucleo abitativo Lamone è diviso in tre parti distinti: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. Percorrendo queste vie e osservando attentamente case, muri, porte, inferiate, cancelli, possiamo notare come alcune costruzioni siano state realizzate senza materiali nobili, ma con tanta passione. Molto spesso i realizzatori di queste opere erano persone di umili condizioni che per poter vivere erano costretti ad emigrare. Lontano da casa imparavano il mestiere e poi quando ritornavano dimostravano ciò che avevano imparato, costruendo o abbellendo le loro abitazioni. Il nucleo vecchio, complessivamente ben conservato e protetto da norme speciali volute dal Consiglio comunale una decina di anni fa, rappresenta una testimonianza inconfondibile della civiltà contadina. La parte nuova del paese, situata sulla pianura che si estende a sud del nucleo, è andata via via sviluppandosi a partire dagli anni sessanta, con la costruzione di nuove casette e numerosi palazzi. All’arrivo di nuova popolazione, ha fatto riscontro l’insediamento di molte attività eaconomiche nel settore industriale e terziario. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Infatti vediamo che Schinz nella sua opera “Descrizione della Svizzera Italiana nel settecento” afferma che a Ostarietta esisteva“... una casa isolata con accanto un mulino e una segheria “..., essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria. Vie di comunicazione II nucleo abitativo non era né è mai stato attraversato da strade di transito: ciò non ha però impedito al comune di svilupparsi sempre più. La strada principale, chiamata Regina prima e Cantonale poi, passa ancor oggi nella frazione di Ostarietta. Essa fu ampliata in due tappe: dapprima la tratta Lugano-Ostarietta, realizzata tra il 1806 e il 1808, poi il tracciato Ostarietta-Cadenazzo, realizzato tra il 1808 e il 1811. Questa via era (fino all’apertura dell’autostrada) l’arteria principale di comunicazione tra Lugano e il Monte Ceneri. Nel 1896 su questa strada fu introdotto un servizio passeggeri che collegava i paesi limitrofi con la città di Lugano mediante una diligenza. Nel 1934 la diligenza fu sostituita da un servizio automobilistico (tre corse giornaliere). Inoltre con la costruzione della ferrovia del Gottardo (1882) e dopo una serie di lunghe vicissitudini durate oltre 30 anni, le autorità comunali di Lamone, congiuntamente a quelle di Cadempino, riuscivano ad ottenere un ulteriore servizio per la comunità: la stazione ferroviaria. La chiesa Dedicata a Sant’Andrea, si trova a sud del nucleo storico. L’aspetto attuale è il risultato delle frequenti trasformazioni in parte avvenute nel 1612 e in parte nel 1800. Altri rinnovamenti furono eseguiti nel 1920, mentre negli anni 1976-77 fu restaurato l’interno. Il campanile, posto a sud della chiesa, risale all’epoca romanica (1100): ne sono testimoni le nicchie cieche definite da due o tre archi. Nel 1820 venne ampliato verso nord e rialzato. La facciata della chiesa è neoclassica; eseguita nel 1894 dall’architetto A.Ghezzi, ha come entrata un portico con pilastri d’ordine toscano. L’interno comprende una navata a tre campate, il coro e due cappelle laterali. Le pareti della navata sono sostenute da pilastri d’ordine toscano reggenti un cornicione neoclassico. L’altare maggiore è in stucco, con colonne sovrastate da capitelli di ordine composito; esso è arricchito da una pala del 1600 raffigurante Gesù che invita i due fratelli Andrea e Pietro a seguirlo e da una mensa in marmo di Arzo della metà del secolo XVIII. Nelle cappelle laterali, notevoli sono gli stucchi di Gabriele Cattori di Lamone (artista che decorò l’altare maggiore). In quella di sinistra, dedicata a San Sebastiano, vi è una pala raffigurante il Santo in compagnia della Vergine e di San Rocco. Nella cappella di destra, dedicata alla Madonna del Rosario, l’altare è sovrastato da una nicchia decorata da stucchi e contenente una statua databile verso la fine del 1600. Notevoli sono le tele dei dodici apostoli esposte alle pareti, attribuite al Caresana di Cureglia e realizzate attorno al 1700. Il pavimento, in mosaico veneziano, fu eseguito nel 1858.

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 1 valutazione

 Chiuso fino a lunedì alle 09:30
Caritas Ticino

Caritas Ticino

Via Ponte Laveggio 11, 6853 Ligornetto

Caritas Ticino è una Associazione ispirata ai principi della dottrina sociale della Chiesa cattolica , con il mandato di affrontare il tema della povertà nelle sue forme storiche, con gli strumenti che di volta in volta ritiene più opportuni ad affrontarlo. Suo obiettivo fondamentale è la promozione di una società solidale , in cui i singoli, le famiglie, le comunità, possano essere gli attori di questo processo. Tale obiettivo si è articolato, in risposta ai bisogni emergenti, manifestandosi in concreti servizi, progetti e informazioni . Caritas Ticino, nata nel 1942 con una caratteristica di autonomia e di appartenenza diocesana, è cresciuta nel corso di questi 70 anni, sviluppando strategie proprie in relazione al territorio, ai cambiamenti strutturali della società, ma soprattutto alla visione dettata dalla filosofia statutaria che implica un'adesione al Magistero ecclesiale, la sua attualizzazione nell' esercizio della pastorale della Carità adeguata alle esigenze della diocesi e nel servizio evangelico agli "Ultimi", in obbedienza alle indicazioni del Vescovo. (vedi: Un po' di Storia) In queste pagine, oltre a capire cosa è Caritas Ticino, presentiamo le attività e i servizi con i quali Caritas Ticino risponde, oggi, alle nuove povertà, sempre fedele al suo mandato e consapevole che "l'uomo è più grande del suo bisogno " come ci ricordava dieci anni fa il Vescovo Eugenio in occasione del cinquantesimo di Caritas Ticino. " Qualunque dovesse essere la natura e il settore dei suoi interventi in campo sociale, la Caritas è chiamata, con urgenza sempre più grande, ad esprimere nella società due valori specifici del cristianesimo, la cui rilevanza sociale non è misurabile con criteri puramente razionali. Il primo è la gratuità verso l'uomo in difficoltà, poiché è stata gratuita anche la redenzione offertaci da Cristo. Il secondo è quello dell'eccedenza, poiché eccedente è l'amore di Cristo verso di noi. La carità non ha come misura il bisogno dell'altro, ma la ricchezza dell'amore di Dio . È infatti limitante guardare all'uomo e valutarlo a partire dal suo bisogno, poiché l'uomo è di più del suo bisogno" . (vedi: Eugenio Corecco in "Diocesi di Lugano e Carità: dalla storia uno sguardo al futuro" pag. 206) In particolare (dagli statuti art. 3) Caritas Ticino si impegna: 1. Informare e sensibilizzare l'opinione pubblica presentando, con ogni mezzo di comunicazione sociale, i fondamenti evangelici della diaconia, della carità e della dimensione sociale della fede. 2. Realizzare, in collaborazione con enti e organizzazioni diversi, studi, ricerche sulle diverse forme di povertà, di emarginazione e di bisogno. 3. Istituire e gestire un servizio sociale polivalente per assicurare, in collaborazione con gli Enti Assistenziali pubblici e privati e particolarmente con gli enti cattolici, l'assistenza morale e materiale ai bisogni del Ticino ed anche altrove, senza distinzione alcuna, in ogni forma richiesta dalla necessità e limitatamente alle proprie disponibilità. 4. Collaborare al coordinamento delle iniziative e delle opere assistenziali di ispirazione cristiana soggetta alla responsabilità della diocesi. 5. Promuovere il volontariato sociale, la formazione professionale, morale e spirituale degli operatori sociali e di ispirazione cristiana impegnati nei servizi sociali e nella pastorale. 6. Contribuire in forme diverse ad azioni, iniziative e progetti in favore delle popolazioni povere dei Paesi in via di sviluppo. 7. Creare e gestire ogni tipo di attività e strutture che facilitino la realizzazione degli obiettivi di Caritas Ticino.

PremiumIscrizione Premium
AssociazioneRottami smaltimento e riciclaggio
Via Ponte Laveggio 11, 6853 Ligornetto
AssociazioneRottami smaltimento e riciclaggio

Caritas Ticino è una Associazione ispirata ai principi della dottrina sociale della Chiesa cattolica , con il mandato di affrontare il tema della povertà nelle sue forme storiche, con gli strumenti che di volta in volta ritiene più opportuni ad affrontarlo. Suo obiettivo fondamentale è la promozione di una società solidale , in cui i singoli, le famiglie, le comunità, possano essere gli attori di questo processo. Tale obiettivo si è articolato, in risposta ai bisogni emergenti, manifestandosi in concreti servizi, progetti e informazioni . Caritas Ticino, nata nel 1942 con una caratteristica di autonomia e di appartenenza diocesana, è cresciuta nel corso di questi 70 anni, sviluppando strategie proprie in relazione al territorio, ai cambiamenti strutturali della società, ma soprattutto alla visione dettata dalla filosofia statutaria che implica un'adesione al Magistero ecclesiale, la sua attualizzazione nell' esercizio della pastorale della Carità adeguata alle esigenze della diocesi e nel servizio evangelico agli "Ultimi", in obbedienza alle indicazioni del Vescovo. (vedi: Un po' di Storia) In queste pagine, oltre a capire cosa è Caritas Ticino, presentiamo le attività e i servizi con i quali Caritas Ticino risponde, oggi, alle nuove povertà, sempre fedele al suo mandato e consapevole che "l'uomo è più grande del suo bisogno " come ci ricordava dieci anni fa il Vescovo Eugenio in occasione del cinquantesimo di Caritas Ticino. " Qualunque dovesse essere la natura e il settore dei suoi interventi in campo sociale, la Caritas è chiamata, con urgenza sempre più grande, ad esprimere nella società due valori specifici del cristianesimo, la cui rilevanza sociale non è misurabile con criteri puramente razionali. Il primo è la gratuità verso l'uomo in difficoltà, poiché è stata gratuita anche la redenzione offertaci da Cristo. Il secondo è quello dell'eccedenza, poiché eccedente è l'amore di Cristo verso di noi. La carità non ha come misura il bisogno dell'altro, ma la ricchezza dell'amore di Dio . È infatti limitante guardare all'uomo e valutarlo a partire dal suo bisogno, poiché l'uomo è di più del suo bisogno" . (vedi: Eugenio Corecco in "Diocesi di Lugano e Carità: dalla storia uno sguardo al futuro" pag. 206) In particolare (dagli statuti art. 3) Caritas Ticino si impegna: 1. Informare e sensibilizzare l'opinione pubblica presentando, con ogni mezzo di comunicazione sociale, i fondamenti evangelici della diaconia, della carità e della dimensione sociale della fede. 2. Realizzare, in collaborazione con enti e organizzazioni diversi, studi, ricerche sulle diverse forme di povertà, di emarginazione e di bisogno. 3. Istituire e gestire un servizio sociale polivalente per assicurare, in collaborazione con gli Enti Assistenziali pubblici e privati e particolarmente con gli enti cattolici, l'assistenza morale e materiale ai bisogni del Ticino ed anche altrove, senza distinzione alcuna, in ogni forma richiesta dalla necessità e limitatamente alle proprie disponibilità. 4. Collaborare al coordinamento delle iniziative e delle opere assistenziali di ispirazione cristiana soggetta alla responsabilità della diocesi. 5. Promuovere il volontariato sociale, la formazione professionale, morale e spirituale degli operatori sociali e di ispirazione cristiana impegnati nei servizi sociali e nella pastorale. 6. Contribuire in forme diverse ad azioni, iniziative e progetti in favore delle popolazioni povere dei Paesi in via di sviluppo. 7. Creare e gestire ogni tipo di attività e strutture che facilitino la realizzazione degli obiettivi di Caritas Ticino.

 Aperto fino a 18:00
Collegio Papio

Valutazione 4.3 di 5 stelle su 4 valutazioni

Collegio Papio

Via delle Cappelle 1, 6612 Ascona

Il Collegio Papio è stato fondato nel 1584 da san Carlo Borromeo, grazie ad un lascito di Bartolomeo Papio ed ha avuto in seguito una storia abbastanza movimentata. Le origini dell’attuale impostazioni possiamo invece farle risalire agli anni 20 del secolo scorso, quando i padri benedettini di Einsiedeln riuscirono a ottenere l’organizzazione dell’Esame federale di maturità a locarno Oggi il Collegio Papio di Ascona offre una Scuola Media parificata e un Liceo (preparazione all’Esame svizzero di maturità). Le offerte educative, formative, culturali, sportive e ricreative odierne sono molteplici: • Maturtià bilingue italiano/inglese • Preparazione per gli esami passerella maturità professionale – scuole universitarie • Curricoli di formazione individualizzati per sportivi d’élite ed artisti • Inglese precoce: corso facoltativo di inglese già a partire dal primo anno di Scuola Media • Studio assistito ogni giorno, durante l’orario giornaliero e a fine giornata («dopo scuola») • Tutoring: gruppi ristretti di studenti liceali possono contare su un docente di riferimento • Ottenimento di certificati linguistici internazionalmente riconosciuti (francese, tedesco e inglese) • Gite e soggiorni di studio, culturali, ricreative e sportive pianificate per ogni anno di studio • Programma per soggiorni di scambi linguistici tra studenti • Introduzione allo studio: lezioni specifiche per comprendere le metodologie di studio • Consiglio di cooperazione: ora di classe settimanale nella Scuola Media • Aggiornamento costante del corpo insegnante • Internato maschile e femminile gestito da un o staff di educatori qualificati (lu-ve / lu –do) • Servizio mensa gestito da due cuochi diplomati • Laboratori scientifici • Laboratori tecnici • Aule informatiche • Biblioteca privata • Centro sportivo privato (palestra, piscina e campi da gioco) • Attività extra scolastiche: gruppo di teatro, coro, gruppo musicale (band), scherma, rugby • Applicazione di un regolamento di comportamento nato dalla volontà degli studenti • Implementazione progressiva di nuove tecnologie (lavagne interattive, piattaforme di comunicazione docenti/allievi e scuola/famiglia) La lunga esperienza nel campo educativo e formativo permette alla direzione del Collegio Papio di poter dare garanzie di successo. I risultati ottenuti dagli studenti, in particolar modo per quanto attiene l’ottenimento della maturità, conferma la validità del metodo applicato e del corpo insegnante. Oltre al Collegio dei docenti che si riunisce più volte durante l’anno scolastico, vengono definiti dalla Direzione ogni anno i Docenti di classe ed i Tutors. Tutti i docenti fanno parte dei rispettivi gruppi di materia per la supervisione e condivisione dei contenuti didattici delle varie discipline scolastiche. La Direzione del Collegio Papio è composta da un Ufficio di direzione (rettore, vice rettori e direttore amministrativo) e da un Consiglio di direzione (Ufficio di direzione, 3 docenti di Scuola Media e 3 di Liceo). Il Comitato Studenti del Collegio Papio è attivo, propositivo e collabora con la Direzione per la gestione di attività di vario genere (lezioni private, incontri informativi,…) La Fondazione Collegio Papio ha creato alcune commissioni interne per ottimizzare il proprio mandato . Esiste un Comitato di fondazione, una «Commissione finanze», una «Commissione pedagogica» e una «Commissione borse di studio». In particolare quest’ultima gestisce delle risorse economiche generosamente messe a disposizione da enti esterni, affinché la frequentazione del Collegio Papio non sia preclusa a nessuno per questioni economiche. L’amministrazione del Collegio non si limita naturalmente alle questioni educative e formative. L’aspetto gestionale delle strutture viene portato avanti parallelamente. A partire dal 2011 sono in corso importanti progetti di ampliamento dell’immobile (nuovo edificio per cucine, mensa e centrale termica) e di modernizzazione degli impianti (impianto geotermico e fotovoltaico). La vita del Collegio Papio, grazie anche alla presenza sul proprio sedime della rinomata Chiesa di S.Maria della Misericordia, è particolarmente animata durante tutto l’anno, ospitando importanti concerti, seminari e serate pubbliche. Non mancano certamente le numerose cerimonie religiose (matrimoni e battesimi) per approfittare del magnifico chiostro e del prezioso giardino urbano medievale che offrono una particolare cornice a questi eventi. Ad aggiungersi a ciò, grazie alla professionalità dello staff di cucina, il Collegio Papio è in grado di fornire un servizio catering curato e di qualità. Viene offerta ospitalità e logistica all’annuale manifestazione JazzAscona e all’organizzazione di corsi estivi di lingue École Suisse de Langues (ESL), oltre che a varie società sportive e alle scuole comunali presso il centro sportivo. www.collegiopapio.ch

PremiumIscrizione Premium
CollegiScuola privata
Via delle Cappelle 1, 6612 Ascona
CollegiScuola privata

Il Collegio Papio è stato fondato nel 1584 da san Carlo Borromeo, grazie ad un lascito di Bartolomeo Papio ed ha avuto in seguito una storia abbastanza movimentata. Le origini dell’attuale impostazioni possiamo invece farle risalire agli anni 20 del secolo scorso, quando i padri benedettini di Einsiedeln riuscirono a ottenere l’organizzazione dell’Esame federale di maturità a locarno Oggi il Collegio Papio di Ascona offre una Scuola Media parificata e un Liceo (preparazione all’Esame svizzero di maturità). Le offerte educative, formative, culturali, sportive e ricreative odierne sono molteplici: • Maturtià bilingue italiano/inglese • Preparazione per gli esami passerella maturità professionale – scuole universitarie • Curricoli di formazione individualizzati per sportivi d’élite ed artisti • Inglese precoce: corso facoltativo di inglese già a partire dal primo anno di Scuola Media • Studio assistito ogni giorno, durante l’orario giornaliero e a fine giornata («dopo scuola») • Tutoring: gruppi ristretti di studenti liceali possono contare su un docente di riferimento • Ottenimento di certificati linguistici internazionalmente riconosciuti (francese, tedesco e inglese) • Gite e soggiorni di studio, culturali, ricreative e sportive pianificate per ogni anno di studio • Programma per soggiorni di scambi linguistici tra studenti • Introduzione allo studio: lezioni specifiche per comprendere le metodologie di studio • Consiglio di cooperazione: ora di classe settimanale nella Scuola Media • Aggiornamento costante del corpo insegnante • Internato maschile e femminile gestito da un o staff di educatori qualificati (lu-ve / lu –do) • Servizio mensa gestito da due cuochi diplomati • Laboratori scientifici • Laboratori tecnici • Aule informatiche • Biblioteca privata • Centro sportivo privato (palestra, piscina e campi da gioco) • Attività extra scolastiche: gruppo di teatro, coro, gruppo musicale (band), scherma, rugby • Applicazione di un regolamento di comportamento nato dalla volontà degli studenti • Implementazione progressiva di nuove tecnologie (lavagne interattive, piattaforme di comunicazione docenti/allievi e scuola/famiglia) La lunga esperienza nel campo educativo e formativo permette alla direzione del Collegio Papio di poter dare garanzie di successo. I risultati ottenuti dagli studenti, in particolar modo per quanto attiene l’ottenimento della maturità, conferma la validità del metodo applicato e del corpo insegnante. Oltre al Collegio dei docenti che si riunisce più volte durante l’anno scolastico, vengono definiti dalla Direzione ogni anno i Docenti di classe ed i Tutors. Tutti i docenti fanno parte dei rispettivi gruppi di materia per la supervisione e condivisione dei contenuti didattici delle varie discipline scolastiche. La Direzione del Collegio Papio è composta da un Ufficio di direzione (rettore, vice rettori e direttore amministrativo) e da un Consiglio di direzione (Ufficio di direzione, 3 docenti di Scuola Media e 3 di Liceo). Il Comitato Studenti del Collegio Papio è attivo, propositivo e collabora con la Direzione per la gestione di attività di vario genere (lezioni private, incontri informativi,…) La Fondazione Collegio Papio ha creato alcune commissioni interne per ottimizzare il proprio mandato . Esiste un Comitato di fondazione, una «Commissione finanze», una «Commissione pedagogica» e una «Commissione borse di studio». In particolare quest’ultima gestisce delle risorse economiche generosamente messe a disposizione da enti esterni, affinché la frequentazione del Collegio Papio non sia preclusa a nessuno per questioni economiche. L’amministrazione del Collegio non si limita naturalmente alle questioni educative e formative. L’aspetto gestionale delle strutture viene portato avanti parallelamente. A partire dal 2011 sono in corso importanti progetti di ampliamento dell’immobile (nuovo edificio per cucine, mensa e centrale termica) e di modernizzazione degli impianti (impianto geotermico e fotovoltaico). La vita del Collegio Papio, grazie anche alla presenza sul proprio sedime della rinomata Chiesa di S.Maria della Misericordia, è particolarmente animata durante tutto l’anno, ospitando importanti concerti, seminari e serate pubbliche. Non mancano certamente le numerose cerimonie religiose (matrimoni e battesimi) per approfittare del magnifico chiostro e del prezioso giardino urbano medievale che offrono una particolare cornice a questi eventi. Ad aggiungersi a ciò, grazie alla professionalità dello staff di cucina, il Collegio Papio è in grado di fornire un servizio catering curato e di qualità. Viene offerta ospitalità e logistica all’annuale manifestazione JazzAscona e all’organizzazione di corsi estivi di lingue École Suisse de Langues (ESL), oltre che a varie società sportive e alle scuole comunali presso il centro sportivo. www.collegiopapio.ch

Valutazione 4.3 di 5 stelle su 4 valutazioni

 Aperto fino a 18:00
 Aperto fino a 17:30
Pamo Ponteggi SA

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 6 valutazioni

Pamo Ponteggi SA

6500 BellinzonaCasella postale, 6501 Bellinzona
PAMO PONTEGGI SA

Benvenuti La PAMO PONTEGGI SA ha un’antica tradizione nel settore dei ponteggi, opera sin dal 1986 con sede legale a Bellinzona. Ed è grazie alla sua ventennale esperienza unita all’impiego di personale specializzato, che riesce a far fronte a qualsiasi richiesta, anche quella più esigente per ponteggi particolari, tanto da farne il suo punto di forza. È una ditta specializzata unicamente nel montaggio, smontaggio e noleggio di ponteggi di ogni genere ed è membro della «SISP Società degli imprenditori Svizzeri dei Ponteggi». Occupa regolarmente una quindicina di collaboratori qualificati, distribuiti fra montaggio, supporto tecnico ed amministrazione. Utilizziamo materiale professionale e di elevata qualità con una capacità di circa 300’000 m² di ponteggi di facciata, ponteggi speciali per il risanamento di ponti, costruzioni industriali, passerelle, manifestazioni, ecc., tetti provvisori o d’emergenza, scale a torre, ponteggi mobili, ponteggi sospesi, reti di sicurezza contro la caduta, ponteggi di protezione di ogni genere, piattaforme di lavoro, montacarichi manuali ed elettrici, ecc. La PAMO PONTEGGI SA opera nei seguenti settori: case uni e pluri familiari, stabili abitativi e industriali, capannoni, lavori istituzionali, chiese, ponti, autostrade, ecc. Tipologia di ponteggi Qui di seguito vengono descritte le varie tipologie di ponteggi che realizziamo, per ulteriori dettagli cliccare sulle corrispettive voci dell’elenco. • Ponteggi di facciata • Ponteggi per copritetto e lattoniere • Ponteggio di protezione per tetti piani a falde • Ponteggi per soffitto • Piatteforme di lavoro • Scale a torre • Ponteggi mobili • Passerelle • Tetti parapioggia • Tetti provvisori • Modine • Montacarichi • Reti di sicurezza • Ponteggi speciali SERVIZI La PAMO PONTEGGI SA è in grado di offrirvi i seguenti servizi: Sopraluoghi e preventivi (senza alcun impegno). Trasporto e scarico materiale in cantiere (anche con elicottero). Montaggio – smontaggio (per qualsiasi tipologia di ponteggi, anche i più complicati e particolari). INFORMAZIONI TECNICHE La PAMO PONTEGGI SA è provvista di molteplici attrezzature per soddisfare tutte le richieste della clientela anche quella più esigente. • Opera con ponteggio in alluminio e in acciaio di diverse tipologie: • Ponteggio a «telaio prefabbricato» larghezza: 60 cm, 90 cm. • Ponteggio «multidirezionale». • Ponteggio speciale. ULTERIORI INFORMAZIONI • Norme per la misurazione e sicurezza (download). • «strumenti di pianificazione», sito della SUVA. • «lista di controllo ufficiale» sito del SUVA. • «metodo di misurazione ponteggi» sito del SISP . • «norme di sicurezza in ambito dei ponteggi» sito SUVA. Per ulteriori informazioni vedi anche la pagina dei Links.

PremiumIscrizione Premium
PonteggiNoleggio
6500 BellinzonaCasella postale, 6501 Bellinzona
PonteggiNoleggio
PAMO PONTEGGI SA

Benvenuti La PAMO PONTEGGI SA ha un’antica tradizione nel settore dei ponteggi, opera sin dal 1986 con sede legale a Bellinzona. Ed è grazie alla sua ventennale esperienza unita all’impiego di personale specializzato, che riesce a far fronte a qualsiasi richiesta, anche quella più esigente per ponteggi particolari, tanto da farne il suo punto di forza. È una ditta specializzata unicamente nel montaggio, smontaggio e noleggio di ponteggi di ogni genere ed è membro della «SISP Società degli imprenditori Svizzeri dei Ponteggi». Occupa regolarmente una quindicina di collaboratori qualificati, distribuiti fra montaggio, supporto tecnico ed amministrazione. Utilizziamo materiale professionale e di elevata qualità con una capacità di circa 300’000 m² di ponteggi di facciata, ponteggi speciali per il risanamento di ponti, costruzioni industriali, passerelle, manifestazioni, ecc., tetti provvisori o d’emergenza, scale a torre, ponteggi mobili, ponteggi sospesi, reti di sicurezza contro la caduta, ponteggi di protezione di ogni genere, piattaforme di lavoro, montacarichi manuali ed elettrici, ecc. La PAMO PONTEGGI SA opera nei seguenti settori: case uni e pluri familiari, stabili abitativi e industriali, capannoni, lavori istituzionali, chiese, ponti, autostrade, ecc. Tipologia di ponteggi Qui di seguito vengono descritte le varie tipologie di ponteggi che realizziamo, per ulteriori dettagli cliccare sulle corrispettive voci dell’elenco. • Ponteggi di facciata • Ponteggi per copritetto e lattoniere • Ponteggio di protezione per tetti piani a falde • Ponteggi per soffitto • Piatteforme di lavoro • Scale a torre • Ponteggi mobili • Passerelle • Tetti parapioggia • Tetti provvisori • Modine • Montacarichi • Reti di sicurezza • Ponteggi speciali SERVIZI La PAMO PONTEGGI SA è in grado di offrirvi i seguenti servizi: Sopraluoghi e preventivi (senza alcun impegno). Trasporto e scarico materiale in cantiere (anche con elicottero). Montaggio – smontaggio (per qualsiasi tipologia di ponteggi, anche i più complicati e particolari). INFORMAZIONI TECNICHE La PAMO PONTEGGI SA è provvista di molteplici attrezzature per soddisfare tutte le richieste della clientela anche quella più esigente. • Opera con ponteggio in alluminio e in acciaio di diverse tipologie: • Ponteggio a «telaio prefabbricato» larghezza: 60 cm, 90 cm. • Ponteggio «multidirezionale». • Ponteggio speciale. ULTERIORI INFORMAZIONI • Norme per la misurazione e sicurezza (download). • «strumenti di pianificazione», sito della SUVA. • «lista di controllo ufficiale» sito del SUVA. • «metodo di misurazione ponteggi» sito del SISP . • «norme di sicurezza in ambito dei ponteggi» sito SUVA. Per ulteriori informazioni vedi anche la pagina dei Links.

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 6 valutazioni

 Aperto fino a 17:30
 Aperto fino a 17:00
Antidoto SA

Antidoto SA

Via alla Chiesa 1, 6883 Novazzano
Antidoto SA e Rystotech: Eccellenza nella Progettazione di Cucine Professionali

Vendita di Forni Elettrici per il Food Delivery Antidoto SA si posiziona come leader indiscusso nella vendita di forni elettrici per pizzerie di asporto, offrendo soluzioni tecnologicamente avanzate che garantiscono la perfetta cottura della pizza. La nostra gamma di forni elettrici è progettata per soddisfare le esigenze di efficienza e qualità del servizio di food delivery. Progettazione di Cucine Professionali per Ristoranti e Pizzerie Sotto il marchio Rystotech, Antidoto SA eccelle nella progettazione di cucine professionali per ristoranti e pizzerie. I nostri progetti si concentrano sull'ottimizzazione degli spazi e sull'implementazione di soluzioni intelligenti per migliorare l'efficienza operativa e ridurre i tempi di preparazione. Innovazione nella Progettazione di Ristoranti Rystotech si distingue per la sua capacità di creare design innovativi, trasformando i ristoranti in spazi funzionali ed esteticamente accattivanti. La nostra expertise copre ogni aspetto della progettazione di ristoranti, garantendo soluzioni su misura che rispondono alle specifiche esigenze dei nostri clienti. Soluzioni su Misura per la Progettazione di Pizzerie La progettazione di pizzerie richiede un approccio specializzato, che Rystotech sa offrire grazie alla profonda conoscenza del settore. Dall'arredamento alla disposizione ottimale delle attrezzature, progettiamo pizzerie che non solo sono belle da vedere, ma anche incredibilmente funzionali, per un servizio rapido e di qualità. Visitate il nostro sito web https://www.rystotech.com/ per scoprire come le nostre soluzioni di progettazione e i nostri forni elettrici possono rivoluzionare il vostro ristorante o pizzeria. Con Antidoto SA e Rystotech, avrete un partner affidabile e innovativo al vostro fianco.

PremiumIscrizione Premium
Design industriale, design del prodottoFood DeliveryForniture per AlbergoArchitettura d'interniConsegne a domicilioTake Away
Via alla Chiesa 1, 6883 Novazzano
Design industriale, design del prodottoFood DeliveryForniture per AlbergoArchitettura d'interniConsegne a domicilioTake Away
Antidoto SA e Rystotech: Eccellenza nella Progettazione di Cucine Professionali

Vendita di Forni Elettrici per il Food Delivery Antidoto SA si posiziona come leader indiscusso nella vendita di forni elettrici per pizzerie di asporto, offrendo soluzioni tecnologicamente avanzate che garantiscono la perfetta cottura della pizza. La nostra gamma di forni elettrici è progettata per soddisfare le esigenze di efficienza e qualità del servizio di food delivery. Progettazione di Cucine Professionali per Ristoranti e Pizzerie Sotto il marchio Rystotech, Antidoto SA eccelle nella progettazione di cucine professionali per ristoranti e pizzerie. I nostri progetti si concentrano sull'ottimizzazione degli spazi e sull'implementazione di soluzioni intelligenti per migliorare l'efficienza operativa e ridurre i tempi di preparazione. Innovazione nella Progettazione di Ristoranti Rystotech si distingue per la sua capacità di creare design innovativi, trasformando i ristoranti in spazi funzionali ed esteticamente accattivanti. La nostra expertise copre ogni aspetto della progettazione di ristoranti, garantendo soluzioni su misura che rispondono alle specifiche esigenze dei nostri clienti. Soluzioni su Misura per la Progettazione di Pizzerie La progettazione di pizzerie richiede un approccio specializzato, che Rystotech sa offrire grazie alla profonda conoscenza del settore. Dall'arredamento alla disposizione ottimale delle attrezzature, progettiamo pizzerie che non solo sono belle da vedere, ma anche incredibilmente funzionali, per un servizio rapido e di qualità. Visitate il nostro sito web https://www.rystotech.com/ per scoprire come le nostre soluzioni di progettazione e i nostri forni elettrici possono rivoluzionare il vostro ristorante o pizzeria. Con Antidoto SA e Rystotech, avrete un partner affidabile e innovativo al vostro fianco.

 Aperto fino a 17:00
 Aperto fino a 17:30
ARMANDO DADÒ EDITORE Tipografia Stazione SA

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 3 valutazioni

ARMANDO DADÒ EDITORE Tipografia Stazione SA

Via Giovan Antonio Orelli 29, 6600 Locarno

Nella sua attività la casa editrice di Armando Dadò ha pubblicato più di mille libri. Il catalogo, che è andato componendosi dal 1961 ad oggi, comprende opere riguardanti i più diversi settori: dalla letteratura all'arte, dalla storia alla politica, dal costume all'etnografia, dall'attualità alle scienze naturali. Molti dei volumi pubblicati, in particolare negli scorsi anni, sono legati alla realtà regionale, indagata nei suoi vari aspetti; una realtà che la casa locarnese ha cercato e cerca di promuovere non solo all'interno dei confini regionali e cantonali ma anche al loro esterno, facendo conoscere oltre Gottardo e in Italia le specificità delle nostre terre. Per ritrovare le origini dell'azienda bisogna riandare all'estate del 1961, quando un gruppo di amici decide di riunire forze e fondi necessari per dar vita a Locarno a una nuova tipografia. Ufficialmente essa nasce il 22 luglio di quell'anno, giorno di costituzione di una società anonima che dichiara un capitale sociale di 150 mila franchi e che annovera nel suo Consiglio d'amministrazione anche Plinio Martini, scrittore valmaggese che qualche anno più tardi animerà la scena letteraria della Svizzera italiana. Prudente l'esordio: nei primi anni l'attività è essenzialmente quella di una piccola tipografia che impiega meno di una mezza dozzina di collaboratori. L'azienda è insediata in un paio di locali del vecchio Palazzo Pax di Muralto, proprio di fronte alla Stazione FFS (è in virtù di questa vicinanza che le si darà il nome di Tipografia Stazione). I primi lavori sono stampati commerciali, composti al piombo e impressi secondo i metodi di una tradizione che oggi è ormai tramontata. Al titolare però la sola attività di stampatore non basta: scopre la passione per i libri. Armando Dadò arriva all'editoria per il tramite di una conoscenza che si trasformerà in seguito in fertile amicizia: quella con il poeta e incisore Giovanni Bianconi, che gli propone di pubblicare un suo libro di etnografia regionale. La gratificazione provata nel 1965 all'uscita di Artigianati scomparsi conforta il giovane tipografo valmaggese nelle sue speranze e lo persuade a imboccare una strada certo difficile, irta di insidie e difficoltà, ma fatta anche di vive soddisfazioni, di contatti umani e di intime comunanze. Di fondamentale importanza sarà l'incontro con Piero Bianconi, fratello di Giovanni: i suoi Occhi sul Ticino e Ticino com'era sono opere che – al di là del successo di vendite quasi insperato – confermeranno Dadò nei suoi intendimenti culturali. Attività culturale, impegno civile Nel corso degli anni Settanta gli indirizzi della casa editrice si precisano, tanto che alcuni temi specifici segnano buona parte della produzione libraria di quegli anni. C'è soprattutto la partecipazione al dibattito civile di quel periodo, quando i ticinesi si accorgono delle «ferite» inferte alle loro terre da quasi trent'anni di sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali, di urbanizzazione selvaggia, di svendita del territorio. È nelle opere di Piero Bianconi, e di altri autori, che appare evidente la necessità di ricuperare e difendere un patrimonio di civiltà contadina messo in pericolo (se non già largamente compromesso) da deleterie dinamiche economiche e sociali innescatesi in Ticino a partire dal secondo dopoguerra. L'interesse per la storia, le vicende e gli aspetti del passato è confermato dal successo editoriale di diverse altre opere che appaiono in quegli anni: basti citare la Storia del Cantone Ticino di Giulio Rossi ed Eligio Pometta e le sue ventimila copie vendute. In quel periodo la casa locarnese ha ormai fissato solide radici. Parallelamente, il settore tipografico conosce una vera e propria rivoluzione tecnologica che porta alla soppressione del piombo per far posto a nuove tecniche di fotoriproduzione e, soprattutto, all'avvento dell'informatica. L'attività editoriale può così rafforzarsi e le pubblicazioni iniziano a ordinarsi in un programma coerente con gli indirizzi della casa. È così che al principio degli anni Ottanta vengono avviate le collane de «Il Castagno» e de «L'Officina» : nella prima trovano posto testimonianze di autori del passato, mentre la seconda è riservata a studi condotti secondo i più moderni criteri di ricerca. In particolare ne «Il Castagno» Dadò inizia sin da subito a proporre opere di autori come Karl Viktor von Bonstetten, Hans Rudolf Schinz e Otto Weiss, la cui traduzione e pubblicazione darà un contributo fondamentale alla storiografia cantonale. Gli orizzonti si ampliano A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta cresce l'impegno nel campo delle traduzioni e ciò apre nuove interessanti prospettive alla casa editrice locarnese: pur continuando nell'opera di valorizzazione del patrimonio culturale della Svizzera italiana, Dadò rivolge l'attenzione anche alla storia e alle letterature nazionali. Lo spettro quindi si allarga, tanto che a temi di interesse regionale si sovrappongono opere di portata più ampia, che riescono a guadagnarsi l'attenzione anche della stampa e del pubblico italiano. Gli anni Novanta sono stati segnati da una serie di iniziative che hanno profilato ancor maggiormente gli indirizzi culturali di Dadò: tra queste si può senz'altro citare la collaborazione con la Pro Grigioni Italiano che ha portato alla nascita dell'omonima collana, la pubblicazione dei tre volumi dell' Introduzione al paesaggio naturale e dei nove dell' Atlante dell'edilizia rurale - in co-edizione con il Museo cantonale di storia naturale, rispettivamente con la Scuola tecnica superiore del Cantone Ticino - che risultano fra le opere più importanti apparse in Ticino in questi ultimi anni. Nel corso del decennio hanno visto la luce diverse nuove collane. Quella de «I Classici» , diretta da Carlo Carena, vanta già in catalogo una decina di capolavori della nostra civiltà: citiamo il Libro di Giobbe , il Trattato sulla tolleranza di Voltaire, il Lamento della Pace di Erasmo da Rotterdam, la Storia della Colonna Infame del Manzoni, nonché la nuova traduzione de I Vangeli , curata da un gruppo di insigni specialisti italiani, edizione che ha suscitato vasta e positiva eco anche nel mondo culturale italiano. Attenzione e interesse suscita pure la collana «Alea» , nella quale sono confluite raccolte di poeti di indiscusso valore come Piero Bigongiari, Jacques Dupin, Neuro Bonifazi, Fabio Muggiasca, Dubravko Pusek, Gilberto Isella, Ismail Kadaré e Giovanni Bonalumi. In particolare le raccolte di questi ultimi due autori hanno ottenuto significativi riconoscimenti dalla critica italiana: Kadaré con l'opera Le spiagge d'inverno , che ha vinto il Premio Regione Brianza nel 1996; Bonalumi con La traversata del Gottardo , una serie di traduzioni poetiche dal francese e dal tedesco che è pure stata insignita del Premio Città di Monselice; un riconoscimento che, per quanto riguarda la traduzione, è il più prestigioso dell'intera area italiana. Ma l'accresciuto impegno editoriale si è concretizzato in diverse altre iniziative: è il caso della collana «Il Cardellino» – dove si ospitano opere letterarie di autori svizzeri e stranieri scelti secondo i criteri della varietà e dell'originalità – e quella de «I Sottili» che raccoglie testi in minore per quanto riguarda la forma editoriale ma di acuto e penetrante spessore intellettuale. Nel 1998, in occasione del 150° anniversario della costituzione dello Stato federale, è poi stata inaugurata la collana intitolata «I Cristalli - Helvetia nobilis» , destinata ad opere di narrativa e di saggistica, mai tradotte finora o non più disponibili, di scrittori in prevalenza svizzeri di lingua tedesca, francese e romancia. Ai lettori italofoni sono stati finora proposti o sono in fase di preparazione capolavori come La Svizzera. Storia di un popolo felice di Denis de Rougemont e Il Santo di Conrad Ferdinand Meyer, Il dolore dei contadini di Corinna Bille, Adamo ed Eva di Charles-Ferdinand Ramuz, Dal Diario berlinese di Max Frisch e testi di molti altri scrittori di grande spessore letterario come Walser, Chappaz, Muschg, Tocqueville, Gotthelf, Jung, Dürrenmatt, Zweig, Mme de Staël e altri. Con La Svizzera tra origini e progresso di Peter von Matt, la collana ha raggiunto il traguardo dei cinquanta titoli pubblicati, e da allora l’attività prosegue con rinnovato vigore. L'intendimento è che questi testi contribuiscano a una riflessione sull'identità elvetica e sul lungo cammino che ha portato al formarsi dello Stato attuale. Tra le ultime nate due collane che stanno portando grandi soddisfazioni all’editore. Una è «La Rondine» , che raccoglie i migliori frutti della narrativa svizzero-italiana dell'Otto e Novecento, avviata nel 2000 con una nuova edizione del Signore dei poveri morti di Felice Filippini poi proseguita con l'uscita di Lungo la strada , originale raccolta di prose di Anna Gnesa, del Requiem per zia Domenica di Plinio Martini e da La cava della sabbia di Pio Ortelli come pure le nuove edizioni di Albero genealogico di Piero Bianconi e La voce del padre di Ugo Canonica, e l’inedito di Remo Beretta I giorni e la morte . La seconda nasce nel 2008 con La baronessa delle isole , di Daniela Calastri-Winzenried. È «La Betulla» che, sull'esempio di questa pianta pioniera, dà la possibilità a scrittori non ancora affermati di proporsi al pubblico dei lettori. Recentissimo è il varo della collana «Le Sfide della Svizzera» , curata dal politologo Oscar Mazzoleni, che vuole riflettere sulla realtà elvetica partendo da contributi di specialisti del settore. Non solo libri La diversificazione dell'attività editoriale ha portato Dadò ad entrare anche nel mondo della stampa periodica. Lo ha fatto dando il via alla pubblicazione di due periodici regionali: La Rivista del Locarnese e valli nel 1994 e Il Mendrisiotto nel 1999, che con gli anni si sono ampiamente affermate nel tessuto sociale locale, acquisendo una loro identità e autorevolezza. Sulla scia del successo delle due riviste, gli ultimi anni hanno visto nascere due nuove pubblicazioni, La Turrita , destinata ai lettori del Bellinzonese e del piano di Magadino, e Il Ceresio , periodico del Luganese. Presente e futuro Nel ristretto mercato dell'editoria ticinese la produzione libraria della casa editrice Dadò è da considerarsi per molti versi eccezionale: oggi sono quasi una trentina i volumi che escono ogni anno con il suo marchio. Un marchio che è garanzia di qualità, sia per il livello culturale delle pubblicazioni, sia per quel che riguarda l'eccellenza grafica del prodotto. Non è un caso che alcune delle opere pubblicate a Locarno sono state insignite del «Premio Lago Maggiore» e che altre hanno vinto il concorso indetto dalla giuria de «I più bei libri svizzeri dell'anno», patrocinato dal Dipartimento federale dell'interno. Ma altri riconoscimenti hanno gratificato l'attività di Dadò: nel 1991, in occasione del 700° della Confederazione, l'editore locarnese si è visto assegnare la stampa e la pubblicazione del Dizionario delle letterature svizzere ; e ancor maggior prestigio ha portato alla casa l'edizione italiana del Dizionario Storico della Svizzera , monumentale opera di ricerca che è partita nel 2002 e si è conclusa nel 2014 con il tredicesimo volume. Un'operazione, questa, che ha sottoposto la casa editrice a un impegno non indifferente, tanto nella preparazione e nella stampa dei volumi, quanto nella promozione e diffusione. Ormai superato il mezzo secolo di vita, la casa editrice locarnese si ritrova in un momento che, se paragonato alla vita di un uomo, corrisponde alla maturità. Momento in cui l'esperienza e l'ormai piena coscienza della propria identità inducono a profondere le migliori energie. Un obiettivo e una sfida. È quanto si proporrà di fare la casa editrice nei prossimi anni: continuando ad offrire ai lettori delle opere di valore e qualità, cogliendo le voci più importanti della narrativa e della saggistica della Svizzera italiana, proponendo in traduzione quelle altrettanto significative delle altre culture nazionali, promuovendo infine le nostre specificità culturali anche di là dei limiti regionali, in Italia e in Europa. Servizi offerti Da oltre 50 anni la Tipografia Stazione SA è attiva nel Locarnese. Grazie ai macchinari più moderni e al personale formato e competente siamo in grado di soddisfare anche le esigenze più particolari dei nostri clienti. Fra i servizi più richiesti: • Prospetti e depliant • Riviste • Fascicoli e libri • Buste e carta da lettere • Biglietti da visita • Bloc notes Se hai un’idea ma non sai come realizzarla, i nostri grafici sono a disposizione per dar forma alla tua creatività!

PremiumIscrizione Premium
EditoriGiornali e rivisteTipografiaStampa digitale
Via Giovan Antonio Orelli 29, 6600 Locarno
EditoriGiornali e rivisteTipografiaStampa digitale

Nella sua attività la casa editrice di Armando Dadò ha pubblicato più di mille libri. Il catalogo, che è andato componendosi dal 1961 ad oggi, comprende opere riguardanti i più diversi settori: dalla letteratura all'arte, dalla storia alla politica, dal costume all'etnografia, dall'attualità alle scienze naturali. Molti dei volumi pubblicati, in particolare negli scorsi anni, sono legati alla realtà regionale, indagata nei suoi vari aspetti; una realtà che la casa locarnese ha cercato e cerca di promuovere non solo all'interno dei confini regionali e cantonali ma anche al loro esterno, facendo conoscere oltre Gottardo e in Italia le specificità delle nostre terre. Per ritrovare le origini dell'azienda bisogna riandare all'estate del 1961, quando un gruppo di amici decide di riunire forze e fondi necessari per dar vita a Locarno a una nuova tipografia. Ufficialmente essa nasce il 22 luglio di quell'anno, giorno di costituzione di una società anonima che dichiara un capitale sociale di 150 mila franchi e che annovera nel suo Consiglio d'amministrazione anche Plinio Martini, scrittore valmaggese che qualche anno più tardi animerà la scena letteraria della Svizzera italiana. Prudente l'esordio: nei primi anni l'attività è essenzialmente quella di una piccola tipografia che impiega meno di una mezza dozzina di collaboratori. L'azienda è insediata in un paio di locali del vecchio Palazzo Pax di Muralto, proprio di fronte alla Stazione FFS (è in virtù di questa vicinanza che le si darà il nome di Tipografia Stazione). I primi lavori sono stampati commerciali, composti al piombo e impressi secondo i metodi di una tradizione che oggi è ormai tramontata. Al titolare però la sola attività di stampatore non basta: scopre la passione per i libri. Armando Dadò arriva all'editoria per il tramite di una conoscenza che si trasformerà in seguito in fertile amicizia: quella con il poeta e incisore Giovanni Bianconi, che gli propone di pubblicare un suo libro di etnografia regionale. La gratificazione provata nel 1965 all'uscita di Artigianati scomparsi conforta il giovane tipografo valmaggese nelle sue speranze e lo persuade a imboccare una strada certo difficile, irta di insidie e difficoltà, ma fatta anche di vive soddisfazioni, di contatti umani e di intime comunanze. Di fondamentale importanza sarà l'incontro con Piero Bianconi, fratello di Giovanni: i suoi Occhi sul Ticino e Ticino com'era sono opere che – al di là del successo di vendite quasi insperato – confermeranno Dadò nei suoi intendimenti culturali. Attività culturale, impegno civile Nel corso degli anni Settanta gli indirizzi della casa editrice si precisano, tanto che alcuni temi specifici segnano buona parte della produzione libraria di quegli anni. C'è soprattutto la partecipazione al dibattito civile di quel periodo, quando i ticinesi si accorgono delle «ferite» inferte alle loro terre da quasi trent'anni di sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali, di urbanizzazione selvaggia, di svendita del territorio. È nelle opere di Piero Bianconi, e di altri autori, che appare evidente la necessità di ricuperare e difendere un patrimonio di civiltà contadina messo in pericolo (se non già largamente compromesso) da deleterie dinamiche economiche e sociali innescatesi in Ticino a partire dal secondo dopoguerra. L'interesse per la storia, le vicende e gli aspetti del passato è confermato dal successo editoriale di diverse altre opere che appaiono in quegli anni: basti citare la Storia del Cantone Ticino di Giulio Rossi ed Eligio Pometta e le sue ventimila copie vendute. In quel periodo la casa locarnese ha ormai fissato solide radici. Parallelamente, il settore tipografico conosce una vera e propria rivoluzione tecnologica che porta alla soppressione del piombo per far posto a nuove tecniche di fotoriproduzione e, soprattutto, all'avvento dell'informatica. L'attività editoriale può così rafforzarsi e le pubblicazioni iniziano a ordinarsi in un programma coerente con gli indirizzi della casa. È così che al principio degli anni Ottanta vengono avviate le collane de «Il Castagno» e de «L'Officina» : nella prima trovano posto testimonianze di autori del passato, mentre la seconda è riservata a studi condotti secondo i più moderni criteri di ricerca. In particolare ne «Il Castagno» Dadò inizia sin da subito a proporre opere di autori come Karl Viktor von Bonstetten, Hans Rudolf Schinz e Otto Weiss, la cui traduzione e pubblicazione darà un contributo fondamentale alla storiografia cantonale. Gli orizzonti si ampliano A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta cresce l'impegno nel campo delle traduzioni e ciò apre nuove interessanti prospettive alla casa editrice locarnese: pur continuando nell'opera di valorizzazione del patrimonio culturale della Svizzera italiana, Dadò rivolge l'attenzione anche alla storia e alle letterature nazionali. Lo spettro quindi si allarga, tanto che a temi di interesse regionale si sovrappongono opere di portata più ampia, che riescono a guadagnarsi l'attenzione anche della stampa e del pubblico italiano. Gli anni Novanta sono stati segnati da una serie di iniziative che hanno profilato ancor maggiormente gli indirizzi culturali di Dadò: tra queste si può senz'altro citare la collaborazione con la Pro Grigioni Italiano che ha portato alla nascita dell'omonima collana, la pubblicazione dei tre volumi dell' Introduzione al paesaggio naturale e dei nove dell' Atlante dell'edilizia rurale - in co-edizione con il Museo cantonale di storia naturale, rispettivamente con la Scuola tecnica superiore del Cantone Ticino - che risultano fra le opere più importanti apparse in Ticino in questi ultimi anni. Nel corso del decennio hanno visto la luce diverse nuove collane. Quella de «I Classici» , diretta da Carlo Carena, vanta già in catalogo una decina di capolavori della nostra civiltà: citiamo il Libro di Giobbe , il Trattato sulla tolleranza di Voltaire, il Lamento della Pace di Erasmo da Rotterdam, la Storia della Colonna Infame del Manzoni, nonché la nuova traduzione de I Vangeli , curata da un gruppo di insigni specialisti italiani, edizione che ha suscitato vasta e positiva eco anche nel mondo culturale italiano. Attenzione e interesse suscita pure la collana «Alea» , nella quale sono confluite raccolte di poeti di indiscusso valore come Piero Bigongiari, Jacques Dupin, Neuro Bonifazi, Fabio Muggiasca, Dubravko Pusek, Gilberto Isella, Ismail Kadaré e Giovanni Bonalumi. In particolare le raccolte di questi ultimi due autori hanno ottenuto significativi riconoscimenti dalla critica italiana: Kadaré con l'opera Le spiagge d'inverno , che ha vinto il Premio Regione Brianza nel 1996; Bonalumi con La traversata del Gottardo , una serie di traduzioni poetiche dal francese e dal tedesco che è pure stata insignita del Premio Città di Monselice; un riconoscimento che, per quanto riguarda la traduzione, è il più prestigioso dell'intera area italiana. Ma l'accresciuto impegno editoriale si è concretizzato in diverse altre iniziative: è il caso della collana «Il Cardellino» – dove si ospitano opere letterarie di autori svizzeri e stranieri scelti secondo i criteri della varietà e dell'originalità – e quella de «I Sottili» che raccoglie testi in minore per quanto riguarda la forma editoriale ma di acuto e penetrante spessore intellettuale. Nel 1998, in occasione del 150° anniversario della costituzione dello Stato federale, è poi stata inaugurata la collana intitolata «I Cristalli - Helvetia nobilis» , destinata ad opere di narrativa e di saggistica, mai tradotte finora o non più disponibili, di scrittori in prevalenza svizzeri di lingua tedesca, francese e romancia. Ai lettori italofoni sono stati finora proposti o sono in fase di preparazione capolavori come La Svizzera. Storia di un popolo felice di Denis de Rougemont e Il Santo di Conrad Ferdinand Meyer, Il dolore dei contadini di Corinna Bille, Adamo ed Eva di Charles-Ferdinand Ramuz, Dal Diario berlinese di Max Frisch e testi di molti altri scrittori di grande spessore letterario come Walser, Chappaz, Muschg, Tocqueville, Gotthelf, Jung, Dürrenmatt, Zweig, Mme de Staël e altri. Con La Svizzera tra origini e progresso di Peter von Matt, la collana ha raggiunto il traguardo dei cinquanta titoli pubblicati, e da allora l’attività prosegue con rinnovato vigore. L'intendimento è che questi testi contribuiscano a una riflessione sull'identità elvetica e sul lungo cammino che ha portato al formarsi dello Stato attuale. Tra le ultime nate due collane che stanno portando grandi soddisfazioni all’editore. Una è «La Rondine» , che raccoglie i migliori frutti della narrativa svizzero-italiana dell'Otto e Novecento, avviata nel 2000 con una nuova edizione del Signore dei poveri morti di Felice Filippini poi proseguita con l'uscita di Lungo la strada , originale raccolta di prose di Anna Gnesa, del Requiem per zia Domenica di Plinio Martini e da La cava della sabbia di Pio Ortelli come pure le nuove edizioni di Albero genealogico di Piero Bianconi e La voce del padre di Ugo Canonica, e l’inedito di Remo Beretta I giorni e la morte . La seconda nasce nel 2008 con La baronessa delle isole , di Daniela Calastri-Winzenried. È «La Betulla» che, sull'esempio di questa pianta pioniera, dà la possibilità a scrittori non ancora affermati di proporsi al pubblico dei lettori. Recentissimo è il varo della collana «Le Sfide della Svizzera» , curata dal politologo Oscar Mazzoleni, che vuole riflettere sulla realtà elvetica partendo da contributi di specialisti del settore. Non solo libri La diversificazione dell'attività editoriale ha portato Dadò ad entrare anche nel mondo della stampa periodica. Lo ha fatto dando il via alla pubblicazione di due periodici regionali: La Rivista del Locarnese e valli nel 1994 e Il Mendrisiotto nel 1999, che con gli anni si sono ampiamente affermate nel tessuto sociale locale, acquisendo una loro identità e autorevolezza. Sulla scia del successo delle due riviste, gli ultimi anni hanno visto nascere due nuove pubblicazioni, La Turrita , destinata ai lettori del Bellinzonese e del piano di Magadino, e Il Ceresio , periodico del Luganese. Presente e futuro Nel ristretto mercato dell'editoria ticinese la produzione libraria della casa editrice Dadò è da considerarsi per molti versi eccezionale: oggi sono quasi una trentina i volumi che escono ogni anno con il suo marchio. Un marchio che è garanzia di qualità, sia per il livello culturale delle pubblicazioni, sia per quel che riguarda l'eccellenza grafica del prodotto. Non è un caso che alcune delle opere pubblicate a Locarno sono state insignite del «Premio Lago Maggiore» e che altre hanno vinto il concorso indetto dalla giuria de «I più bei libri svizzeri dell'anno», patrocinato dal Dipartimento federale dell'interno. Ma altri riconoscimenti hanno gratificato l'attività di Dadò: nel 1991, in occasione del 700° della Confederazione, l'editore locarnese si è visto assegnare la stampa e la pubblicazione del Dizionario delle letterature svizzere ; e ancor maggior prestigio ha portato alla casa l'edizione italiana del Dizionario Storico della Svizzera , monumentale opera di ricerca che è partita nel 2002 e si è conclusa nel 2014 con il tredicesimo volume. Un'operazione, questa, che ha sottoposto la casa editrice a un impegno non indifferente, tanto nella preparazione e nella stampa dei volumi, quanto nella promozione e diffusione. Ormai superato il mezzo secolo di vita, la casa editrice locarnese si ritrova in un momento che, se paragonato alla vita di un uomo, corrisponde alla maturità. Momento in cui l'esperienza e l'ormai piena coscienza della propria identità inducono a profondere le migliori energie. Un obiettivo e una sfida. È quanto si proporrà di fare la casa editrice nei prossimi anni: continuando ad offrire ai lettori delle opere di valore e qualità, cogliendo le voci più importanti della narrativa e della saggistica della Svizzera italiana, proponendo in traduzione quelle altrettanto significative delle altre culture nazionali, promuovendo infine le nostre specificità culturali anche di là dei limiti regionali, in Italia e in Europa. Servizi offerti Da oltre 50 anni la Tipografia Stazione SA è attiva nel Locarnese. Grazie ai macchinari più moderni e al personale formato e competente siamo in grado di soddisfare anche le esigenze più particolari dei nostri clienti. Fra i servizi più richiesti: • Prospetti e depliant • Riviste • Fascicoli e libri • Buste e carta da lettere • Biglietti da visita • Bloc notes Se hai un’idea ma non sai come realizzarla, i nostri grafici sono a disposizione per dar forma alla tua creatività!

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 3 valutazioni

 Aperto fino a 17:30
* Nessun materiale pubblicitario

Filtrare risultati

Chiesa a Lugano

: 151 Iscrizioni
 Chiuso fino a lunedì alle 09:30
Municipio di Lamone

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 1 valutazione

Municipio di Lamone

Via al Casello 3, 6814 Lamone
IL COMUNE

Lamone è di origine molto antica ed è diviso in tre parti distinte: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. È situato ai piedi del colle di San Zeno, le cui falde formano a meridione un anfiteatro naturale. Da alcuni anni esiste un "Sentiero naturalistico": questa via, che in parte utilizza una vecchissima mulattiera caduta in disuso, si congiunge in prossimità della cima con un sentiero che sale da Origlio, e lungo il percorso si trovano cartelli indicatori che informano sulla particolare vegetazione del luogo. La parte nuova del paese è invece situata sulla pianura che si estende a meridione della chiesa. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria, e in questa frazione passa la strada principale. Profilo storico “Lamone con l’Ostarietta, il principale villaggio, sebbene per la natura della situazione non sia capoluogo del circolo di Vezia (distretto di Lugano). La via postale rade i lembi della campagna di Lamone; ma il paese trovasi collocato a qualche distanza, alla falda di un monte che, riparandolo da’ freddi venti, gli permette di produr vini di buona riputazione. Il suo smembramento dalla parrocchia di Lugano rimonta agli anni 1580-90. Sul monte ha l’eremitaggio di San Zenone con prospetto sul val d’Agno e su quel di Lugano...” Così Stefano Franscini parla di Lamone nella sua opera “La Svizzera Italiana” edita nel 1840. Per poter meglio illustrarare il nostro comune si è attinto a quella ricchissima fonte che è la monografia storica su Lamone, scritta dal Canonico Giovanni Sarinelli (1885-1967). Le origini Lamone, nei documenti antichi (prima dell’anno 1000) è chiamato Namonne. Nel 1300 è detto Lemonno o Lemonne e in qualche caso Lamonno. Già verso il 1400 si parla però di Lemone e di Alamone, denominazioni che si avvicinano maggiormente al nome attuale di Lamone. Non è facile risolvere etimologicamente l’origine e il significato del nome di Lamone. Sarinelli afferma che probabilmente esso deriva da un antico personaggio proveniente da un villaggio italiano che ha il medesimo nome del nostro (Lamon in provincia di Belluno). Se invece consideriamo il termine più antico con II quale è definito il villaggio e cioè “Namonne, lo stesso ci può portare a riflettere sul vocabolo Iatino “nemus” che significa “bosco ricco di pascolo”. Non è da escludere infatti che il territorio dove sorse il paese di Lamone in origine fosse un luogo dedito in modo preponderante alla pastorizia. Quali fatti siano accaduti e come il villaggio si sia sviluppato, non è facile da accertare. Sappiamo poco o nulla del Ticino nell’epoca delle invasioni barbariche e dell’influsso che esse lasciarono nella popolazione. Esistono tracce archeologiche dei Longobardi nel secolo VII. Essi negli anni 568-572 conquistarono la pianura Padana e successivamente si spinsero nelle valli alpine dove, verso il 590 si scontrarono con i Franchi a Ponte Tresa. Alcuni signori longobardi possedevano beni nel Sottoceneri: tra questi possiamo annoverare un certo Totone da Campione, i cui possedimenti erano molto estesi, da comprendere anche tutte le terre di Lamone. Alla sua morte lasciò tutti i suoi beni (quindi anche le terre lamonesì) al Monastero di Sant’Ambrogio di Milano. Con questa donazione, il monastero del capoluogo lombardo divenne una delle signorie feudali dì più antica data del Sottoceneri di cui si trovarono le maggiori tracce. La giurisdizione del monastero durò fino al 1300. La vita comunitaria antica Le diverse famiglie che si trovavano a vivere l’una accanto all’altra, nella medesima terra, creavano una comunità in cui il godimento dei beni era libero a tutti senza essere proprietari. Infatti non c’era la proprietà privata che escludeva la compartecipazione di altre famiglie. La legna del bosco, la pietra per la casa erano da godersi in comune, cosi pure dicasi per i pascoli per il bestiame, mentre le terre da coltivare, di solito, venivano estratte a sorte; durante una pubblica riunione. Questa forma di autogestione era detta “vicinìa”. Essa aveva i suoi ordinamenti, tra cui citiamo, la nomina del “decano” o “console” (corrispondente all’attuale sindaco), la discussione e I’approvazione di statuti e ordinamenti per la conduzione della comunità, ecc... Le assemblee, dette “vicinanze”, potevano essere di tipo ordinario o straordinario e generalmente si tenevano nella piazza centrale del villaggio o sul sagrato della chiesa. Attività della comunità Lamone era un paese prevalentemente agricolo poiché la gente traeva sostentamento dalla coltivazione della terra e dall’allevamento del bestiame. II numero di quest’ultimo doveva essere molto grande in quanto sappiamo che nel 1392 Lamone era proprietario di due alpi sul Camoghè sopra Isone: questa proprietà venne tenuta fino al 1500 circa. Un altro fatto che denota la massiccia presenza di bestiame sono gli ordinamenti e i decreti comunali per regolare l’uso dei pascoli. Oltre alle già citate attività agricole e d’allevamento, bisogna segnalare l’industria della bachicoltura, molto fiorente a Lamone tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, protrattasi poi per quasi un secolo. Venivano pure coltivati la canapa e il lino, le cui fibre, dopo essere state opportunamente lavorate, erano trasformate in filo da tessere su telai a mano, per ricavarne dei tessuti. Chi non ricorda le famose tele di lino dei nostri nonni? A titolo di curiosità, segnaliamo il ritrovamento qualche anno fa, durante uno scavo nel nucleo storico, di una grossa pietra lavorata, appartenente ad un torchio a leva o piemontese (strumento molto usato tra il 1500 e il 1800 per la lavorazione dell’uva ed in modo particolare per la preparazione dell’olio di noci). L’agricoltura non era però l’unica attività dei lamonesi. Nel seicento sul nostro territorio erano infatti funzionanti alcune fornaci per la cottura della terracotta. Con l’incremento demografico e la perdita degli alpeggi, parecchi abitanti dovettero cambiare mestiere, diventando muratori, pittori, falegnami, fabbri. Queste attività non sempre davano la garanzia di lavoro in paese e di conseguenza, non restava che una soluzione: l’emigrazione. Il nucleo abitativo Lamone è diviso in tre parti distinti: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. Percorrendo queste vie e osservando attentamente case, muri, porte, inferiate, cancelli, possiamo notare come alcune costruzioni siano state realizzate senza materiali nobili, ma con tanta passione. Molto spesso i realizzatori di queste opere erano persone di umili condizioni che per poter vivere erano costretti ad emigrare. Lontano da casa imparavano il mestiere e poi quando ritornavano dimostravano ciò che avevano imparato, costruendo o abbellendo le loro abitazioni. Il nucleo vecchio, complessivamente ben conservato e protetto da norme speciali volute dal Consiglio comunale una decina di anni fa, rappresenta una testimonianza inconfondibile della civiltà contadina. La parte nuova del paese, situata sulla pianura che si estende a sud del nucleo, è andata via via sviluppandosi a partire dagli anni sessanta, con la costruzione di nuove casette e numerosi palazzi. All’arrivo di nuova popolazione, ha fatto riscontro l’insediamento di molte attività eaconomiche nel settore industriale e terziario. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Infatti vediamo che Schinz nella sua opera “Descrizione della Svizzera Italiana nel settecento” afferma che a Ostarietta esisteva“... una casa isolata con accanto un mulino e una segheria “..., essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria. Vie di comunicazione II nucleo abitativo non era né è mai stato attraversato da strade di transito: ciò non ha però impedito al comune di svilupparsi sempre più. La strada principale, chiamata Regina prima e Cantonale poi, passa ancor oggi nella frazione di Ostarietta. Essa fu ampliata in due tappe: dapprima la tratta Lugano-Ostarietta, realizzata tra il 1806 e il 1808, poi il tracciato Ostarietta-Cadenazzo, realizzato tra il 1808 e il 1811. Questa via era (fino all’apertura dell’autostrada) l’arteria principale di comunicazione tra Lugano e il Monte Ceneri. Nel 1896 su questa strada fu introdotto un servizio passeggeri che collegava i paesi limitrofi con la città di Lugano mediante una diligenza. Nel 1934 la diligenza fu sostituita da un servizio automobilistico (tre corse giornaliere). Inoltre con la costruzione della ferrovia del Gottardo (1882) e dopo una serie di lunghe vicissitudini durate oltre 30 anni, le autorità comunali di Lamone, congiuntamente a quelle di Cadempino, riuscivano ad ottenere un ulteriore servizio per la comunità: la stazione ferroviaria. La chiesa Dedicata a Sant’Andrea, si trova a sud del nucleo storico. L’aspetto attuale è il risultato delle frequenti trasformazioni in parte avvenute nel 1612 e in parte nel 1800. Altri rinnovamenti furono eseguiti nel 1920, mentre negli anni 1976-77 fu restaurato l’interno. Il campanile, posto a sud della chiesa, risale all’epoca romanica (1100): ne sono testimoni le nicchie cieche definite da due o tre archi. Nel 1820 venne ampliato verso nord e rialzato. La facciata della chiesa è neoclassica; eseguita nel 1894 dall’architetto A.Ghezzi, ha come entrata un portico con pilastri d’ordine toscano. L’interno comprende una navata a tre campate, il coro e due cappelle laterali. Le pareti della navata sono sostenute da pilastri d’ordine toscano reggenti un cornicione neoclassico. L’altare maggiore è in stucco, con colonne sovrastate da capitelli di ordine composito; esso è arricchito da una pala del 1600 raffigurante Gesù che invita i due fratelli Andrea e Pietro a seguirlo e da una mensa in marmo di Arzo della metà del secolo XVIII. Nelle cappelle laterali, notevoli sono gli stucchi di Gabriele Cattori di Lamone (artista che decorò l’altare maggiore). In quella di sinistra, dedicata a San Sebastiano, vi è una pala raffigurante il Santo in compagnia della Vergine e di San Rocco. Nella cappella di destra, dedicata alla Madonna del Rosario, l’altare è sovrastato da una nicchia decorata da stucchi e contenente una statua databile verso la fine del 1600. Notevoli sono le tele dei dodici apostoli esposte alle pareti, attribuite al Caresana di Cureglia e realizzate attorno al 1700. Il pavimento, in mosaico veneziano, fu eseguito nel 1858.

PremiumIscrizione Premium
MunicipioScuola pubblicaPolizia
Via al Casello 3, 6814 Lamone
MunicipioScuola pubblicaPolizia
IL COMUNE

Lamone è di origine molto antica ed è diviso in tre parti distinte: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. È situato ai piedi del colle di San Zeno, le cui falde formano a meridione un anfiteatro naturale. Da alcuni anni esiste un "Sentiero naturalistico": questa via, che in parte utilizza una vecchissima mulattiera caduta in disuso, si congiunge in prossimità della cima con un sentiero che sale da Origlio, e lungo il percorso si trovano cartelli indicatori che informano sulla particolare vegetazione del luogo. La parte nuova del paese è invece situata sulla pianura che si estende a meridione della chiesa. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria, e in questa frazione passa la strada principale. Profilo storico “Lamone con l’Ostarietta, il principale villaggio, sebbene per la natura della situazione non sia capoluogo del circolo di Vezia (distretto di Lugano). La via postale rade i lembi della campagna di Lamone; ma il paese trovasi collocato a qualche distanza, alla falda di un monte che, riparandolo da’ freddi venti, gli permette di produr vini di buona riputazione. Il suo smembramento dalla parrocchia di Lugano rimonta agli anni 1580-90. Sul monte ha l’eremitaggio di San Zenone con prospetto sul val d’Agno e su quel di Lugano...” Così Stefano Franscini parla di Lamone nella sua opera “La Svizzera Italiana” edita nel 1840. Per poter meglio illustrarare il nostro comune si è attinto a quella ricchissima fonte che è la monografia storica su Lamone, scritta dal Canonico Giovanni Sarinelli (1885-1967). Le origini Lamone, nei documenti antichi (prima dell’anno 1000) è chiamato Namonne. Nel 1300 è detto Lemonno o Lemonne e in qualche caso Lamonno. Già verso il 1400 si parla però di Lemone e di Alamone, denominazioni che si avvicinano maggiormente al nome attuale di Lamone. Non è facile risolvere etimologicamente l’origine e il significato del nome di Lamone. Sarinelli afferma che probabilmente esso deriva da un antico personaggio proveniente da un villaggio italiano che ha il medesimo nome del nostro (Lamon in provincia di Belluno). Se invece consideriamo il termine più antico con II quale è definito il villaggio e cioè “Namonne, lo stesso ci può portare a riflettere sul vocabolo Iatino “nemus” che significa “bosco ricco di pascolo”. Non è da escludere infatti che il territorio dove sorse il paese di Lamone in origine fosse un luogo dedito in modo preponderante alla pastorizia. Quali fatti siano accaduti e come il villaggio si sia sviluppato, non è facile da accertare. Sappiamo poco o nulla del Ticino nell’epoca delle invasioni barbariche e dell’influsso che esse lasciarono nella popolazione. Esistono tracce archeologiche dei Longobardi nel secolo VII. Essi negli anni 568-572 conquistarono la pianura Padana e successivamente si spinsero nelle valli alpine dove, verso il 590 si scontrarono con i Franchi a Ponte Tresa. Alcuni signori longobardi possedevano beni nel Sottoceneri: tra questi possiamo annoverare un certo Totone da Campione, i cui possedimenti erano molto estesi, da comprendere anche tutte le terre di Lamone. Alla sua morte lasciò tutti i suoi beni (quindi anche le terre lamonesì) al Monastero di Sant’Ambrogio di Milano. Con questa donazione, il monastero del capoluogo lombardo divenne una delle signorie feudali dì più antica data del Sottoceneri di cui si trovarono le maggiori tracce. La giurisdizione del monastero durò fino al 1300. La vita comunitaria antica Le diverse famiglie che si trovavano a vivere l’una accanto all’altra, nella medesima terra, creavano una comunità in cui il godimento dei beni era libero a tutti senza essere proprietari. Infatti non c’era la proprietà privata che escludeva la compartecipazione di altre famiglie. La legna del bosco, la pietra per la casa erano da godersi in comune, cosi pure dicasi per i pascoli per il bestiame, mentre le terre da coltivare, di solito, venivano estratte a sorte; durante una pubblica riunione. Questa forma di autogestione era detta “vicinìa”. Essa aveva i suoi ordinamenti, tra cui citiamo, la nomina del “decano” o “console” (corrispondente all’attuale sindaco), la discussione e I’approvazione di statuti e ordinamenti per la conduzione della comunità, ecc... Le assemblee, dette “vicinanze”, potevano essere di tipo ordinario o straordinario e generalmente si tenevano nella piazza centrale del villaggio o sul sagrato della chiesa. Attività della comunità Lamone era un paese prevalentemente agricolo poiché la gente traeva sostentamento dalla coltivazione della terra e dall’allevamento del bestiame. II numero di quest’ultimo doveva essere molto grande in quanto sappiamo che nel 1392 Lamone era proprietario di due alpi sul Camoghè sopra Isone: questa proprietà venne tenuta fino al 1500 circa. Un altro fatto che denota la massiccia presenza di bestiame sono gli ordinamenti e i decreti comunali per regolare l’uso dei pascoli. Oltre alle già citate attività agricole e d’allevamento, bisogna segnalare l’industria della bachicoltura, molto fiorente a Lamone tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, protrattasi poi per quasi un secolo. Venivano pure coltivati la canapa e il lino, le cui fibre, dopo essere state opportunamente lavorate, erano trasformate in filo da tessere su telai a mano, per ricavarne dei tessuti. Chi non ricorda le famose tele di lino dei nostri nonni? A titolo di curiosità, segnaliamo il ritrovamento qualche anno fa, durante uno scavo nel nucleo storico, di una grossa pietra lavorata, appartenente ad un torchio a leva o piemontese (strumento molto usato tra il 1500 e il 1800 per la lavorazione dell’uva ed in modo particolare per la preparazione dell’olio di noci). L’agricoltura non era però l’unica attività dei lamonesi. Nel seicento sul nostro territorio erano infatti funzionanti alcune fornaci per la cottura della terracotta. Con l’incremento demografico e la perdita degli alpeggi, parecchi abitanti dovettero cambiare mestiere, diventando muratori, pittori, falegnami, fabbri. Queste attività non sempre davano la garanzia di lavoro in paese e di conseguenza, non restava che una soluzione: l’emigrazione. Il nucleo abitativo Lamone è diviso in tre parti distinti: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. Percorrendo queste vie e osservando attentamente case, muri, porte, inferiate, cancelli, possiamo notare come alcune costruzioni siano state realizzate senza materiali nobili, ma con tanta passione. Molto spesso i realizzatori di queste opere erano persone di umili condizioni che per poter vivere erano costretti ad emigrare. Lontano da casa imparavano il mestiere e poi quando ritornavano dimostravano ciò che avevano imparato, costruendo o abbellendo le loro abitazioni. Il nucleo vecchio, complessivamente ben conservato e protetto da norme speciali volute dal Consiglio comunale una decina di anni fa, rappresenta una testimonianza inconfondibile della civiltà contadina. La parte nuova del paese, situata sulla pianura che si estende a sud del nucleo, è andata via via sviluppandosi a partire dagli anni sessanta, con la costruzione di nuove casette e numerosi palazzi. All’arrivo di nuova popolazione, ha fatto riscontro l’insediamento di molte attività eaconomiche nel settore industriale e terziario. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Infatti vediamo che Schinz nella sua opera “Descrizione della Svizzera Italiana nel settecento” afferma che a Ostarietta esisteva“... una casa isolata con accanto un mulino e una segheria “..., essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria. Vie di comunicazione II nucleo abitativo non era né è mai stato attraversato da strade di transito: ciò non ha però impedito al comune di svilupparsi sempre più. La strada principale, chiamata Regina prima e Cantonale poi, passa ancor oggi nella frazione di Ostarietta. Essa fu ampliata in due tappe: dapprima la tratta Lugano-Ostarietta, realizzata tra il 1806 e il 1808, poi il tracciato Ostarietta-Cadenazzo, realizzato tra il 1808 e il 1811. Questa via era (fino all’apertura dell’autostrada) l’arteria principale di comunicazione tra Lugano e il Monte Ceneri. Nel 1896 su questa strada fu introdotto un servizio passeggeri che collegava i paesi limitrofi con la città di Lugano mediante una diligenza. Nel 1934 la diligenza fu sostituita da un servizio automobilistico (tre corse giornaliere). Inoltre con la costruzione della ferrovia del Gottardo (1882) e dopo una serie di lunghe vicissitudini durate oltre 30 anni, le autorità comunali di Lamone, congiuntamente a quelle di Cadempino, riuscivano ad ottenere un ulteriore servizio per la comunità: la stazione ferroviaria. La chiesa Dedicata a Sant’Andrea, si trova a sud del nucleo storico. L’aspetto attuale è il risultato delle frequenti trasformazioni in parte avvenute nel 1612 e in parte nel 1800. Altri rinnovamenti furono eseguiti nel 1920, mentre negli anni 1976-77 fu restaurato l’interno. Il campanile, posto a sud della chiesa, risale all’epoca romanica (1100): ne sono testimoni le nicchie cieche definite da due o tre archi. Nel 1820 venne ampliato verso nord e rialzato. La facciata della chiesa è neoclassica; eseguita nel 1894 dall’architetto A.Ghezzi, ha come entrata un portico con pilastri d’ordine toscano. L’interno comprende una navata a tre campate, il coro e due cappelle laterali. Le pareti della navata sono sostenute da pilastri d’ordine toscano reggenti un cornicione neoclassico. L’altare maggiore è in stucco, con colonne sovrastate da capitelli di ordine composito; esso è arricchito da una pala del 1600 raffigurante Gesù che invita i due fratelli Andrea e Pietro a seguirlo e da una mensa in marmo di Arzo della metà del secolo XVIII. Nelle cappelle laterali, notevoli sono gli stucchi di Gabriele Cattori di Lamone (artista che decorò l’altare maggiore). In quella di sinistra, dedicata a San Sebastiano, vi è una pala raffigurante il Santo in compagnia della Vergine e di San Rocco. Nella cappella di destra, dedicata alla Madonna del Rosario, l’altare è sovrastato da una nicchia decorata da stucchi e contenente una statua databile verso la fine del 1600. Notevoli sono le tele dei dodici apostoli esposte alle pareti, attribuite al Caresana di Cureglia e realizzate attorno al 1700. Il pavimento, in mosaico veneziano, fu eseguito nel 1858.

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 1 valutazione

 Chiuso fino a lunedì alle 09:30
Caritas Ticino

Caritas Ticino

Via Ponte Laveggio 11, 6853 Ligornetto

Caritas Ticino è una Associazione ispirata ai principi della dottrina sociale della Chiesa cattolica , con il mandato di affrontare il tema della povertà nelle sue forme storiche, con gli strumenti che di volta in volta ritiene più opportuni ad affrontarlo. Suo obiettivo fondamentale è la promozione di una società solidale , in cui i singoli, le famiglie, le comunità, possano essere gli attori di questo processo. Tale obiettivo si è articolato, in risposta ai bisogni emergenti, manifestandosi in concreti servizi, progetti e informazioni . Caritas Ticino, nata nel 1942 con una caratteristica di autonomia e di appartenenza diocesana, è cresciuta nel corso di questi 70 anni, sviluppando strategie proprie in relazione al territorio, ai cambiamenti strutturali della società, ma soprattutto alla visione dettata dalla filosofia statutaria che implica un'adesione al Magistero ecclesiale, la sua attualizzazione nell' esercizio della pastorale della Carità adeguata alle esigenze della diocesi e nel servizio evangelico agli "Ultimi", in obbedienza alle indicazioni del Vescovo. (vedi: Un po' di Storia) In queste pagine, oltre a capire cosa è Caritas Ticino, presentiamo le attività e i servizi con i quali Caritas Ticino risponde, oggi, alle nuove povertà, sempre fedele al suo mandato e consapevole che "l'uomo è più grande del suo bisogno " come ci ricordava dieci anni fa il Vescovo Eugenio in occasione del cinquantesimo di Caritas Ticino. " Qualunque dovesse essere la natura e il settore dei suoi interventi in campo sociale, la Caritas è chiamata, con urgenza sempre più grande, ad esprimere nella società due valori specifici del cristianesimo, la cui rilevanza sociale non è misurabile con criteri puramente razionali. Il primo è la gratuità verso l'uomo in difficoltà, poiché è stata gratuita anche la redenzione offertaci da Cristo. Il secondo è quello dell'eccedenza, poiché eccedente è l'amore di Cristo verso di noi. La carità non ha come misura il bisogno dell'altro, ma la ricchezza dell'amore di Dio . È infatti limitante guardare all'uomo e valutarlo a partire dal suo bisogno, poiché l'uomo è di più del suo bisogno" . (vedi: Eugenio Corecco in "Diocesi di Lugano e Carità: dalla storia uno sguardo al futuro" pag. 206) In particolare (dagli statuti art. 3) Caritas Ticino si impegna: 1. Informare e sensibilizzare l'opinione pubblica presentando, con ogni mezzo di comunicazione sociale, i fondamenti evangelici della diaconia, della carità e della dimensione sociale della fede. 2. Realizzare, in collaborazione con enti e organizzazioni diversi, studi, ricerche sulle diverse forme di povertà, di emarginazione e di bisogno. 3. Istituire e gestire un servizio sociale polivalente per assicurare, in collaborazione con gli Enti Assistenziali pubblici e privati e particolarmente con gli enti cattolici, l'assistenza morale e materiale ai bisogni del Ticino ed anche altrove, senza distinzione alcuna, in ogni forma richiesta dalla necessità e limitatamente alle proprie disponibilità. 4. Collaborare al coordinamento delle iniziative e delle opere assistenziali di ispirazione cristiana soggetta alla responsabilità della diocesi. 5. Promuovere il volontariato sociale, la formazione professionale, morale e spirituale degli operatori sociali e di ispirazione cristiana impegnati nei servizi sociali e nella pastorale. 6. Contribuire in forme diverse ad azioni, iniziative e progetti in favore delle popolazioni povere dei Paesi in via di sviluppo. 7. Creare e gestire ogni tipo di attività e strutture che facilitino la realizzazione degli obiettivi di Caritas Ticino.

PremiumIscrizione Premium
AssociazioneRottami smaltimento e riciclaggio
Via Ponte Laveggio 11, 6853 Ligornetto
AssociazioneRottami smaltimento e riciclaggio

Caritas Ticino è una Associazione ispirata ai principi della dottrina sociale della Chiesa cattolica , con il mandato di affrontare il tema della povertà nelle sue forme storiche, con gli strumenti che di volta in volta ritiene più opportuni ad affrontarlo. Suo obiettivo fondamentale è la promozione di una società solidale , in cui i singoli, le famiglie, le comunità, possano essere gli attori di questo processo. Tale obiettivo si è articolato, in risposta ai bisogni emergenti, manifestandosi in concreti servizi, progetti e informazioni . Caritas Ticino, nata nel 1942 con una caratteristica di autonomia e di appartenenza diocesana, è cresciuta nel corso di questi 70 anni, sviluppando strategie proprie in relazione al territorio, ai cambiamenti strutturali della società, ma soprattutto alla visione dettata dalla filosofia statutaria che implica un'adesione al Magistero ecclesiale, la sua attualizzazione nell' esercizio della pastorale della Carità adeguata alle esigenze della diocesi e nel servizio evangelico agli "Ultimi", in obbedienza alle indicazioni del Vescovo. (vedi: Un po' di Storia) In queste pagine, oltre a capire cosa è Caritas Ticino, presentiamo le attività e i servizi con i quali Caritas Ticino risponde, oggi, alle nuove povertà, sempre fedele al suo mandato e consapevole che "l'uomo è più grande del suo bisogno " come ci ricordava dieci anni fa il Vescovo Eugenio in occasione del cinquantesimo di Caritas Ticino. " Qualunque dovesse essere la natura e il settore dei suoi interventi in campo sociale, la Caritas è chiamata, con urgenza sempre più grande, ad esprimere nella società due valori specifici del cristianesimo, la cui rilevanza sociale non è misurabile con criteri puramente razionali. Il primo è la gratuità verso l'uomo in difficoltà, poiché è stata gratuita anche la redenzione offertaci da Cristo. Il secondo è quello dell'eccedenza, poiché eccedente è l'amore di Cristo verso di noi. La carità non ha come misura il bisogno dell'altro, ma la ricchezza dell'amore di Dio . È infatti limitante guardare all'uomo e valutarlo a partire dal suo bisogno, poiché l'uomo è di più del suo bisogno" . (vedi: Eugenio Corecco in "Diocesi di Lugano e Carità: dalla storia uno sguardo al futuro" pag. 206) In particolare (dagli statuti art. 3) Caritas Ticino si impegna: 1. Informare e sensibilizzare l'opinione pubblica presentando, con ogni mezzo di comunicazione sociale, i fondamenti evangelici della diaconia, della carità e della dimensione sociale della fede. 2. Realizzare, in collaborazione con enti e organizzazioni diversi, studi, ricerche sulle diverse forme di povertà, di emarginazione e di bisogno. 3. Istituire e gestire un servizio sociale polivalente per assicurare, in collaborazione con gli Enti Assistenziali pubblici e privati e particolarmente con gli enti cattolici, l'assistenza morale e materiale ai bisogni del Ticino ed anche altrove, senza distinzione alcuna, in ogni forma richiesta dalla necessità e limitatamente alle proprie disponibilità. 4. Collaborare al coordinamento delle iniziative e delle opere assistenziali di ispirazione cristiana soggetta alla responsabilità della diocesi. 5. Promuovere il volontariato sociale, la formazione professionale, morale e spirituale degli operatori sociali e di ispirazione cristiana impegnati nei servizi sociali e nella pastorale. 6. Contribuire in forme diverse ad azioni, iniziative e progetti in favore delle popolazioni povere dei Paesi in via di sviluppo. 7. Creare e gestire ogni tipo di attività e strutture che facilitino la realizzazione degli obiettivi di Caritas Ticino.

 Aperto fino a 18:00
Collegio Papio

Valutazione 4.3 di 5 stelle su 4 valutazioni

Collegio Papio

Via delle Cappelle 1, 6612 Ascona

Il Collegio Papio è stato fondato nel 1584 da san Carlo Borromeo, grazie ad un lascito di Bartolomeo Papio ed ha avuto in seguito una storia abbastanza movimentata. Le origini dell’attuale impostazioni possiamo invece farle risalire agli anni 20 del secolo scorso, quando i padri benedettini di Einsiedeln riuscirono a ottenere l’organizzazione dell’Esame federale di maturità a locarno Oggi il Collegio Papio di Ascona offre una Scuola Media parificata e un Liceo (preparazione all’Esame svizzero di maturità). Le offerte educative, formative, culturali, sportive e ricreative odierne sono molteplici: • Maturtià bilingue italiano/inglese • Preparazione per gli esami passerella maturità professionale – scuole universitarie • Curricoli di formazione individualizzati per sportivi d’élite ed artisti • Inglese precoce: corso facoltativo di inglese già a partire dal primo anno di Scuola Media • Studio assistito ogni giorno, durante l’orario giornaliero e a fine giornata («dopo scuola») • Tutoring: gruppi ristretti di studenti liceali possono contare su un docente di riferimento • Ottenimento di certificati linguistici internazionalmente riconosciuti (francese, tedesco e inglese) • Gite e soggiorni di studio, culturali, ricreative e sportive pianificate per ogni anno di studio • Programma per soggiorni di scambi linguistici tra studenti • Introduzione allo studio: lezioni specifiche per comprendere le metodologie di studio • Consiglio di cooperazione: ora di classe settimanale nella Scuola Media • Aggiornamento costante del corpo insegnante • Internato maschile e femminile gestito da un o staff di educatori qualificati (lu-ve / lu –do) • Servizio mensa gestito da due cuochi diplomati • Laboratori scientifici • Laboratori tecnici • Aule informatiche • Biblioteca privata • Centro sportivo privato (palestra, piscina e campi da gioco) • Attività extra scolastiche: gruppo di teatro, coro, gruppo musicale (band), scherma, rugby • Applicazione di un regolamento di comportamento nato dalla volontà degli studenti • Implementazione progressiva di nuove tecnologie (lavagne interattive, piattaforme di comunicazione docenti/allievi e scuola/famiglia) La lunga esperienza nel campo educativo e formativo permette alla direzione del Collegio Papio di poter dare garanzie di successo. I risultati ottenuti dagli studenti, in particolar modo per quanto attiene l’ottenimento della maturità, conferma la validità del metodo applicato e del corpo insegnante. Oltre al Collegio dei docenti che si riunisce più volte durante l’anno scolastico, vengono definiti dalla Direzione ogni anno i Docenti di classe ed i Tutors. Tutti i docenti fanno parte dei rispettivi gruppi di materia per la supervisione e condivisione dei contenuti didattici delle varie discipline scolastiche. La Direzione del Collegio Papio è composta da un Ufficio di direzione (rettore, vice rettori e direttore amministrativo) e da un Consiglio di direzione (Ufficio di direzione, 3 docenti di Scuola Media e 3 di Liceo). Il Comitato Studenti del Collegio Papio è attivo, propositivo e collabora con la Direzione per la gestione di attività di vario genere (lezioni private, incontri informativi,…) La Fondazione Collegio Papio ha creato alcune commissioni interne per ottimizzare il proprio mandato . Esiste un Comitato di fondazione, una «Commissione finanze», una «Commissione pedagogica» e una «Commissione borse di studio». In particolare quest’ultima gestisce delle risorse economiche generosamente messe a disposizione da enti esterni, affinché la frequentazione del Collegio Papio non sia preclusa a nessuno per questioni economiche. L’amministrazione del Collegio non si limita naturalmente alle questioni educative e formative. L’aspetto gestionale delle strutture viene portato avanti parallelamente. A partire dal 2011 sono in corso importanti progetti di ampliamento dell’immobile (nuovo edificio per cucine, mensa e centrale termica) e di modernizzazione degli impianti (impianto geotermico e fotovoltaico). La vita del Collegio Papio, grazie anche alla presenza sul proprio sedime della rinomata Chiesa di S.Maria della Misericordia, è particolarmente animata durante tutto l’anno, ospitando importanti concerti, seminari e serate pubbliche. Non mancano certamente le numerose cerimonie religiose (matrimoni e battesimi) per approfittare del magnifico chiostro e del prezioso giardino urbano medievale che offrono una particolare cornice a questi eventi. Ad aggiungersi a ciò, grazie alla professionalità dello staff di cucina, il Collegio Papio è in grado di fornire un servizio catering curato e di qualità. Viene offerta ospitalità e logistica all’annuale manifestazione JazzAscona e all’organizzazione di corsi estivi di lingue École Suisse de Langues (ESL), oltre che a varie società sportive e alle scuole comunali presso il centro sportivo. www.collegiopapio.ch

PremiumIscrizione Premium
CollegiScuola privata
Via delle Cappelle 1, 6612 Ascona
CollegiScuola privata

Il Collegio Papio è stato fondato nel 1584 da san Carlo Borromeo, grazie ad un lascito di Bartolomeo Papio ed ha avuto in seguito una storia abbastanza movimentata. Le origini dell’attuale impostazioni possiamo invece farle risalire agli anni 20 del secolo scorso, quando i padri benedettini di Einsiedeln riuscirono a ottenere l’organizzazione dell’Esame federale di maturità a locarno Oggi il Collegio Papio di Ascona offre una Scuola Media parificata e un Liceo (preparazione all’Esame svizzero di maturità). Le offerte educative, formative, culturali, sportive e ricreative odierne sono molteplici: • Maturtià bilingue italiano/inglese • Preparazione per gli esami passerella maturità professionale – scuole universitarie • Curricoli di formazione individualizzati per sportivi d’élite ed artisti • Inglese precoce: corso facoltativo di inglese già a partire dal primo anno di Scuola Media • Studio assistito ogni giorno, durante l’orario giornaliero e a fine giornata («dopo scuola») • Tutoring: gruppi ristretti di studenti liceali possono contare su un docente di riferimento • Ottenimento di certificati linguistici internazionalmente riconosciuti (francese, tedesco e inglese) • Gite e soggiorni di studio, culturali, ricreative e sportive pianificate per ogni anno di studio • Programma per soggiorni di scambi linguistici tra studenti • Introduzione allo studio: lezioni specifiche per comprendere le metodologie di studio • Consiglio di cooperazione: ora di classe settimanale nella Scuola Media • Aggiornamento costante del corpo insegnante • Internato maschile e femminile gestito da un o staff di educatori qualificati (lu-ve / lu –do) • Servizio mensa gestito da due cuochi diplomati • Laboratori scientifici • Laboratori tecnici • Aule informatiche • Biblioteca privata • Centro sportivo privato (palestra, piscina e campi da gioco) • Attività extra scolastiche: gruppo di teatro, coro, gruppo musicale (band), scherma, rugby • Applicazione di un regolamento di comportamento nato dalla volontà degli studenti • Implementazione progressiva di nuove tecnologie (lavagne interattive, piattaforme di comunicazione docenti/allievi e scuola/famiglia) La lunga esperienza nel campo educativo e formativo permette alla direzione del Collegio Papio di poter dare garanzie di successo. I risultati ottenuti dagli studenti, in particolar modo per quanto attiene l’ottenimento della maturità, conferma la validità del metodo applicato e del corpo insegnante. Oltre al Collegio dei docenti che si riunisce più volte durante l’anno scolastico, vengono definiti dalla Direzione ogni anno i Docenti di classe ed i Tutors. Tutti i docenti fanno parte dei rispettivi gruppi di materia per la supervisione e condivisione dei contenuti didattici delle varie discipline scolastiche. La Direzione del Collegio Papio è composta da un Ufficio di direzione (rettore, vice rettori e direttore amministrativo) e da un Consiglio di direzione (Ufficio di direzione, 3 docenti di Scuola Media e 3 di Liceo). Il Comitato Studenti del Collegio Papio è attivo, propositivo e collabora con la Direzione per la gestione di attività di vario genere (lezioni private, incontri informativi,…) La Fondazione Collegio Papio ha creato alcune commissioni interne per ottimizzare il proprio mandato . Esiste un Comitato di fondazione, una «Commissione finanze», una «Commissione pedagogica» e una «Commissione borse di studio». In particolare quest’ultima gestisce delle risorse economiche generosamente messe a disposizione da enti esterni, affinché la frequentazione del Collegio Papio non sia preclusa a nessuno per questioni economiche. L’amministrazione del Collegio non si limita naturalmente alle questioni educative e formative. L’aspetto gestionale delle strutture viene portato avanti parallelamente. A partire dal 2011 sono in corso importanti progetti di ampliamento dell’immobile (nuovo edificio per cucine, mensa e centrale termica) e di modernizzazione degli impianti (impianto geotermico e fotovoltaico). La vita del Collegio Papio, grazie anche alla presenza sul proprio sedime della rinomata Chiesa di S.Maria della Misericordia, è particolarmente animata durante tutto l’anno, ospitando importanti concerti, seminari e serate pubbliche. Non mancano certamente le numerose cerimonie religiose (matrimoni e battesimi) per approfittare del magnifico chiostro e del prezioso giardino urbano medievale che offrono una particolare cornice a questi eventi. Ad aggiungersi a ciò, grazie alla professionalità dello staff di cucina, il Collegio Papio è in grado di fornire un servizio catering curato e di qualità. Viene offerta ospitalità e logistica all’annuale manifestazione JazzAscona e all’organizzazione di corsi estivi di lingue École Suisse de Langues (ESL), oltre che a varie società sportive e alle scuole comunali presso il centro sportivo. www.collegiopapio.ch

Valutazione 4.3 di 5 stelle su 4 valutazioni

 Aperto fino a 18:00
 Aperto fino a 17:30
Pamo Ponteggi SA

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 6 valutazioni

Pamo Ponteggi SA

6500 BellinzonaCasella postale, 6501 Bellinzona
PAMO PONTEGGI SA

Benvenuti La PAMO PONTEGGI SA ha un’antica tradizione nel settore dei ponteggi, opera sin dal 1986 con sede legale a Bellinzona. Ed è grazie alla sua ventennale esperienza unita all’impiego di personale specializzato, che riesce a far fronte a qualsiasi richiesta, anche quella più esigente per ponteggi particolari, tanto da farne il suo punto di forza. È una ditta specializzata unicamente nel montaggio, smontaggio e noleggio di ponteggi di ogni genere ed è membro della «SISP Società degli imprenditori Svizzeri dei Ponteggi». Occupa regolarmente una quindicina di collaboratori qualificati, distribuiti fra montaggio, supporto tecnico ed amministrazione. Utilizziamo materiale professionale e di elevata qualità con una capacità di circa 300’000 m² di ponteggi di facciata, ponteggi speciali per il risanamento di ponti, costruzioni industriali, passerelle, manifestazioni, ecc., tetti provvisori o d’emergenza, scale a torre, ponteggi mobili, ponteggi sospesi, reti di sicurezza contro la caduta, ponteggi di protezione di ogni genere, piattaforme di lavoro, montacarichi manuali ed elettrici, ecc. La PAMO PONTEGGI SA opera nei seguenti settori: case uni e pluri familiari, stabili abitativi e industriali, capannoni, lavori istituzionali, chiese, ponti, autostrade, ecc. Tipologia di ponteggi Qui di seguito vengono descritte le varie tipologie di ponteggi che realizziamo, per ulteriori dettagli cliccare sulle corrispettive voci dell’elenco. • Ponteggi di facciata • Ponteggi per copritetto e lattoniere • Ponteggio di protezione per tetti piani a falde • Ponteggi per soffitto • Piatteforme di lavoro • Scale a torre • Ponteggi mobili • Passerelle • Tetti parapioggia • Tetti provvisori • Modine • Montacarichi • Reti di sicurezza • Ponteggi speciali SERVIZI La PAMO PONTEGGI SA è in grado di offrirvi i seguenti servizi: Sopraluoghi e preventivi (senza alcun impegno). Trasporto e scarico materiale in cantiere (anche con elicottero). Montaggio – smontaggio (per qualsiasi tipologia di ponteggi, anche i più complicati e particolari). INFORMAZIONI TECNICHE La PAMO PONTEGGI SA è provvista di molteplici attrezzature per soddisfare tutte le richieste della clientela anche quella più esigente. • Opera con ponteggio in alluminio e in acciaio di diverse tipologie: • Ponteggio a «telaio prefabbricato» larghezza: 60 cm, 90 cm. • Ponteggio «multidirezionale». • Ponteggio speciale. ULTERIORI INFORMAZIONI • Norme per la misurazione e sicurezza (download). • «strumenti di pianificazione», sito della SUVA. • «lista di controllo ufficiale» sito del SUVA. • «metodo di misurazione ponteggi» sito del SISP . • «norme di sicurezza in ambito dei ponteggi» sito SUVA. Per ulteriori informazioni vedi anche la pagina dei Links.

PremiumIscrizione Premium
PonteggiNoleggio
6500 BellinzonaCasella postale, 6501 Bellinzona
PonteggiNoleggio
PAMO PONTEGGI SA

Benvenuti La PAMO PONTEGGI SA ha un’antica tradizione nel settore dei ponteggi, opera sin dal 1986 con sede legale a Bellinzona. Ed è grazie alla sua ventennale esperienza unita all’impiego di personale specializzato, che riesce a far fronte a qualsiasi richiesta, anche quella più esigente per ponteggi particolari, tanto da farne il suo punto di forza. È una ditta specializzata unicamente nel montaggio, smontaggio e noleggio di ponteggi di ogni genere ed è membro della «SISP Società degli imprenditori Svizzeri dei Ponteggi». Occupa regolarmente una quindicina di collaboratori qualificati, distribuiti fra montaggio, supporto tecnico ed amministrazione. Utilizziamo materiale professionale e di elevata qualità con una capacità di circa 300’000 m² di ponteggi di facciata, ponteggi speciali per il risanamento di ponti, costruzioni industriali, passerelle, manifestazioni, ecc., tetti provvisori o d’emergenza, scale a torre, ponteggi mobili, ponteggi sospesi, reti di sicurezza contro la caduta, ponteggi di protezione di ogni genere, piattaforme di lavoro, montacarichi manuali ed elettrici, ecc. La PAMO PONTEGGI SA opera nei seguenti settori: case uni e pluri familiari, stabili abitativi e industriali, capannoni, lavori istituzionali, chiese, ponti, autostrade, ecc. Tipologia di ponteggi Qui di seguito vengono descritte le varie tipologie di ponteggi che realizziamo, per ulteriori dettagli cliccare sulle corrispettive voci dell’elenco. • Ponteggi di facciata • Ponteggi per copritetto e lattoniere • Ponteggio di protezione per tetti piani a falde • Ponteggi per soffitto • Piatteforme di lavoro • Scale a torre • Ponteggi mobili • Passerelle • Tetti parapioggia • Tetti provvisori • Modine • Montacarichi • Reti di sicurezza • Ponteggi speciali SERVIZI La PAMO PONTEGGI SA è in grado di offrirvi i seguenti servizi: Sopraluoghi e preventivi (senza alcun impegno). Trasporto e scarico materiale in cantiere (anche con elicottero). Montaggio – smontaggio (per qualsiasi tipologia di ponteggi, anche i più complicati e particolari). INFORMAZIONI TECNICHE La PAMO PONTEGGI SA è provvista di molteplici attrezzature per soddisfare tutte le richieste della clientela anche quella più esigente. • Opera con ponteggio in alluminio e in acciaio di diverse tipologie: • Ponteggio a «telaio prefabbricato» larghezza: 60 cm, 90 cm. • Ponteggio «multidirezionale». • Ponteggio speciale. ULTERIORI INFORMAZIONI • Norme per la misurazione e sicurezza (download). • «strumenti di pianificazione», sito della SUVA. • «lista di controllo ufficiale» sito del SUVA. • «metodo di misurazione ponteggi» sito del SISP . • «norme di sicurezza in ambito dei ponteggi» sito SUVA. Per ulteriori informazioni vedi anche la pagina dei Links.

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 6 valutazioni

 Aperto fino a 17:30
 Aperto fino a 17:00
Antidoto SA

Antidoto SA

Via alla Chiesa 1, 6883 Novazzano
Antidoto SA e Rystotech: Eccellenza nella Progettazione di Cucine Professionali

Vendita di Forni Elettrici per il Food Delivery Antidoto SA si posiziona come leader indiscusso nella vendita di forni elettrici per pizzerie di asporto, offrendo soluzioni tecnologicamente avanzate che garantiscono la perfetta cottura della pizza. La nostra gamma di forni elettrici è progettata per soddisfare le esigenze di efficienza e qualità del servizio di food delivery. Progettazione di Cucine Professionali per Ristoranti e Pizzerie Sotto il marchio Rystotech, Antidoto SA eccelle nella progettazione di cucine professionali per ristoranti e pizzerie. I nostri progetti si concentrano sull'ottimizzazione degli spazi e sull'implementazione di soluzioni intelligenti per migliorare l'efficienza operativa e ridurre i tempi di preparazione. Innovazione nella Progettazione di Ristoranti Rystotech si distingue per la sua capacità di creare design innovativi, trasformando i ristoranti in spazi funzionali ed esteticamente accattivanti. La nostra expertise copre ogni aspetto della progettazione di ristoranti, garantendo soluzioni su misura che rispondono alle specifiche esigenze dei nostri clienti. Soluzioni su Misura per la Progettazione di Pizzerie La progettazione di pizzerie richiede un approccio specializzato, che Rystotech sa offrire grazie alla profonda conoscenza del settore. Dall'arredamento alla disposizione ottimale delle attrezzature, progettiamo pizzerie che non solo sono belle da vedere, ma anche incredibilmente funzionali, per un servizio rapido e di qualità. Visitate il nostro sito web https://www.rystotech.com/ per scoprire come le nostre soluzioni di progettazione e i nostri forni elettrici possono rivoluzionare il vostro ristorante o pizzeria. Con Antidoto SA e Rystotech, avrete un partner affidabile e innovativo al vostro fianco.

PremiumIscrizione Premium
Design industriale, design del prodottoFood DeliveryForniture per AlbergoArchitettura d'interniConsegne a domicilioTake Away
Via alla Chiesa 1, 6883 Novazzano
Design industriale, design del prodottoFood DeliveryForniture per AlbergoArchitettura d'interniConsegne a domicilioTake Away
Antidoto SA e Rystotech: Eccellenza nella Progettazione di Cucine Professionali

Vendita di Forni Elettrici per il Food Delivery Antidoto SA si posiziona come leader indiscusso nella vendita di forni elettrici per pizzerie di asporto, offrendo soluzioni tecnologicamente avanzate che garantiscono la perfetta cottura della pizza. La nostra gamma di forni elettrici è progettata per soddisfare le esigenze di efficienza e qualità del servizio di food delivery. Progettazione di Cucine Professionali per Ristoranti e Pizzerie Sotto il marchio Rystotech, Antidoto SA eccelle nella progettazione di cucine professionali per ristoranti e pizzerie. I nostri progetti si concentrano sull'ottimizzazione degli spazi e sull'implementazione di soluzioni intelligenti per migliorare l'efficienza operativa e ridurre i tempi di preparazione. Innovazione nella Progettazione di Ristoranti Rystotech si distingue per la sua capacità di creare design innovativi, trasformando i ristoranti in spazi funzionali ed esteticamente accattivanti. La nostra expertise copre ogni aspetto della progettazione di ristoranti, garantendo soluzioni su misura che rispondono alle specifiche esigenze dei nostri clienti. Soluzioni su Misura per la Progettazione di Pizzerie La progettazione di pizzerie richiede un approccio specializzato, che Rystotech sa offrire grazie alla profonda conoscenza del settore. Dall'arredamento alla disposizione ottimale delle attrezzature, progettiamo pizzerie che non solo sono belle da vedere, ma anche incredibilmente funzionali, per un servizio rapido e di qualità. Visitate il nostro sito web https://www.rystotech.com/ per scoprire come le nostre soluzioni di progettazione e i nostri forni elettrici possono rivoluzionare il vostro ristorante o pizzeria. Con Antidoto SA e Rystotech, avrete un partner affidabile e innovativo al vostro fianco.

 Aperto fino a 17:00
 Aperto fino a 17:30
ARMANDO DADÒ EDITORE Tipografia Stazione SA

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 3 valutazioni

ARMANDO DADÒ EDITORE Tipografia Stazione SA

Via Giovan Antonio Orelli 29, 6600 Locarno

Nella sua attività la casa editrice di Armando Dadò ha pubblicato più di mille libri. Il catalogo, che è andato componendosi dal 1961 ad oggi, comprende opere riguardanti i più diversi settori: dalla letteratura all'arte, dalla storia alla politica, dal costume all'etnografia, dall'attualità alle scienze naturali. Molti dei volumi pubblicati, in particolare negli scorsi anni, sono legati alla realtà regionale, indagata nei suoi vari aspetti; una realtà che la casa locarnese ha cercato e cerca di promuovere non solo all'interno dei confini regionali e cantonali ma anche al loro esterno, facendo conoscere oltre Gottardo e in Italia le specificità delle nostre terre. Per ritrovare le origini dell'azienda bisogna riandare all'estate del 1961, quando un gruppo di amici decide di riunire forze e fondi necessari per dar vita a Locarno a una nuova tipografia. Ufficialmente essa nasce il 22 luglio di quell'anno, giorno di costituzione di una società anonima che dichiara un capitale sociale di 150 mila franchi e che annovera nel suo Consiglio d'amministrazione anche Plinio Martini, scrittore valmaggese che qualche anno più tardi animerà la scena letteraria della Svizzera italiana. Prudente l'esordio: nei primi anni l'attività è essenzialmente quella di una piccola tipografia che impiega meno di una mezza dozzina di collaboratori. L'azienda è insediata in un paio di locali del vecchio Palazzo Pax di Muralto, proprio di fronte alla Stazione FFS (è in virtù di questa vicinanza che le si darà il nome di Tipografia Stazione). I primi lavori sono stampati commerciali, composti al piombo e impressi secondo i metodi di una tradizione che oggi è ormai tramontata. Al titolare però la sola attività di stampatore non basta: scopre la passione per i libri. Armando Dadò arriva all'editoria per il tramite di una conoscenza che si trasformerà in seguito in fertile amicizia: quella con il poeta e incisore Giovanni Bianconi, che gli propone di pubblicare un suo libro di etnografia regionale. La gratificazione provata nel 1965 all'uscita di Artigianati scomparsi conforta il giovane tipografo valmaggese nelle sue speranze e lo persuade a imboccare una strada certo difficile, irta di insidie e difficoltà, ma fatta anche di vive soddisfazioni, di contatti umani e di intime comunanze. Di fondamentale importanza sarà l'incontro con Piero Bianconi, fratello di Giovanni: i suoi Occhi sul Ticino e Ticino com'era sono opere che – al di là del successo di vendite quasi insperato – confermeranno Dadò nei suoi intendimenti culturali. Attività culturale, impegno civile Nel corso degli anni Settanta gli indirizzi della casa editrice si precisano, tanto che alcuni temi specifici segnano buona parte della produzione libraria di quegli anni. C'è soprattutto la partecipazione al dibattito civile di quel periodo, quando i ticinesi si accorgono delle «ferite» inferte alle loro terre da quasi trent'anni di sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali, di urbanizzazione selvaggia, di svendita del territorio. È nelle opere di Piero Bianconi, e di altri autori, che appare evidente la necessità di ricuperare e difendere un patrimonio di civiltà contadina messo in pericolo (se non già largamente compromesso) da deleterie dinamiche economiche e sociali innescatesi in Ticino a partire dal secondo dopoguerra. L'interesse per la storia, le vicende e gli aspetti del passato è confermato dal successo editoriale di diverse altre opere che appaiono in quegli anni: basti citare la Storia del Cantone Ticino di Giulio Rossi ed Eligio Pometta e le sue ventimila copie vendute. In quel periodo la casa locarnese ha ormai fissato solide radici. Parallelamente, il settore tipografico conosce una vera e propria rivoluzione tecnologica che porta alla soppressione del piombo per far posto a nuove tecniche di fotoriproduzione e, soprattutto, all'avvento dell'informatica. L'attività editoriale può così rafforzarsi e le pubblicazioni iniziano a ordinarsi in un programma coerente con gli indirizzi della casa. È così che al principio degli anni Ottanta vengono avviate le collane de «Il Castagno» e de «L'Officina» : nella prima trovano posto testimonianze di autori del passato, mentre la seconda è riservata a studi condotti secondo i più moderni criteri di ricerca. In particolare ne «Il Castagno» Dadò inizia sin da subito a proporre opere di autori come Karl Viktor von Bonstetten, Hans Rudolf Schinz e Otto Weiss, la cui traduzione e pubblicazione darà un contributo fondamentale alla storiografia cantonale. Gli orizzonti si ampliano A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta cresce l'impegno nel campo delle traduzioni e ciò apre nuove interessanti prospettive alla casa editrice locarnese: pur continuando nell'opera di valorizzazione del patrimonio culturale della Svizzera italiana, Dadò rivolge l'attenzione anche alla storia e alle letterature nazionali. Lo spettro quindi si allarga, tanto che a temi di interesse regionale si sovrappongono opere di portata più ampia, che riescono a guadagnarsi l'attenzione anche della stampa e del pubblico italiano. Gli anni Novanta sono stati segnati da una serie di iniziative che hanno profilato ancor maggiormente gli indirizzi culturali di Dadò: tra queste si può senz'altro citare la collaborazione con la Pro Grigioni Italiano che ha portato alla nascita dell'omonima collana, la pubblicazione dei tre volumi dell' Introduzione al paesaggio naturale e dei nove dell' Atlante dell'edilizia rurale - in co-edizione con il Museo cantonale di storia naturale, rispettivamente con la Scuola tecnica superiore del Cantone Ticino - che risultano fra le opere più importanti apparse in Ticino in questi ultimi anni. Nel corso del decennio hanno visto la luce diverse nuove collane. Quella de «I Classici» , diretta da Carlo Carena, vanta già in catalogo una decina di capolavori della nostra civiltà: citiamo il Libro di Giobbe , il Trattato sulla tolleranza di Voltaire, il Lamento della Pace di Erasmo da Rotterdam, la Storia della Colonna Infame del Manzoni, nonché la nuova traduzione de I Vangeli , curata da un gruppo di insigni specialisti italiani, edizione che ha suscitato vasta e positiva eco anche nel mondo culturale italiano. Attenzione e interesse suscita pure la collana «Alea» , nella quale sono confluite raccolte di poeti di indiscusso valore come Piero Bigongiari, Jacques Dupin, Neuro Bonifazi, Fabio Muggiasca, Dubravko Pusek, Gilberto Isella, Ismail Kadaré e Giovanni Bonalumi. In particolare le raccolte di questi ultimi due autori hanno ottenuto significativi riconoscimenti dalla critica italiana: Kadaré con l'opera Le spiagge d'inverno , che ha vinto il Premio Regione Brianza nel 1996; Bonalumi con La traversata del Gottardo , una serie di traduzioni poetiche dal francese e dal tedesco che è pure stata insignita del Premio Città di Monselice; un riconoscimento che, per quanto riguarda la traduzione, è il più prestigioso dell'intera area italiana. Ma l'accresciuto impegno editoriale si è concretizzato in diverse altre iniziative: è il caso della collana «Il Cardellino» – dove si ospitano opere letterarie di autori svizzeri e stranieri scelti secondo i criteri della varietà e dell'originalità – e quella de «I Sottili» che raccoglie testi in minore per quanto riguarda la forma editoriale ma di acuto e penetrante spessore intellettuale. Nel 1998, in occasione del 150° anniversario della costituzione dello Stato federale, è poi stata inaugurata la collana intitolata «I Cristalli - Helvetia nobilis» , destinata ad opere di narrativa e di saggistica, mai tradotte finora o non più disponibili, di scrittori in prevalenza svizzeri di lingua tedesca, francese e romancia. Ai lettori italofoni sono stati finora proposti o sono in fase di preparazione capolavori come La Svizzera. Storia di un popolo felice di Denis de Rougemont e Il Santo di Conrad Ferdinand Meyer, Il dolore dei contadini di Corinna Bille, Adamo ed Eva di Charles-Ferdinand Ramuz, Dal Diario berlinese di Max Frisch e testi di molti altri scrittori di grande spessore letterario come Walser, Chappaz, Muschg, Tocqueville, Gotthelf, Jung, Dürrenmatt, Zweig, Mme de Staël e altri. Con La Svizzera tra origini e progresso di Peter von Matt, la collana ha raggiunto il traguardo dei cinquanta titoli pubblicati, e da allora l’attività prosegue con rinnovato vigore. L'intendimento è che questi testi contribuiscano a una riflessione sull'identità elvetica e sul lungo cammino che ha portato al formarsi dello Stato attuale. Tra le ultime nate due collane che stanno portando grandi soddisfazioni all’editore. Una è «La Rondine» , che raccoglie i migliori frutti della narrativa svizzero-italiana dell'Otto e Novecento, avviata nel 2000 con una nuova edizione del Signore dei poveri morti di Felice Filippini poi proseguita con l'uscita di Lungo la strada , originale raccolta di prose di Anna Gnesa, del Requiem per zia Domenica di Plinio Martini e da La cava della sabbia di Pio Ortelli come pure le nuove edizioni di Albero genealogico di Piero Bianconi e La voce del padre di Ugo Canonica, e l’inedito di Remo Beretta I giorni e la morte . La seconda nasce nel 2008 con La baronessa delle isole , di Daniela Calastri-Winzenried. È «La Betulla» che, sull'esempio di questa pianta pioniera, dà la possibilità a scrittori non ancora affermati di proporsi al pubblico dei lettori. Recentissimo è il varo della collana «Le Sfide della Svizzera» , curata dal politologo Oscar Mazzoleni, che vuole riflettere sulla realtà elvetica partendo da contributi di specialisti del settore. Non solo libri La diversificazione dell'attività editoriale ha portato Dadò ad entrare anche nel mondo della stampa periodica. Lo ha fatto dando il via alla pubblicazione di due periodici regionali: La Rivista del Locarnese e valli nel 1994 e Il Mendrisiotto nel 1999, che con gli anni si sono ampiamente affermate nel tessuto sociale locale, acquisendo una loro identità e autorevolezza. Sulla scia del successo delle due riviste, gli ultimi anni hanno visto nascere due nuove pubblicazioni, La Turrita , destinata ai lettori del Bellinzonese e del piano di Magadino, e Il Ceresio , periodico del Luganese. Presente e futuro Nel ristretto mercato dell'editoria ticinese la produzione libraria della casa editrice Dadò è da considerarsi per molti versi eccezionale: oggi sono quasi una trentina i volumi che escono ogni anno con il suo marchio. Un marchio che è garanzia di qualità, sia per il livello culturale delle pubblicazioni, sia per quel che riguarda l'eccellenza grafica del prodotto. Non è un caso che alcune delle opere pubblicate a Locarno sono state insignite del «Premio Lago Maggiore» e che altre hanno vinto il concorso indetto dalla giuria de «I più bei libri svizzeri dell'anno», patrocinato dal Dipartimento federale dell'interno. Ma altri riconoscimenti hanno gratificato l'attività di Dadò: nel 1991, in occasione del 700° della Confederazione, l'editore locarnese si è visto assegnare la stampa e la pubblicazione del Dizionario delle letterature svizzere ; e ancor maggior prestigio ha portato alla casa l'edizione italiana del Dizionario Storico della Svizzera , monumentale opera di ricerca che è partita nel 2002 e si è conclusa nel 2014 con il tredicesimo volume. Un'operazione, questa, che ha sottoposto la casa editrice a un impegno non indifferente, tanto nella preparazione e nella stampa dei volumi, quanto nella promozione e diffusione. Ormai superato il mezzo secolo di vita, la casa editrice locarnese si ritrova in un momento che, se paragonato alla vita di un uomo, corrisponde alla maturità. Momento in cui l'esperienza e l'ormai piena coscienza della propria identità inducono a profondere le migliori energie. Un obiettivo e una sfida. È quanto si proporrà di fare la casa editrice nei prossimi anni: continuando ad offrire ai lettori delle opere di valore e qualità, cogliendo le voci più importanti della narrativa e della saggistica della Svizzera italiana, proponendo in traduzione quelle altrettanto significative delle altre culture nazionali, promuovendo infine le nostre specificità culturali anche di là dei limiti regionali, in Italia e in Europa. Servizi offerti Da oltre 50 anni la Tipografia Stazione SA è attiva nel Locarnese. Grazie ai macchinari più moderni e al personale formato e competente siamo in grado di soddisfare anche le esigenze più particolari dei nostri clienti. Fra i servizi più richiesti: • Prospetti e depliant • Riviste • Fascicoli e libri • Buste e carta da lettere • Biglietti da visita • Bloc notes Se hai un’idea ma non sai come realizzarla, i nostri grafici sono a disposizione per dar forma alla tua creatività!

PremiumIscrizione Premium
EditoriGiornali e rivisteTipografiaStampa digitale
Via Giovan Antonio Orelli 29, 6600 Locarno
EditoriGiornali e rivisteTipografiaStampa digitale

Nella sua attività la casa editrice di Armando Dadò ha pubblicato più di mille libri. Il catalogo, che è andato componendosi dal 1961 ad oggi, comprende opere riguardanti i più diversi settori: dalla letteratura all'arte, dalla storia alla politica, dal costume all'etnografia, dall'attualità alle scienze naturali. Molti dei volumi pubblicati, in particolare negli scorsi anni, sono legati alla realtà regionale, indagata nei suoi vari aspetti; una realtà che la casa locarnese ha cercato e cerca di promuovere non solo all'interno dei confini regionali e cantonali ma anche al loro esterno, facendo conoscere oltre Gottardo e in Italia le specificità delle nostre terre. Per ritrovare le origini dell'azienda bisogna riandare all'estate del 1961, quando un gruppo di amici decide di riunire forze e fondi necessari per dar vita a Locarno a una nuova tipografia. Ufficialmente essa nasce il 22 luglio di quell'anno, giorno di costituzione di una società anonima che dichiara un capitale sociale di 150 mila franchi e che annovera nel suo Consiglio d'amministrazione anche Plinio Martini, scrittore valmaggese che qualche anno più tardi animerà la scena letteraria della Svizzera italiana. Prudente l'esordio: nei primi anni l'attività è essenzialmente quella di una piccola tipografia che impiega meno di una mezza dozzina di collaboratori. L'azienda è insediata in un paio di locali del vecchio Palazzo Pax di Muralto, proprio di fronte alla Stazione FFS (è in virtù di questa vicinanza che le si darà il nome di Tipografia Stazione). I primi lavori sono stampati commerciali, composti al piombo e impressi secondo i metodi di una tradizione che oggi è ormai tramontata. Al titolare però la sola attività di stampatore non basta: scopre la passione per i libri. Armando Dadò arriva all'editoria per il tramite di una conoscenza che si trasformerà in seguito in fertile amicizia: quella con il poeta e incisore Giovanni Bianconi, che gli propone di pubblicare un suo libro di etnografia regionale. La gratificazione provata nel 1965 all'uscita di Artigianati scomparsi conforta il giovane tipografo valmaggese nelle sue speranze e lo persuade a imboccare una strada certo difficile, irta di insidie e difficoltà, ma fatta anche di vive soddisfazioni, di contatti umani e di intime comunanze. Di fondamentale importanza sarà l'incontro con Piero Bianconi, fratello di Giovanni: i suoi Occhi sul Ticino e Ticino com'era sono opere che – al di là del successo di vendite quasi insperato – confermeranno Dadò nei suoi intendimenti culturali. Attività culturale, impegno civile Nel corso degli anni Settanta gli indirizzi della casa editrice si precisano, tanto che alcuni temi specifici segnano buona parte della produzione libraria di quegli anni. C'è soprattutto la partecipazione al dibattito civile di quel periodo, quando i ticinesi si accorgono delle «ferite» inferte alle loro terre da quasi trent'anni di sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali, di urbanizzazione selvaggia, di svendita del territorio. È nelle opere di Piero Bianconi, e di altri autori, che appare evidente la necessità di ricuperare e difendere un patrimonio di civiltà contadina messo in pericolo (se non già largamente compromesso) da deleterie dinamiche economiche e sociali innescatesi in Ticino a partire dal secondo dopoguerra. L'interesse per la storia, le vicende e gli aspetti del passato è confermato dal successo editoriale di diverse altre opere che appaiono in quegli anni: basti citare la Storia del Cantone Ticino di Giulio Rossi ed Eligio Pometta e le sue ventimila copie vendute. In quel periodo la casa locarnese ha ormai fissato solide radici. Parallelamente, il settore tipografico conosce una vera e propria rivoluzione tecnologica che porta alla soppressione del piombo per far posto a nuove tecniche di fotoriproduzione e, soprattutto, all'avvento dell'informatica. L'attività editoriale può così rafforzarsi e le pubblicazioni iniziano a ordinarsi in un programma coerente con gli indirizzi della casa. È così che al principio degli anni Ottanta vengono avviate le collane de «Il Castagno» e de «L'Officina» : nella prima trovano posto testimonianze di autori del passato, mentre la seconda è riservata a studi condotti secondo i più moderni criteri di ricerca. In particolare ne «Il Castagno» Dadò inizia sin da subito a proporre opere di autori come Karl Viktor von Bonstetten, Hans Rudolf Schinz e Otto Weiss, la cui traduzione e pubblicazione darà un contributo fondamentale alla storiografia cantonale. Gli orizzonti si ampliano A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta cresce l'impegno nel campo delle traduzioni e ciò apre nuove interessanti prospettive alla casa editrice locarnese: pur continuando nell'opera di valorizzazione del patrimonio culturale della Svizzera italiana, Dadò rivolge l'attenzione anche alla storia e alle letterature nazionali. Lo spettro quindi si allarga, tanto che a temi di interesse regionale si sovrappongono opere di portata più ampia, che riescono a guadagnarsi l'attenzione anche della stampa e del pubblico italiano. Gli anni Novanta sono stati segnati da una serie di iniziative che hanno profilato ancor maggiormente gli indirizzi culturali di Dadò: tra queste si può senz'altro citare la collaborazione con la Pro Grigioni Italiano che ha portato alla nascita dell'omonima collana, la pubblicazione dei tre volumi dell' Introduzione al paesaggio naturale e dei nove dell' Atlante dell'edilizia rurale - in co-edizione con il Museo cantonale di storia naturale, rispettivamente con la Scuola tecnica superiore del Cantone Ticino - che risultano fra le opere più importanti apparse in Ticino in questi ultimi anni. Nel corso del decennio hanno visto la luce diverse nuove collane. Quella de «I Classici» , diretta da Carlo Carena, vanta già in catalogo una decina di capolavori della nostra civiltà: citiamo il Libro di Giobbe , il Trattato sulla tolleranza di Voltaire, il Lamento della Pace di Erasmo da Rotterdam, la Storia della Colonna Infame del Manzoni, nonché la nuova traduzione de I Vangeli , curata da un gruppo di insigni specialisti italiani, edizione che ha suscitato vasta e positiva eco anche nel mondo culturale italiano. Attenzione e interesse suscita pure la collana «Alea» , nella quale sono confluite raccolte di poeti di indiscusso valore come Piero Bigongiari, Jacques Dupin, Neuro Bonifazi, Fabio Muggiasca, Dubravko Pusek, Gilberto Isella, Ismail Kadaré e Giovanni Bonalumi. In particolare le raccolte di questi ultimi due autori hanno ottenuto significativi riconoscimenti dalla critica italiana: Kadaré con l'opera Le spiagge d'inverno , che ha vinto il Premio Regione Brianza nel 1996; Bonalumi con La traversata del Gottardo , una serie di traduzioni poetiche dal francese e dal tedesco che è pure stata insignita del Premio Città di Monselice; un riconoscimento che, per quanto riguarda la traduzione, è il più prestigioso dell'intera area italiana. Ma l'accresciuto impegno editoriale si è concretizzato in diverse altre iniziative: è il caso della collana «Il Cardellino» – dove si ospitano opere letterarie di autori svizzeri e stranieri scelti secondo i criteri della varietà e dell'originalità – e quella de «I Sottili» che raccoglie testi in minore per quanto riguarda la forma editoriale ma di acuto e penetrante spessore intellettuale. Nel 1998, in occasione del 150° anniversario della costituzione dello Stato federale, è poi stata inaugurata la collana intitolata «I Cristalli - Helvetia nobilis» , destinata ad opere di narrativa e di saggistica, mai tradotte finora o non più disponibili, di scrittori in prevalenza svizzeri di lingua tedesca, francese e romancia. Ai lettori italofoni sono stati finora proposti o sono in fase di preparazione capolavori come La Svizzera. Storia di un popolo felice di Denis de Rougemont e Il Santo di Conrad Ferdinand Meyer, Il dolore dei contadini di Corinna Bille, Adamo ed Eva di Charles-Ferdinand Ramuz, Dal Diario berlinese di Max Frisch e testi di molti altri scrittori di grande spessore letterario come Walser, Chappaz, Muschg, Tocqueville, Gotthelf, Jung, Dürrenmatt, Zweig, Mme de Staël e altri. Con La Svizzera tra origini e progresso di Peter von Matt, la collana ha raggiunto il traguardo dei cinquanta titoli pubblicati, e da allora l’attività prosegue con rinnovato vigore. L'intendimento è che questi testi contribuiscano a una riflessione sull'identità elvetica e sul lungo cammino che ha portato al formarsi dello Stato attuale. Tra le ultime nate due collane che stanno portando grandi soddisfazioni all’editore. Una è «La Rondine» , che raccoglie i migliori frutti della narrativa svizzero-italiana dell'Otto e Novecento, avviata nel 2000 con una nuova edizione del Signore dei poveri morti di Felice Filippini poi proseguita con l'uscita di Lungo la strada , originale raccolta di prose di Anna Gnesa, del Requiem per zia Domenica di Plinio Martini e da La cava della sabbia di Pio Ortelli come pure le nuove edizioni di Albero genealogico di Piero Bianconi e La voce del padre di Ugo Canonica, e l’inedito di Remo Beretta I giorni e la morte . La seconda nasce nel 2008 con La baronessa delle isole , di Daniela Calastri-Winzenried. È «La Betulla» che, sull'esempio di questa pianta pioniera, dà la possibilità a scrittori non ancora affermati di proporsi al pubblico dei lettori. Recentissimo è il varo della collana «Le Sfide della Svizzera» , curata dal politologo Oscar Mazzoleni, che vuole riflettere sulla realtà elvetica partendo da contributi di specialisti del settore. Non solo libri La diversificazione dell'attività editoriale ha portato Dadò ad entrare anche nel mondo della stampa periodica. Lo ha fatto dando il via alla pubblicazione di due periodici regionali: La Rivista del Locarnese e valli nel 1994 e Il Mendrisiotto nel 1999, che con gli anni si sono ampiamente affermate nel tessuto sociale locale, acquisendo una loro identità e autorevolezza. Sulla scia del successo delle due riviste, gli ultimi anni hanno visto nascere due nuove pubblicazioni, La Turrita , destinata ai lettori del Bellinzonese e del piano di Magadino, e Il Ceresio , periodico del Luganese. Presente e futuro Nel ristretto mercato dell'editoria ticinese la produzione libraria della casa editrice Dadò è da considerarsi per molti versi eccezionale: oggi sono quasi una trentina i volumi che escono ogni anno con il suo marchio. Un marchio che è garanzia di qualità, sia per il livello culturale delle pubblicazioni, sia per quel che riguarda l'eccellenza grafica del prodotto. Non è un caso che alcune delle opere pubblicate a Locarno sono state insignite del «Premio Lago Maggiore» e che altre hanno vinto il concorso indetto dalla giuria de «I più bei libri svizzeri dell'anno», patrocinato dal Dipartimento federale dell'interno. Ma altri riconoscimenti hanno gratificato l'attività di Dadò: nel 1991, in occasione del 700° della Confederazione, l'editore locarnese si è visto assegnare la stampa e la pubblicazione del Dizionario delle letterature svizzere ; e ancor maggior prestigio ha portato alla casa l'edizione italiana del Dizionario Storico della Svizzera , monumentale opera di ricerca che è partita nel 2002 e si è conclusa nel 2014 con il tredicesimo volume. Un'operazione, questa, che ha sottoposto la casa editrice a un impegno non indifferente, tanto nella preparazione e nella stampa dei volumi, quanto nella promozione e diffusione. Ormai superato il mezzo secolo di vita, la casa editrice locarnese si ritrova in un momento che, se paragonato alla vita di un uomo, corrisponde alla maturità. Momento in cui l'esperienza e l'ormai piena coscienza della propria identità inducono a profondere le migliori energie. Un obiettivo e una sfida. È quanto si proporrà di fare la casa editrice nei prossimi anni: continuando ad offrire ai lettori delle opere di valore e qualità, cogliendo le voci più importanti della narrativa e della saggistica della Svizzera italiana, proponendo in traduzione quelle altrettanto significative delle altre culture nazionali, promuovendo infine le nostre specificità culturali anche di là dei limiti regionali, in Italia e in Europa. Servizi offerti Da oltre 50 anni la Tipografia Stazione SA è attiva nel Locarnese. Grazie ai macchinari più moderni e al personale formato e competente siamo in grado di soddisfare anche le esigenze più particolari dei nostri clienti. Fra i servizi più richiesti: • Prospetti e depliant • Riviste • Fascicoli e libri • Buste e carta da lettere • Biglietti da visita • Bloc notes Se hai un’idea ma non sai come realizzarla, i nostri grafici sono a disposizione per dar forma alla tua creatività!

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 3 valutazioni

 Aperto fino a 17:30
* Nessun materiale pubblicitario