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Casa a Ticino (Cantone)

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METROPOLIS IMMOBILIARE
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METROPOLIS IMMOBILIARE

Via Cantonale 43, 6928 Manno
L'immobiliare Leader a Lugano

Metropolis VIP Real Estate è uno Studio di Intermediazione Immobiliare membro SVIT Ticino, fondato da Valerio Villa e Alessandro Poppale a Lugano e vanta un'esperienza di oltre 15 anni sul territorio del Canton Ticino. Ad oggi è composto da un numeroso e dinamico team organizzato di professionisti, ognuno specializzato in diverse aree professionali, quali Consulenza e Mediazione, Gestione e Controllo Documentale, Amministrazione, Marketing, Customer Service ed ulteriori servizi complementari. Nel corso della sua attività, Metropolis VIP Real Estate Sagl ha servito con successo migliaia di clienti e proprietari ed analizzato dettagliatamente ogni procedura relativa all'intera gestione di un immobile, dalla stipula di un mandato alla raccolta della documentazione, alla creazione e pubblicazione degli annunci, alle modalità di visita, fino alla firma del rogito, distinguendosi per meticolosità e perizia professionale oltre che per essere l'unica attività sul territorio ad aver realizzato Video Visite guidate con presentazioni esclusive di ogni immobile a cura del titolare Valerio Villa, visibili mediante l'ormai popolare Canale Youtube ufficiale. Metropolis, a seguito di una lunga esperienza e di un approccio altamente professionale al settore, ha dato vita a REALPLAT, l'innovativo sistema gestionale per professionisti immobiliari, che consente di accedere in breve tempo ad un archivio completo ed ordinato di tutti i contatti di clienti, proprietari e colleghi, oltre che di tutti gli immobili acquisiti con la relativa documentazione, così come di tutto ciò che riguarda l'andamento della produzione di ogni singolo elemento del suo organico, il tutto gestibile in completa autonomia. Tramite l'analisi incrociata dei dati di clienti ed immobili, Metropolis ha la possibilità di proporre ogni oggetto unicamente ai clienti qualificati per l'acquisto, con un notevole risparmio di tempo tra l'acquisizione delle proprietà e la conclusione della compravendita, garantendo sia alla parte acquirente sia a quella venditrice il migliore servizio possibile, con una gestione operativa degna degli standard più elevati e risultati certi al 100%. Inoltre, Metropolis vanta una collaborazione sinergica con una fitta rete di figure professionali interne all'area bancaria, ipotecaria, finanziaria, assicurativa e notarile garantendo ad ogni cliente un servizio completo a 360 gradi. • ACQUISTA • Affitta • Affidaci il Tuo Immobile • Immobili Venduti • Su di Noi

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Agenzia immobiliareImmobiliImmobiliarePerizie immobiliariIpoteca agente immobiliare
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Metropolis VIP Real Estate è uno Studio di Intermediazione Immobiliare membro SVIT Ticino, fondato da Valerio Villa e Alessandro Poppale a Lugano e vanta un'esperienza di oltre 15 anni sul territorio del Canton Ticino. Ad oggi è composto da un numeroso e dinamico team organizzato di professionisti, ognuno specializzato in diverse aree professionali, quali Consulenza e Mediazione, Gestione e Controllo Documentale, Amministrazione, Marketing, Customer Service ed ulteriori servizi complementari. Nel corso della sua attività, Metropolis VIP Real Estate Sagl ha servito con successo migliaia di clienti e proprietari ed analizzato dettagliatamente ogni procedura relativa all'intera gestione di un immobile, dalla stipula di un mandato alla raccolta della documentazione, alla creazione e pubblicazione degli annunci, alle modalità di visita, fino alla firma del rogito, distinguendosi per meticolosità e perizia professionale oltre che per essere l'unica attività sul territorio ad aver realizzato Video Visite guidate con presentazioni esclusive di ogni immobile a cura del titolare Valerio Villa, visibili mediante l'ormai popolare Canale Youtube ufficiale. Metropolis, a seguito di una lunga esperienza e di un approccio altamente professionale al settore, ha dato vita a REALPLAT, l'innovativo sistema gestionale per professionisti immobiliari, che consente di accedere in breve tempo ad un archivio completo ed ordinato di tutti i contatti di clienti, proprietari e colleghi, oltre che di tutti gli immobili acquisiti con la relativa documentazione, così come di tutto ciò che riguarda l'andamento della produzione di ogni singolo elemento del suo organico, il tutto gestibile in completa autonomia. Tramite l'analisi incrociata dei dati di clienti ed immobili, Metropolis ha la possibilità di proporre ogni oggetto unicamente ai clienti qualificati per l'acquisto, con un notevole risparmio di tempo tra l'acquisizione delle proprietà e la conclusione della compravendita, garantendo sia alla parte acquirente sia a quella venditrice il migliore servizio possibile, con una gestione operativa degna degli standard più elevati e risultati certi al 100%. Inoltre, Metropolis vanta una collaborazione sinergica con una fitta rete di figure professionali interne all'area bancaria, ipotecaria, finanziaria, assicurativa e notarile garantendo ad ogni cliente un servizio completo a 360 gradi. • ACQUISTA • Affitta • Affidaci il Tuo Immobile • Immobili Venduti • Su di Noi

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Mignami Pittura Sagl
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Mignami Pittura Sagl

Via alla Chiesa 26, 6516 Cugnasco
Dai Colore alla Tua Vita con Mignami Pittura - Il Top nel Cuore del Bellinzonese

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PittoreRinnovazioneFacciateIsolazioniColori, design
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MiniCentro

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 1 valutazione

MiniCentro

6916 Grancia

L'asilo Nido "Mini Centro" è un servizio socio educativo rivolto ai bambini dai 3 mesi ai 3 anni di età circa, che necessitano di un collocamento diurno al di fuori della famiglia per motivazioni diverse: necessità di lavoro di entrambi i genitori, famiglie monoparentali, bisogni particolari del bambino che va inserito in una collettività di suoi coetanei. Su richiesta vengono accolti anche bambini di 4/5 anni, se per svariati motivi, non vengono subito inseriti nella scuola dell'infanzia. La struttura è autorizzata dalla Lfam, è aperta circa 240 giorni all'anno e può accogliere 20 bambini della regione. L' ente è aconfessionale e apolitico. I principi fondamentali ai quali si ispira il progetto educativo - pedagogico del nido sono: • l'attenzione al bambino ed il rispetto dei ritmi individuali di crescita • il riconoscimento dei bisogni e delle risorse del bambino • il dialogo costante tra la famiglia ed il personale educativo • l'offerta di un ambiente sicuro, nel quale il bambino può sperimentare, esprimersi, orientarsi, sviluppare l'autonomia e le relazioni socio-affettive Stanza dei piccoli (dai 3 ai 12 mesi) Lo spazio è suddiviso in due locali. Una cameretta con lettini e materassi singoli, “la stanza della nanna”. Uno spazio, dove in un angolo vi è il fasciatoio per il cambio con armadietti personalizzati, un angolo morbido, per i più piccoli, una scrivania per gli adulti, un armadietto con i giochi Stanza da gioco . È suddivisa in vari angoli. L’angolo casina dove il bambino ha la possibilità di sperimentare il gioco simbolico della casa (stirare, cucinare, bambole, passeggini ecc...), un angolo lettura con cuscini e libri dove il bambino può sedersi a sfogliarli e a guardarli, l’angolo del gioco delle macchinine e garage, l'angolo dei travestimenti e l'angolo delle costruzioni. Stanza del movimento e del sonno Vi sono parecchi materiali da gioco, una mansola con radio e CD, i materassini per il sonno e una cassettiera contenente lenzuola e copertine. Durante la giornata si utilizzano vari materiali come palloni, foulards, corde, cerchi ecc. In questo locale viene privilegiata l’attività motoria dando così la possibilità ai bambini di compiere un percorso saliscendi, correre, saltare, ballare al ritmo della musica ecc. Questo locale viene usato anche per la siesta e ogni bambino dispone di un materassino e biancheria da letto contrassegnata. Sala da pranzo Vi é un armadietto contenente l’occorrente per i pranzi (stoviglie, bavaglini,...). Un armadio con piccoli divisori contenente tutti i materiali neccessari per le attività ludiche e creative e giochi a tavolino. Una lavagna, tavoli e seggioline a misura di bambino. In questo locale si svolgono gli spuntini, i pranzi, le merende, giochi al tavolo e attività manuali. Il bagno Vi é un fasciatoio, armadietti con cestini per il cambio di vestiti e pannolini (individuali), tre lavelli con specchio e una mensola porta bicchieri per spazzolini da denti. Due gabinetti, uno a misura di bambino che permette loro di essere indipendenti. Una macchina da lavare. Un piccolo ripostiglio per prodotti e materiali di pulizia. Una farmacia. Nella sala da bagno i bambini hanno la possibilità di giocare con l’acqua. Cucina La cucina è completamente equipaggiata per la preparazione di tutti i pasti serviti ai bambini. Gli elettrodomestici e gli strumenti più all'avanguardia permettono alla cuoca di preparare cibi freschi e genuini . Ogni anno la nostra cucina viene esaminata dall'autorità cantonale competente in materia di sanità alimentare. Terrazza La nostra terrazza misura 60m2, 50 dei quali sono coperti e quindi agibili con qualsiasi tempo. Lo spazio è diviso in due zone, una è specialmente concepita per i bebè, mentre la seconda è più adatta ai bambini più grandi. In estate i bambini possono approfittare della piscina installata in terrazza: in inverno la stessa piscina è riempita di palline colorate e può quindi essere sfruttata in tutte le stagioni. In terrazza si trovano diversi giochi adatti ai bambini. Le attività proposte sono formulate sia individulmente sia a piccoli gruppi, tenendo conto della motivazione di ognuno e nel rispetto dei loro ritmi individuali.Vengono proposte attività ludiche, creative, espressive e musicali. In particolare: Il gioco libero in terrazza E’ un momento di condivisione dove a volte i bambini imparano a stare con gli altri, più piccoli o più grandi. Il materiale informe... ...come la sabbia, l'acqua , la farinetta, la schiuma da barba , la pasta di sale, i travasi , la plastilina ... segna una tappa veramente importante nella evoluzione della creatività del bambino; con questi elementi egli ha la possibilità di creare ciò che prima non esisteva. Queste attività appagano molte esigenze del bambino dal punto di vista cognitivo, motorio ed espressivo. Le attività grafico pittorica Dipingere per i bambini è un gioco naturale, è un'occasione per esprimersi liberamente. Le piccole attività di cucina Biscotti, torte, pizza, macedonia, ... I "collages" Canti e musica Ai giochi cantati e ai canti dedichiamo un momento ogni giorno, dando a questa attività un tempo e un luogo che favoriscono l'attenzione dei bambini, il senso di protezione, la quiete. La lettura e i racconti Il gioco simbolico Il bambino sviluppa una crescente capacità di usare la fantasia e la parola per imitare ciò che ha osservato. Le passeggiate e le uscite al parco giochi

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Asilo nidoAccoglienza per l'Infanzia
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Asilo nidoAccoglienza per l'Infanzia

L'asilo Nido "Mini Centro" è un servizio socio educativo rivolto ai bambini dai 3 mesi ai 3 anni di età circa, che necessitano di un collocamento diurno al di fuori della famiglia per motivazioni diverse: necessità di lavoro di entrambi i genitori, famiglie monoparentali, bisogni particolari del bambino che va inserito in una collettività di suoi coetanei. Su richiesta vengono accolti anche bambini di 4/5 anni, se per svariati motivi, non vengono subito inseriti nella scuola dell'infanzia. La struttura è autorizzata dalla Lfam, è aperta circa 240 giorni all'anno e può accogliere 20 bambini della regione. L' ente è aconfessionale e apolitico. I principi fondamentali ai quali si ispira il progetto educativo - pedagogico del nido sono: • l'attenzione al bambino ed il rispetto dei ritmi individuali di crescita • il riconoscimento dei bisogni e delle risorse del bambino • il dialogo costante tra la famiglia ed il personale educativo • l'offerta di un ambiente sicuro, nel quale il bambino può sperimentare, esprimersi, orientarsi, sviluppare l'autonomia e le relazioni socio-affettive Stanza dei piccoli (dai 3 ai 12 mesi) Lo spazio è suddiviso in due locali. Una cameretta con lettini e materassi singoli, “la stanza della nanna”. Uno spazio, dove in un angolo vi è il fasciatoio per il cambio con armadietti personalizzati, un angolo morbido, per i più piccoli, una scrivania per gli adulti, un armadietto con i giochi Stanza da gioco . È suddivisa in vari angoli. 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Gli elettrodomestici e gli strumenti più all'avanguardia permettono alla cuoca di preparare cibi freschi e genuini . Ogni anno la nostra cucina viene esaminata dall'autorità cantonale competente in materia di sanità alimentare. Terrazza La nostra terrazza misura 60m2, 50 dei quali sono coperti e quindi agibili con qualsiasi tempo. Lo spazio è diviso in due zone, una è specialmente concepita per i bebè, mentre la seconda è più adatta ai bambini più grandi. In estate i bambini possono approfittare della piscina installata in terrazza: in inverno la stessa piscina è riempita di palline colorate e può quindi essere sfruttata in tutte le stagioni. In terrazza si trovano diversi giochi adatti ai bambini. Le attività proposte sono formulate sia individulmente sia a piccoli gruppi, tenendo conto della motivazione di ognuno e nel rispetto dei loro ritmi individuali.Vengono proposte attività ludiche, creative, espressive e musicali. In particolare: Il gioco libero in terrazza E’ un momento di condivisione dove a volte i bambini imparano a stare con gli altri, più piccoli o più grandi. Il materiale informe... ...come la sabbia, l'acqua , la farinetta, la schiuma da barba , la pasta di sale, i travasi , la plastilina ... segna una tappa veramente importante nella evoluzione della creatività del bambino; con questi elementi egli ha la possibilità di creare ciò che prima non esisteva. Queste attività appagano molte esigenze del bambino dal punto di vista cognitivo, motorio ed espressivo. Le attività grafico pittorica Dipingere per i bambini è un gioco naturale, è un'occasione per esprimersi liberamente. Le piccole attività di cucina Biscotti, torte, pizza, macedonia, ... I "collages" Canti e musica Ai giochi cantati e ai canti dedichiamo un momento ogni giorno, dando a questa attività un tempo e un luogo che favoriscono l'attenzione dei bambini, il senso di protezione, la quiete. 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Valutazione 5.0 di 5 stelle su 1 valutazione

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Municipio di Lamone

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Municipio di Lamone

Via al Casello 3, 6814 Lamone
IL COMUNE

Lamone è di origine molto antica ed è diviso in tre parti distinte: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. È situato ai piedi del colle di San Zeno, le cui falde formano a meridione un anfiteatro naturale. Da alcuni anni esiste un "Sentiero naturalistico": questa via, che in parte utilizza una vecchissima mulattiera caduta in disuso, si congiunge in prossimità della cima con un sentiero che sale da Origlio, e lungo il percorso si trovano cartelli indicatori che informano sulla particolare vegetazione del luogo. La parte nuova del paese è invece situata sulla pianura che si estende a meridione della chiesa. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria, e in questa frazione passa la strada principale. Profilo storico “Lamone con l’Ostarietta, il principale villaggio, sebbene per la natura della situazione non sia capoluogo del circolo di Vezia (distretto di Lugano). La via postale rade i lembi della campagna di Lamone; ma il paese trovasi collocato a qualche distanza, alla falda di un monte che, riparandolo da’ freddi venti, gli permette di produr vini di buona riputazione. Il suo smembramento dalla parrocchia di Lugano rimonta agli anni 1580-90. Sul monte ha l’eremitaggio di San Zenone con prospetto sul val d’Agno e su quel di Lugano...” Così Stefano Franscini parla di Lamone nella sua opera “La Svizzera Italiana” edita nel 1840. Per poter meglio illustrarare il nostro comune si è attinto a quella ricchissima fonte che è la monografia storica su Lamone, scritta dal Canonico Giovanni Sarinelli (1885-1967). Le origini Lamone, nei documenti antichi (prima dell’anno 1000) è chiamato Namonne. Nel 1300 è detto Lemonno o Lemonne e in qualche caso Lamonno. Già verso il 1400 si parla però di Lemone e di Alamone, denominazioni che si avvicinano maggiormente al nome attuale di Lamone. Non è facile risolvere etimologicamente l’origine e il significato del nome di Lamone. Sarinelli afferma che probabilmente esso deriva da un antico personaggio proveniente da un villaggio italiano che ha il medesimo nome del nostro (Lamon in provincia di Belluno). Se invece consideriamo il termine più antico con II quale è definito il villaggio e cioè “Namonne, lo stesso ci può portare a riflettere sul vocabolo Iatino “nemus” che significa “bosco ricco di pascolo”. Non è da escludere infatti che il territorio dove sorse il paese di Lamone in origine fosse un luogo dedito in modo preponderante alla pastorizia. Quali fatti siano accaduti e come il villaggio si sia sviluppato, non è facile da accertare. Sappiamo poco o nulla del Ticino nell’epoca delle invasioni barbariche e dell’influsso che esse lasciarono nella popolazione. Esistono tracce archeologiche dei Longobardi nel secolo VII. Essi negli anni 568-572 conquistarono la pianura Padana e successivamente si spinsero nelle valli alpine dove, verso il 590 si scontrarono con i Franchi a Ponte Tresa. Alcuni signori longobardi possedevano beni nel Sottoceneri: tra questi possiamo annoverare un certo Totone da Campione, i cui possedimenti erano molto estesi, da comprendere anche tutte le terre di Lamone. Alla sua morte lasciò tutti i suoi beni (quindi anche le terre lamonesì) al Monastero di Sant’Ambrogio di Milano. Con questa donazione, il monastero del capoluogo lombardo divenne una delle signorie feudali dì più antica data del Sottoceneri di cui si trovarono le maggiori tracce. La giurisdizione del monastero durò fino al 1300. La vita comunitaria antica Le diverse famiglie che si trovavano a vivere l’una accanto all’altra, nella medesima terra, creavano una comunità in cui il godimento dei beni era libero a tutti senza essere proprietari. Infatti non c’era la proprietà privata che escludeva la compartecipazione di altre famiglie. La legna del bosco, la pietra per la casa erano da godersi in comune, cosi pure dicasi per i pascoli per il bestiame, mentre le terre da coltivare, di solito, venivano estratte a sorte; durante una pubblica riunione. Questa forma di autogestione era detta “vicinìa”. Essa aveva i suoi ordinamenti, tra cui citiamo, la nomina del “decano” o “console” (corrispondente all’attuale sindaco), la discussione e I’approvazione di statuti e ordinamenti per la conduzione della comunità, ecc... Le assemblee, dette “vicinanze”, potevano essere di tipo ordinario o straordinario e generalmente si tenevano nella piazza centrale del villaggio o sul sagrato della chiesa. Attività della comunità Lamone era un paese prevalentemente agricolo poiché la gente traeva sostentamento dalla coltivazione della terra e dall’allevamento del bestiame. II numero di quest’ultimo doveva essere molto grande in quanto sappiamo che nel 1392 Lamone era proprietario di due alpi sul Camoghè sopra Isone: questa proprietà venne tenuta fino al 1500 circa. Un altro fatto che denota la massiccia presenza di bestiame sono gli ordinamenti e i decreti comunali per regolare l’uso dei pascoli. Oltre alle già citate attività agricole e d’allevamento, bisogna segnalare l’industria della bachicoltura, molto fiorente a Lamone tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, protrattasi poi per quasi un secolo. Venivano pure coltivati la canapa e il lino, le cui fibre, dopo essere state opportunamente lavorate, erano trasformate in filo da tessere su telai a mano, per ricavarne dei tessuti. Chi non ricorda le famose tele di lino dei nostri nonni? A titolo di curiosità, segnaliamo il ritrovamento qualche anno fa, durante uno scavo nel nucleo storico, di una grossa pietra lavorata, appartenente ad un torchio a leva o piemontese (strumento molto usato tra il 1500 e il 1800 per la lavorazione dell’uva ed in modo particolare per la preparazione dell’olio di noci). L’agricoltura non era però l’unica attività dei lamonesi. Nel seicento sul nostro territorio erano infatti funzionanti alcune fornaci per la cottura della terracotta. Con l’incremento demografico e la perdita degli alpeggi, parecchi abitanti dovettero cambiare mestiere, diventando muratori, pittori, falegnami, fabbri. Queste attività non sempre davano la garanzia di lavoro in paese e di conseguenza, non restava che una soluzione: l’emigrazione. Il nucleo abitativo Lamone è diviso in tre parti distinti: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. Percorrendo queste vie e osservando attentamente case, muri, porte, inferiate, cancelli, possiamo notare come alcune costruzioni siano state realizzate senza materiali nobili, ma con tanta passione. Molto spesso i realizzatori di queste opere erano persone di umili condizioni che per poter vivere erano costretti ad emigrare. Lontano da casa imparavano il mestiere e poi quando ritornavano dimostravano ciò che avevano imparato, costruendo o abbellendo le loro abitazioni. Il nucleo vecchio, complessivamente ben conservato e protetto da norme speciali volute dal Consiglio comunale una decina di anni fa, rappresenta una testimonianza inconfondibile della civiltà contadina. La parte nuova del paese, situata sulla pianura che si estende a sud del nucleo, è andata via via sviluppandosi a partire dagli anni sessanta, con la costruzione di nuove casette e numerosi palazzi. All’arrivo di nuova popolazione, ha fatto riscontro l’insediamento di molte attività eaconomiche nel settore industriale e terziario. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Infatti vediamo che Schinz nella sua opera “Descrizione della Svizzera Italiana nel settecento” afferma che a Ostarietta esisteva“... una casa isolata con accanto un mulino e una segheria “..., essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria. Vie di comunicazione II nucleo abitativo non era né è mai stato attraversato da strade di transito: ciò non ha però impedito al comune di svilupparsi sempre più. La strada principale, chiamata Regina prima e Cantonale poi, passa ancor oggi nella frazione di Ostarietta. Essa fu ampliata in due tappe: dapprima la tratta Lugano-Ostarietta, realizzata tra il 1806 e il 1808, poi il tracciato Ostarietta-Cadenazzo, realizzato tra il 1808 e il 1811. Questa via era (fino all’apertura dell’autostrada) l’arteria principale di comunicazione tra Lugano e il Monte Ceneri. Nel 1896 su questa strada fu introdotto un servizio passeggeri che collegava i paesi limitrofi con la città di Lugano mediante una diligenza. Nel 1934 la diligenza fu sostituita da un servizio automobilistico (tre corse giornaliere). Inoltre con la costruzione della ferrovia del Gottardo (1882) e dopo una serie di lunghe vicissitudini durate oltre 30 anni, le autorità comunali di Lamone, congiuntamente a quelle di Cadempino, riuscivano ad ottenere un ulteriore servizio per la comunità: la stazione ferroviaria. La chiesa Dedicata a Sant’Andrea, si trova a sud del nucleo storico. L’aspetto attuale è il risultato delle frequenti trasformazioni in parte avvenute nel 1612 e in parte nel 1800. Altri rinnovamenti furono eseguiti nel 1920, mentre negli anni 1976-77 fu restaurato l’interno. Il campanile, posto a sud della chiesa, risale all’epoca romanica (1100): ne sono testimoni le nicchie cieche definite da due o tre archi. Nel 1820 venne ampliato verso nord e rialzato. La facciata della chiesa è neoclassica; eseguita nel 1894 dall’architetto A.Ghezzi, ha come entrata un portico con pilastri d’ordine toscano. L’interno comprende una navata a tre campate, il coro e due cappelle laterali. Le pareti della navata sono sostenute da pilastri d’ordine toscano reggenti un cornicione neoclassico. L’altare maggiore è in stucco, con colonne sovrastate da capitelli di ordine composito; esso è arricchito da una pala del 1600 raffigurante Gesù che invita i due fratelli Andrea e Pietro a seguirlo e da una mensa in marmo di Arzo della metà del secolo XVIII. Nelle cappelle laterali, notevoli sono gli stucchi di Gabriele Cattori di Lamone (artista che decorò l’altare maggiore). In quella di sinistra, dedicata a San Sebastiano, vi è una pala raffigurante il Santo in compagnia della Vergine e di San Rocco. Nella cappella di destra, dedicata alla Madonna del Rosario, l’altare è sovrastato da una nicchia decorata da stucchi e contenente una statua databile verso la fine del 1600. Notevoli sono le tele dei dodici apostoli esposte alle pareti, attribuite al Caresana di Cureglia e realizzate attorno al 1700. Il pavimento, in mosaico veneziano, fu eseguito nel 1858.

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MunicipioScuola pubblicaPolizia
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IL COMUNE

Lamone è di origine molto antica ed è diviso in tre parti distinte: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. È situato ai piedi del colle di San Zeno, le cui falde formano a meridione un anfiteatro naturale. Da alcuni anni esiste un "Sentiero naturalistico": questa via, che in parte utilizza una vecchissima mulattiera caduta in disuso, si congiunge in prossimità della cima con un sentiero che sale da Origlio, e lungo il percorso si trovano cartelli indicatori che informano sulla particolare vegetazione del luogo. La parte nuova del paese è invece situata sulla pianura che si estende a meridione della chiesa. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria, e in questa frazione passa la strada principale. Profilo storico “Lamone con l’Ostarietta, il principale villaggio, sebbene per la natura della situazione non sia capoluogo del circolo di Vezia (distretto di Lugano). La via postale rade i lembi della campagna di Lamone; ma il paese trovasi collocato a qualche distanza, alla falda di un monte che, riparandolo da’ freddi venti, gli permette di produr vini di buona riputazione. Il suo smembramento dalla parrocchia di Lugano rimonta agli anni 1580-90. Sul monte ha l’eremitaggio di San Zenone con prospetto sul val d’Agno e su quel di Lugano...” Così Stefano Franscini parla di Lamone nella sua opera “La Svizzera Italiana” edita nel 1840. Per poter meglio illustrarare il nostro comune si è attinto a quella ricchissima fonte che è la monografia storica su Lamone, scritta dal Canonico Giovanni Sarinelli (1885-1967). Le origini Lamone, nei documenti antichi (prima dell’anno 1000) è chiamato Namonne. Nel 1300 è detto Lemonno o Lemonne e in qualche caso Lamonno. Già verso il 1400 si parla però di Lemone e di Alamone, denominazioni che si avvicinano maggiormente al nome attuale di Lamone. Non è facile risolvere etimologicamente l’origine e il significato del nome di Lamone. Sarinelli afferma che probabilmente esso deriva da un antico personaggio proveniente da un villaggio italiano che ha il medesimo nome del nostro (Lamon in provincia di Belluno). Se invece consideriamo il termine più antico con II quale è definito il villaggio e cioè “Namonne, lo stesso ci può portare a riflettere sul vocabolo Iatino “nemus” che significa “bosco ricco di pascolo”. Non è da escludere infatti che il territorio dove sorse il paese di Lamone in origine fosse un luogo dedito in modo preponderante alla pastorizia. Quali fatti siano accaduti e come il villaggio si sia sviluppato, non è facile da accertare. Sappiamo poco o nulla del Ticino nell’epoca delle invasioni barbariche e dell’influsso che esse lasciarono nella popolazione. Esistono tracce archeologiche dei Longobardi nel secolo VII. Essi negli anni 568-572 conquistarono la pianura Padana e successivamente si spinsero nelle valli alpine dove, verso il 590 si scontrarono con i Franchi a Ponte Tresa. Alcuni signori longobardi possedevano beni nel Sottoceneri: tra questi possiamo annoverare un certo Totone da Campione, i cui possedimenti erano molto estesi, da comprendere anche tutte le terre di Lamone. Alla sua morte lasciò tutti i suoi beni (quindi anche le terre lamonesì) al Monastero di Sant’Ambrogio di Milano. Con questa donazione, il monastero del capoluogo lombardo divenne una delle signorie feudali dì più antica data del Sottoceneri di cui si trovarono le maggiori tracce. La giurisdizione del monastero durò fino al 1300. La vita comunitaria antica Le diverse famiglie che si trovavano a vivere l’una accanto all’altra, nella medesima terra, creavano una comunità in cui il godimento dei beni era libero a tutti senza essere proprietari. Infatti non c’era la proprietà privata che escludeva la compartecipazione di altre famiglie. La legna del bosco, la pietra per la casa erano da godersi in comune, cosi pure dicasi per i pascoli per il bestiame, mentre le terre da coltivare, di solito, venivano estratte a sorte; durante una pubblica riunione. Questa forma di autogestione era detta “vicinìa”. Essa aveva i suoi ordinamenti, tra cui citiamo, la nomina del “decano” o “console” (corrispondente all’attuale sindaco), la discussione e I’approvazione di statuti e ordinamenti per la conduzione della comunità, ecc... Le assemblee, dette “vicinanze”, potevano essere di tipo ordinario o straordinario e generalmente si tenevano nella piazza centrale del villaggio o sul sagrato della chiesa. Attività della comunità Lamone era un paese prevalentemente agricolo poiché la gente traeva sostentamento dalla coltivazione della terra e dall’allevamento del bestiame. II numero di quest’ultimo doveva essere molto grande in quanto sappiamo che nel 1392 Lamone era proprietario di due alpi sul Camoghè sopra Isone: questa proprietà venne tenuta fino al 1500 circa. Un altro fatto che denota la massiccia presenza di bestiame sono gli ordinamenti e i decreti comunali per regolare l’uso dei pascoli. Oltre alle già citate attività agricole e d’allevamento, bisogna segnalare l’industria della bachicoltura, molto fiorente a Lamone tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, protrattasi poi per quasi un secolo. Venivano pure coltivati la canapa e il lino, le cui fibre, dopo essere state opportunamente lavorate, erano trasformate in filo da tessere su telai a mano, per ricavarne dei tessuti. Chi non ricorda le famose tele di lino dei nostri nonni? A titolo di curiosità, segnaliamo il ritrovamento qualche anno fa, durante uno scavo nel nucleo storico, di una grossa pietra lavorata, appartenente ad un torchio a leva o piemontese (strumento molto usato tra il 1500 e il 1800 per la lavorazione dell’uva ed in modo particolare per la preparazione dell’olio di noci). L’agricoltura non era però l’unica attività dei lamonesi. Nel seicento sul nostro territorio erano infatti funzionanti alcune fornaci per la cottura della terracotta. Con l’incremento demografico e la perdita degli alpeggi, parecchi abitanti dovettero cambiare mestiere, diventando muratori, pittori, falegnami, fabbri. Queste attività non sempre davano la garanzia di lavoro in paese e di conseguenza, non restava che una soluzione: l’emigrazione. Il nucleo abitativo Lamone è diviso in tre parti distinti: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. Percorrendo queste vie e osservando attentamente case, muri, porte, inferiate, cancelli, possiamo notare come alcune costruzioni siano state realizzate senza materiali nobili, ma con tanta passione. Molto spesso i realizzatori di queste opere erano persone di umili condizioni che per poter vivere erano costretti ad emigrare. Lontano da casa imparavano il mestiere e poi quando ritornavano dimostravano ciò che avevano imparato, costruendo o abbellendo le loro abitazioni. Il nucleo vecchio, complessivamente ben conservato e protetto da norme speciali volute dal Consiglio comunale una decina di anni fa, rappresenta una testimonianza inconfondibile della civiltà contadina. La parte nuova del paese, situata sulla pianura che si estende a sud del nucleo, è andata via via sviluppandosi a partire dagli anni sessanta, con la costruzione di nuove casette e numerosi palazzi. All’arrivo di nuova popolazione, ha fatto riscontro l’insediamento di molte attività eaconomiche nel settore industriale e terziario. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Infatti vediamo che Schinz nella sua opera “Descrizione della Svizzera Italiana nel settecento” afferma che a Ostarietta esisteva“... una casa isolata con accanto un mulino e una segheria “..., essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria. Vie di comunicazione II nucleo abitativo non era né è mai stato attraversato da strade di transito: ciò non ha però impedito al comune di svilupparsi sempre più. La strada principale, chiamata Regina prima e Cantonale poi, passa ancor oggi nella frazione di Ostarietta. Essa fu ampliata in due tappe: dapprima la tratta Lugano-Ostarietta, realizzata tra il 1806 e il 1808, poi il tracciato Ostarietta-Cadenazzo, realizzato tra il 1808 e il 1811. Questa via era (fino all’apertura dell’autostrada) l’arteria principale di comunicazione tra Lugano e il Monte Ceneri. Nel 1896 su questa strada fu introdotto un servizio passeggeri che collegava i paesi limitrofi con la città di Lugano mediante una diligenza. Nel 1934 la diligenza fu sostituita da un servizio automobilistico (tre corse giornaliere). Inoltre con la costruzione della ferrovia del Gottardo (1882) e dopo una serie di lunghe vicissitudini durate oltre 30 anni, le autorità comunali di Lamone, congiuntamente a quelle di Cadempino, riuscivano ad ottenere un ulteriore servizio per la comunità: la stazione ferroviaria. La chiesa Dedicata a Sant’Andrea, si trova a sud del nucleo storico. L’aspetto attuale è il risultato delle frequenti trasformazioni in parte avvenute nel 1612 e in parte nel 1800. Altri rinnovamenti furono eseguiti nel 1920, mentre negli anni 1976-77 fu restaurato l’interno. Il campanile, posto a sud della chiesa, risale all’epoca romanica (1100): ne sono testimoni le nicchie cieche definite da due o tre archi. Nel 1820 venne ampliato verso nord e rialzato. La facciata della chiesa è neoclassica; eseguita nel 1894 dall’architetto A.Ghezzi, ha come entrata un portico con pilastri d’ordine toscano. L’interno comprende una navata a tre campate, il coro e due cappelle laterali. Le pareti della navata sono sostenute da pilastri d’ordine toscano reggenti un cornicione neoclassico. L’altare maggiore è in stucco, con colonne sovrastate da capitelli di ordine composito; esso è arricchito da una pala del 1600 raffigurante Gesù che invita i due fratelli Andrea e Pietro a seguirlo e da una mensa in marmo di Arzo della metà del secolo XVIII. Nelle cappelle laterali, notevoli sono gli stucchi di Gabriele Cattori di Lamone (artista che decorò l’altare maggiore). In quella di sinistra, dedicata a San Sebastiano, vi è una pala raffigurante il Santo in compagnia della Vergine e di San Rocco. Nella cappella di destra, dedicata alla Madonna del Rosario, l’altare è sovrastato da una nicchia decorata da stucchi e contenente una statua databile verso la fine del 1600. Notevoli sono le tele dei dodici apostoli esposte alle pareti, attribuite al Caresana di Cureglia e realizzate attorno al 1700. Il pavimento, in mosaico veneziano, fu eseguito nel 1858.

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Ortho Bionomy una disciplina naturale - Margherita Brugger- Margherita Brugger è curandera, insegnante di Ortho-Bionomy, esperta di filosofie antiche, nonna e creativa a 360 gradi. Si definisce una donna dallo spirito intuitivo e amante della scienza, che ha saputo sviluppare, grazie al lusso di aver incontrato personalità influenti di tutta Europa. Continua la sua ricerca, sperimentando tecniche innovative, mantenendo un approccio lucido e generoso verso gli altri. Continua la sua ricerca, sperimentando tecniche innovative, mantenendo un approccio lucido e generoso verso gli altri. Esmeralda Morisoli insegnante e formatore per adulti L’Ortho-Bionomy® è una forma leggera di lavoro sul corpo che utilizza le sue naturali capacità autocorrettive. E’ una tecnica dolce ed efficace che non prevede manipolazioni forzate. Le sue posizioni non sono mai dolorose o violente. Ortho : Corretto, Giusto Bio : Vita, Natura Nomy : Norma, Legge Quindi: “Applicazione corretta delle leggi della vita”. La Formazione della nostra Scuola Ortho-Bionomy® > La Formazione della nostra Scuola La formazione di Operatori in Ortho-Bionomy® dura tre anni e ha lo scopo di trasmettere a tutti questo metodo semplice, delicato e naturale. È conforme alle decisioni prese dall’OBEAT (Ortho-Bionomy® European Association of Teachers) nel 1997 in presenza del fondatore Dr. Arthur Lincoln Pauls e con il suo accordo. Il tirocinio dura tre anni ed è composto da 350 ore di insegnamento teorico e pratico. Gli allievi ricevono dei trattamenti individuali da parte degli insegnanti durante il periodo di formazione. Alla fine del biennio gli studenti sono sottoposti a tre esami. Viene data importanza ad una serie di elementi di valutazione quali: solide basi teoriche, capacità di percezione, tecniche di approccio fisico ed aurico ed una completa padronanza del metodo. In pratica un elevato livello di professionalità globale. PIANO STUDI . Storia del metodo . Legge dell’azione e della reazione . Scheletro centrale e periferico . Ricerca e identificazione delle tensioni e posizioni chiave per il rilassamento di quest’ultime . Esercizi per la prevenzione e la rieducazione (Post-tecniche) . Correzione della postura . Ginnastica articolare (esercizi a casa) . Camminata . I riflessi energetici . Ricerca e ascolto del movimento energetico . Rilassamento ed esercizi per gli occhi . Dinamiche degli infortuni . Disequilibri cronici e acuti . Ricerca, ascolto e lavoro sull’aura . Viscerale . Cranio . Punti di drenaggio neuro-linfatici di Frank Chapman Riconosciuto dalle casse malati complementari

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MiniCentro

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 1 valutazione

MiniCentro

6916 Grancia

L'asilo Nido "Mini Centro" è un servizio socio educativo rivolto ai bambini dai 3 mesi ai 3 anni di età circa, che necessitano di un collocamento diurno al di fuori della famiglia per motivazioni diverse: necessità di lavoro di entrambi i genitori, famiglie monoparentali, bisogni particolari del bambino che va inserito in una collettività di suoi coetanei. Su richiesta vengono accolti anche bambini di 4/5 anni, se per svariati motivi, non vengono subito inseriti nella scuola dell'infanzia. La struttura è autorizzata dalla Lfam, è aperta circa 240 giorni all'anno e può accogliere 20 bambini della regione. L' ente è aconfessionale e apolitico. I principi fondamentali ai quali si ispira il progetto educativo - pedagogico del nido sono: • l'attenzione al bambino ed il rispetto dei ritmi individuali di crescita • il riconoscimento dei bisogni e delle risorse del bambino • il dialogo costante tra la famiglia ed il personale educativo • l'offerta di un ambiente sicuro, nel quale il bambino può sperimentare, esprimersi, orientarsi, sviluppare l'autonomia e le relazioni socio-affettive Stanza dei piccoli (dai 3 ai 12 mesi) Lo spazio è suddiviso in due locali. Una cameretta con lettini e materassi singoli, “la stanza della nanna”. Uno spazio, dove in un angolo vi è il fasciatoio per il cambio con armadietti personalizzati, un angolo morbido, per i più piccoli, una scrivania per gli adulti, un armadietto con i giochi Stanza da gioco . È suddivisa in vari angoli. L’angolo casina dove il bambino ha la possibilità di sperimentare il gioco simbolico della casa (stirare, cucinare, bambole, passeggini ecc...), un angolo lettura con cuscini e libri dove il bambino può sedersi a sfogliarli e a guardarli, l’angolo del gioco delle macchinine e garage, l'angolo dei travestimenti e l'angolo delle costruzioni. Stanza del movimento e del sonno Vi sono parecchi materiali da gioco, una mansola con radio e CD, i materassini per il sonno e una cassettiera contenente lenzuola e copertine. Durante la giornata si utilizzano vari materiali come palloni, foulards, corde, cerchi ecc. In questo locale viene privilegiata l’attività motoria dando così la possibilità ai bambini di compiere un percorso saliscendi, correre, saltare, ballare al ritmo della musica ecc. Questo locale viene usato anche per la siesta e ogni bambino dispone di un materassino e biancheria da letto contrassegnata. Sala da pranzo Vi é un armadietto contenente l’occorrente per i pranzi (stoviglie, bavaglini,...). Un armadio con piccoli divisori contenente tutti i materiali neccessari per le attività ludiche e creative e giochi a tavolino. Una lavagna, tavoli e seggioline a misura di bambino. In questo locale si svolgono gli spuntini, i pranzi, le merende, giochi al tavolo e attività manuali. Il bagno Vi é un fasciatoio, armadietti con cestini per il cambio di vestiti e pannolini (individuali), tre lavelli con specchio e una mensola porta bicchieri per spazzolini da denti. Due gabinetti, uno a misura di bambino che permette loro di essere indipendenti. Una macchina da lavare. Un piccolo ripostiglio per prodotti e materiali di pulizia. Una farmacia. Nella sala da bagno i bambini hanno la possibilità di giocare con l’acqua. Cucina La cucina è completamente equipaggiata per la preparazione di tutti i pasti serviti ai bambini. Gli elettrodomestici e gli strumenti più all'avanguardia permettono alla cuoca di preparare cibi freschi e genuini . Ogni anno la nostra cucina viene esaminata dall'autorità cantonale competente in materia di sanità alimentare. Terrazza La nostra terrazza misura 60m2, 50 dei quali sono coperti e quindi agibili con qualsiasi tempo. Lo spazio è diviso in due zone, una è specialmente concepita per i bebè, mentre la seconda è più adatta ai bambini più grandi. In estate i bambini possono approfittare della piscina installata in terrazza: in inverno la stessa piscina è riempita di palline colorate e può quindi essere sfruttata in tutte le stagioni. In terrazza si trovano diversi giochi adatti ai bambini. Le attività proposte sono formulate sia individulmente sia a piccoli gruppi, tenendo conto della motivazione di ognuno e nel rispetto dei loro ritmi individuali.Vengono proposte attività ludiche, creative, espressive e musicali. In particolare: Il gioco libero in terrazza E’ un momento di condivisione dove a volte i bambini imparano a stare con gli altri, più piccoli o più grandi. Il materiale informe... ...come la sabbia, l'acqua , la farinetta, la schiuma da barba , la pasta di sale, i travasi , la plastilina ... segna una tappa veramente importante nella evoluzione della creatività del bambino; con questi elementi egli ha la possibilità di creare ciò che prima non esisteva. Queste attività appagano molte esigenze del bambino dal punto di vista cognitivo, motorio ed espressivo. Le attività grafico pittorica Dipingere per i bambini è un gioco naturale, è un'occasione per esprimersi liberamente. Le piccole attività di cucina Biscotti, torte, pizza, macedonia, ... I "collages" Canti e musica Ai giochi cantati e ai canti dedichiamo un momento ogni giorno, dando a questa attività un tempo e un luogo che favoriscono l'attenzione dei bambini, il senso di protezione, la quiete. La lettura e i racconti Il gioco simbolico Il bambino sviluppa una crescente capacità di usare la fantasia e la parola per imitare ciò che ha osservato. Le passeggiate e le uscite al parco giochi

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Asilo nidoAccoglienza per l'Infanzia
6916 Grancia
Asilo nidoAccoglienza per l'Infanzia

L'asilo Nido "Mini Centro" è un servizio socio educativo rivolto ai bambini dai 3 mesi ai 3 anni di età circa, che necessitano di un collocamento diurno al di fuori della famiglia per motivazioni diverse: necessità di lavoro di entrambi i genitori, famiglie monoparentali, bisogni particolari del bambino che va inserito in una collettività di suoi coetanei. Su richiesta vengono accolti anche bambini di 4/5 anni, se per svariati motivi, non vengono subito inseriti nella scuola dell'infanzia. La struttura è autorizzata dalla Lfam, è aperta circa 240 giorni all'anno e può accogliere 20 bambini della regione. L' ente è aconfessionale e apolitico. I principi fondamentali ai quali si ispira il progetto educativo - pedagogico del nido sono: • l'attenzione al bambino ed il rispetto dei ritmi individuali di crescita • il riconoscimento dei bisogni e delle risorse del bambino • il dialogo costante tra la famiglia ed il personale educativo • l'offerta di un ambiente sicuro, nel quale il bambino può sperimentare, esprimersi, orientarsi, sviluppare l'autonomia e le relazioni socio-affettive Stanza dei piccoli (dai 3 ai 12 mesi) Lo spazio è suddiviso in due locali. Una cameretta con lettini e materassi singoli, “la stanza della nanna”. Uno spazio, dove in un angolo vi è il fasciatoio per il cambio con armadietti personalizzati, un angolo morbido, per i più piccoli, una scrivania per gli adulti, un armadietto con i giochi Stanza da gioco . È suddivisa in vari angoli. L’angolo casina dove il bambino ha la possibilità di sperimentare il gioco simbolico della casa (stirare, cucinare, bambole, passeggini ecc...), un angolo lettura con cuscini e libri dove il bambino può sedersi a sfogliarli e a guardarli, l’angolo del gioco delle macchinine e garage, l'angolo dei travestimenti e l'angolo delle costruzioni. Stanza del movimento e del sonno Vi sono parecchi materiali da gioco, una mansola con radio e CD, i materassini per il sonno e una cassettiera contenente lenzuola e copertine. Durante la giornata si utilizzano vari materiali come palloni, foulards, corde, cerchi ecc. In questo locale viene privilegiata l’attività motoria dando così la possibilità ai bambini di compiere un percorso saliscendi, correre, saltare, ballare al ritmo della musica ecc. Questo locale viene usato anche per la siesta e ogni bambino dispone di un materassino e biancheria da letto contrassegnata. Sala da pranzo Vi é un armadietto contenente l’occorrente per i pranzi (stoviglie, bavaglini,...). Un armadio con piccoli divisori contenente tutti i materiali neccessari per le attività ludiche e creative e giochi a tavolino. Una lavagna, tavoli e seggioline a misura di bambino. In questo locale si svolgono gli spuntini, i pranzi, le merende, giochi al tavolo e attività manuali. Il bagno Vi é un fasciatoio, armadietti con cestini per il cambio di vestiti e pannolini (individuali), tre lavelli con specchio e una mensola porta bicchieri per spazzolini da denti. Due gabinetti, uno a misura di bambino che permette loro di essere indipendenti. Una macchina da lavare. Un piccolo ripostiglio per prodotti e materiali di pulizia. Una farmacia. Nella sala da bagno i bambini hanno la possibilità di giocare con l’acqua. Cucina La cucina è completamente equipaggiata per la preparazione di tutti i pasti serviti ai bambini. Gli elettrodomestici e gli strumenti più all'avanguardia permettono alla cuoca di preparare cibi freschi e genuini . Ogni anno la nostra cucina viene esaminata dall'autorità cantonale competente in materia di sanità alimentare. Terrazza La nostra terrazza misura 60m2, 50 dei quali sono coperti e quindi agibili con qualsiasi tempo. Lo spazio è diviso in due zone, una è specialmente concepita per i bebè, mentre la seconda è più adatta ai bambini più grandi. In estate i bambini possono approfittare della piscina installata in terrazza: in inverno la stessa piscina è riempita di palline colorate e può quindi essere sfruttata in tutte le stagioni. In terrazza si trovano diversi giochi adatti ai bambini. Le attività proposte sono formulate sia individulmente sia a piccoli gruppi, tenendo conto della motivazione di ognuno e nel rispetto dei loro ritmi individuali.Vengono proposte attività ludiche, creative, espressive e musicali. In particolare: Il gioco libero in terrazza E’ un momento di condivisione dove a volte i bambini imparano a stare con gli altri, più piccoli o più grandi. Il materiale informe... ...come la sabbia, l'acqua , la farinetta, la schiuma da barba , la pasta di sale, i travasi , la plastilina ... segna una tappa veramente importante nella evoluzione della creatività del bambino; con questi elementi egli ha la possibilità di creare ciò che prima non esisteva. Queste attività appagano molte esigenze del bambino dal punto di vista cognitivo, motorio ed espressivo. Le attività grafico pittorica Dipingere per i bambini è un gioco naturale, è un'occasione per esprimersi liberamente. Le piccole attività di cucina Biscotti, torte, pizza, macedonia, ... I "collages" Canti e musica Ai giochi cantati e ai canti dedichiamo un momento ogni giorno, dando a questa attività un tempo e un luogo che favoriscono l'attenzione dei bambini, il senso di protezione, la quiete. La lettura e i racconti Il gioco simbolico Il bambino sviluppa una crescente capacità di usare la fantasia e la parola per imitare ciò che ha osservato. Le passeggiate e le uscite al parco giochi

Valutazione 5.0 di 5 stelle su 1 valutazione

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Municipio di Lamone

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Municipio di Lamone

Via al Casello 3, 6814 Lamone
IL COMUNE

Lamone è di origine molto antica ed è diviso in tre parti distinte: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. È situato ai piedi del colle di San Zeno, le cui falde formano a meridione un anfiteatro naturale. Da alcuni anni esiste un "Sentiero naturalistico": questa via, che in parte utilizza una vecchissima mulattiera caduta in disuso, si congiunge in prossimità della cima con un sentiero che sale da Origlio, e lungo il percorso si trovano cartelli indicatori che informano sulla particolare vegetazione del luogo. La parte nuova del paese è invece situata sulla pianura che si estende a meridione della chiesa. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria, e in questa frazione passa la strada principale. Profilo storico “Lamone con l’Ostarietta, il principale villaggio, sebbene per la natura della situazione non sia capoluogo del circolo di Vezia (distretto di Lugano). La via postale rade i lembi della campagna di Lamone; ma il paese trovasi collocato a qualche distanza, alla falda di un monte che, riparandolo da’ freddi venti, gli permette di produr vini di buona riputazione. Il suo smembramento dalla parrocchia di Lugano rimonta agli anni 1580-90. Sul monte ha l’eremitaggio di San Zenone con prospetto sul val d’Agno e su quel di Lugano...” Così Stefano Franscini parla di Lamone nella sua opera “La Svizzera Italiana” edita nel 1840. Per poter meglio illustrarare il nostro comune si è attinto a quella ricchissima fonte che è la monografia storica su Lamone, scritta dal Canonico Giovanni Sarinelli (1885-1967). Le origini Lamone, nei documenti antichi (prima dell’anno 1000) è chiamato Namonne. Nel 1300 è detto Lemonno o Lemonne e in qualche caso Lamonno. Già verso il 1400 si parla però di Lemone e di Alamone, denominazioni che si avvicinano maggiormente al nome attuale di Lamone. Non è facile risolvere etimologicamente l’origine e il significato del nome di Lamone. Sarinelli afferma che probabilmente esso deriva da un antico personaggio proveniente da un villaggio italiano che ha il medesimo nome del nostro (Lamon in provincia di Belluno). Se invece consideriamo il termine più antico con II quale è definito il villaggio e cioè “Namonne, lo stesso ci può portare a riflettere sul vocabolo Iatino “nemus” che significa “bosco ricco di pascolo”. Non è da escludere infatti che il territorio dove sorse il paese di Lamone in origine fosse un luogo dedito in modo preponderante alla pastorizia. Quali fatti siano accaduti e come il villaggio si sia sviluppato, non è facile da accertare. Sappiamo poco o nulla del Ticino nell’epoca delle invasioni barbariche e dell’influsso che esse lasciarono nella popolazione. Esistono tracce archeologiche dei Longobardi nel secolo VII. Essi negli anni 568-572 conquistarono la pianura Padana e successivamente si spinsero nelle valli alpine dove, verso il 590 si scontrarono con i Franchi a Ponte Tresa. Alcuni signori longobardi possedevano beni nel Sottoceneri: tra questi possiamo annoverare un certo Totone da Campione, i cui possedimenti erano molto estesi, da comprendere anche tutte le terre di Lamone. Alla sua morte lasciò tutti i suoi beni (quindi anche le terre lamonesì) al Monastero di Sant’Ambrogio di Milano. Con questa donazione, il monastero del capoluogo lombardo divenne una delle signorie feudali dì più antica data del Sottoceneri di cui si trovarono le maggiori tracce. La giurisdizione del monastero durò fino al 1300. La vita comunitaria antica Le diverse famiglie che si trovavano a vivere l’una accanto all’altra, nella medesima terra, creavano una comunità in cui il godimento dei beni era libero a tutti senza essere proprietari. Infatti non c’era la proprietà privata che escludeva la compartecipazione di altre famiglie. La legna del bosco, la pietra per la casa erano da godersi in comune, cosi pure dicasi per i pascoli per il bestiame, mentre le terre da coltivare, di solito, venivano estratte a sorte; durante una pubblica riunione. Questa forma di autogestione era detta “vicinìa”. Essa aveva i suoi ordinamenti, tra cui citiamo, la nomina del “decano” o “console” (corrispondente all’attuale sindaco), la discussione e I’approvazione di statuti e ordinamenti per la conduzione della comunità, ecc... Le assemblee, dette “vicinanze”, potevano essere di tipo ordinario o straordinario e generalmente si tenevano nella piazza centrale del villaggio o sul sagrato della chiesa. Attività della comunità Lamone era un paese prevalentemente agricolo poiché la gente traeva sostentamento dalla coltivazione della terra e dall’allevamento del bestiame. II numero di quest’ultimo doveva essere molto grande in quanto sappiamo che nel 1392 Lamone era proprietario di due alpi sul Camoghè sopra Isone: questa proprietà venne tenuta fino al 1500 circa. Un altro fatto che denota la massiccia presenza di bestiame sono gli ordinamenti e i decreti comunali per regolare l’uso dei pascoli. Oltre alle già citate attività agricole e d’allevamento, bisogna segnalare l’industria della bachicoltura, molto fiorente a Lamone tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, protrattasi poi per quasi un secolo. Venivano pure coltivati la canapa e il lino, le cui fibre, dopo essere state opportunamente lavorate, erano trasformate in filo da tessere su telai a mano, per ricavarne dei tessuti. Chi non ricorda le famose tele di lino dei nostri nonni? A titolo di curiosità, segnaliamo il ritrovamento qualche anno fa, durante uno scavo nel nucleo storico, di una grossa pietra lavorata, appartenente ad un torchio a leva o piemontese (strumento molto usato tra il 1500 e il 1800 per la lavorazione dell’uva ed in modo particolare per la preparazione dell’olio di noci). L’agricoltura non era però l’unica attività dei lamonesi. Nel seicento sul nostro territorio erano infatti funzionanti alcune fornaci per la cottura della terracotta. Con l’incremento demografico e la perdita degli alpeggi, parecchi abitanti dovettero cambiare mestiere, diventando muratori, pittori, falegnami, fabbri. Queste attività non sempre davano la garanzia di lavoro in paese e di conseguenza, non restava che una soluzione: l’emigrazione. Il nucleo abitativo Lamone è diviso in tre parti distinti: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. Percorrendo queste vie e osservando attentamente case, muri, porte, inferiate, cancelli, possiamo notare come alcune costruzioni siano state realizzate senza materiali nobili, ma con tanta passione. Molto spesso i realizzatori di queste opere erano persone di umili condizioni che per poter vivere erano costretti ad emigrare. Lontano da casa imparavano il mestiere e poi quando ritornavano dimostravano ciò che avevano imparato, costruendo o abbellendo le loro abitazioni. Il nucleo vecchio, complessivamente ben conservato e protetto da norme speciali volute dal Consiglio comunale una decina di anni fa, rappresenta una testimonianza inconfondibile della civiltà contadina. La parte nuova del paese, situata sulla pianura che si estende a sud del nucleo, è andata via via sviluppandosi a partire dagli anni sessanta, con la costruzione di nuove casette e numerosi palazzi. All’arrivo di nuova popolazione, ha fatto riscontro l’insediamento di molte attività eaconomiche nel settore industriale e terziario. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Infatti vediamo che Schinz nella sua opera “Descrizione della Svizzera Italiana nel settecento” afferma che a Ostarietta esisteva“... una casa isolata con accanto un mulino e una segheria “..., essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria. Vie di comunicazione II nucleo abitativo non era né è mai stato attraversato da strade di transito: ciò non ha però impedito al comune di svilupparsi sempre più. La strada principale, chiamata Regina prima e Cantonale poi, passa ancor oggi nella frazione di Ostarietta. Essa fu ampliata in due tappe: dapprima la tratta Lugano-Ostarietta, realizzata tra il 1806 e il 1808, poi il tracciato Ostarietta-Cadenazzo, realizzato tra il 1808 e il 1811. Questa via era (fino all’apertura dell’autostrada) l’arteria principale di comunicazione tra Lugano e il Monte Ceneri. Nel 1896 su questa strada fu introdotto un servizio passeggeri che collegava i paesi limitrofi con la città di Lugano mediante una diligenza. Nel 1934 la diligenza fu sostituita da un servizio automobilistico (tre corse giornaliere). Inoltre con la costruzione della ferrovia del Gottardo (1882) e dopo una serie di lunghe vicissitudini durate oltre 30 anni, le autorità comunali di Lamone, congiuntamente a quelle di Cadempino, riuscivano ad ottenere un ulteriore servizio per la comunità: la stazione ferroviaria. La chiesa Dedicata a Sant’Andrea, si trova a sud del nucleo storico. L’aspetto attuale è il risultato delle frequenti trasformazioni in parte avvenute nel 1612 e in parte nel 1800. Altri rinnovamenti furono eseguiti nel 1920, mentre negli anni 1976-77 fu restaurato l’interno. Il campanile, posto a sud della chiesa, risale all’epoca romanica (1100): ne sono testimoni le nicchie cieche definite da due o tre archi. Nel 1820 venne ampliato verso nord e rialzato. La facciata della chiesa è neoclassica; eseguita nel 1894 dall’architetto A.Ghezzi, ha come entrata un portico con pilastri d’ordine toscano. L’interno comprende una navata a tre campate, il coro e due cappelle laterali. Le pareti della navata sono sostenute da pilastri d’ordine toscano reggenti un cornicione neoclassico. L’altare maggiore è in stucco, con colonne sovrastate da capitelli di ordine composito; esso è arricchito da una pala del 1600 raffigurante Gesù che invita i due fratelli Andrea e Pietro a seguirlo e da una mensa in marmo di Arzo della metà del secolo XVIII. Nelle cappelle laterali, notevoli sono gli stucchi di Gabriele Cattori di Lamone (artista che decorò l’altare maggiore). In quella di sinistra, dedicata a San Sebastiano, vi è una pala raffigurante il Santo in compagnia della Vergine e di San Rocco. Nella cappella di destra, dedicata alla Madonna del Rosario, l’altare è sovrastato da una nicchia decorata da stucchi e contenente una statua databile verso la fine del 1600. Notevoli sono le tele dei dodici apostoli esposte alle pareti, attribuite al Caresana di Cureglia e realizzate attorno al 1700. Il pavimento, in mosaico veneziano, fu eseguito nel 1858.

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MunicipioScuola pubblicaPolizia
Via al Casello 3, 6814 Lamone
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IL COMUNE

Lamone è di origine molto antica ed è diviso in tre parti distinte: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. È situato ai piedi del colle di San Zeno, le cui falde formano a meridione un anfiteatro naturale. Da alcuni anni esiste un "Sentiero naturalistico": questa via, che in parte utilizza una vecchissima mulattiera caduta in disuso, si congiunge in prossimità della cima con un sentiero che sale da Origlio, e lungo il percorso si trovano cartelli indicatori che informano sulla particolare vegetazione del luogo. La parte nuova del paese è invece situata sulla pianura che si estende a meridione della chiesa. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria, e in questa frazione passa la strada principale. Profilo storico “Lamone con l’Ostarietta, il principale villaggio, sebbene per la natura della situazione non sia capoluogo del circolo di Vezia (distretto di Lugano). La via postale rade i lembi della campagna di Lamone; ma il paese trovasi collocato a qualche distanza, alla falda di un monte che, riparandolo da’ freddi venti, gli permette di produr vini di buona riputazione. Il suo smembramento dalla parrocchia di Lugano rimonta agli anni 1580-90. Sul monte ha l’eremitaggio di San Zenone con prospetto sul val d’Agno e su quel di Lugano...” Così Stefano Franscini parla di Lamone nella sua opera “La Svizzera Italiana” edita nel 1840. Per poter meglio illustrarare il nostro comune si è attinto a quella ricchissima fonte che è la monografia storica su Lamone, scritta dal Canonico Giovanni Sarinelli (1885-1967). Le origini Lamone, nei documenti antichi (prima dell’anno 1000) è chiamato Namonne. Nel 1300 è detto Lemonno o Lemonne e in qualche caso Lamonno. Già verso il 1400 si parla però di Lemone e di Alamone, denominazioni che si avvicinano maggiormente al nome attuale di Lamone. Non è facile risolvere etimologicamente l’origine e il significato del nome di Lamone. Sarinelli afferma che probabilmente esso deriva da un antico personaggio proveniente da un villaggio italiano che ha il medesimo nome del nostro (Lamon in provincia di Belluno). Se invece consideriamo il termine più antico con II quale è definito il villaggio e cioè “Namonne, lo stesso ci può portare a riflettere sul vocabolo Iatino “nemus” che significa “bosco ricco di pascolo”. Non è da escludere infatti che il territorio dove sorse il paese di Lamone in origine fosse un luogo dedito in modo preponderante alla pastorizia. Quali fatti siano accaduti e come il villaggio si sia sviluppato, non è facile da accertare. Sappiamo poco o nulla del Ticino nell’epoca delle invasioni barbariche e dell’influsso che esse lasciarono nella popolazione. Esistono tracce archeologiche dei Longobardi nel secolo VII. Essi negli anni 568-572 conquistarono la pianura Padana e successivamente si spinsero nelle valli alpine dove, verso il 590 si scontrarono con i Franchi a Ponte Tresa. Alcuni signori longobardi possedevano beni nel Sottoceneri: tra questi possiamo annoverare un certo Totone da Campione, i cui possedimenti erano molto estesi, da comprendere anche tutte le terre di Lamone. Alla sua morte lasciò tutti i suoi beni (quindi anche le terre lamonesì) al Monastero di Sant’Ambrogio di Milano. Con questa donazione, il monastero del capoluogo lombardo divenne una delle signorie feudali dì più antica data del Sottoceneri di cui si trovarono le maggiori tracce. La giurisdizione del monastero durò fino al 1300. La vita comunitaria antica Le diverse famiglie che si trovavano a vivere l’una accanto all’altra, nella medesima terra, creavano una comunità in cui il godimento dei beni era libero a tutti senza essere proprietari. Infatti non c’era la proprietà privata che escludeva la compartecipazione di altre famiglie. La legna del bosco, la pietra per la casa erano da godersi in comune, cosi pure dicasi per i pascoli per il bestiame, mentre le terre da coltivare, di solito, venivano estratte a sorte; durante una pubblica riunione. Questa forma di autogestione era detta “vicinìa”. Essa aveva i suoi ordinamenti, tra cui citiamo, la nomina del “decano” o “console” (corrispondente all’attuale sindaco), la discussione e I’approvazione di statuti e ordinamenti per la conduzione della comunità, ecc... Le assemblee, dette “vicinanze”, potevano essere di tipo ordinario o straordinario e generalmente si tenevano nella piazza centrale del villaggio o sul sagrato della chiesa. Attività della comunità Lamone era un paese prevalentemente agricolo poiché la gente traeva sostentamento dalla coltivazione della terra e dall’allevamento del bestiame. II numero di quest’ultimo doveva essere molto grande in quanto sappiamo che nel 1392 Lamone era proprietario di due alpi sul Camoghè sopra Isone: questa proprietà venne tenuta fino al 1500 circa. Un altro fatto che denota la massiccia presenza di bestiame sono gli ordinamenti e i decreti comunali per regolare l’uso dei pascoli. Oltre alle già citate attività agricole e d’allevamento, bisogna segnalare l’industria della bachicoltura, molto fiorente a Lamone tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, protrattasi poi per quasi un secolo. Venivano pure coltivati la canapa e il lino, le cui fibre, dopo essere state opportunamente lavorate, erano trasformate in filo da tessere su telai a mano, per ricavarne dei tessuti. Chi non ricorda le famose tele di lino dei nostri nonni? A titolo di curiosità, segnaliamo il ritrovamento qualche anno fa, durante uno scavo nel nucleo storico, di una grossa pietra lavorata, appartenente ad un torchio a leva o piemontese (strumento molto usato tra il 1500 e il 1800 per la lavorazione dell’uva ed in modo particolare per la preparazione dell’olio di noci). L’agricoltura non era però l’unica attività dei lamonesi. Nel seicento sul nostro territorio erano infatti funzionanti alcune fornaci per la cottura della terracotta. Con l’incremento demografico e la perdita degli alpeggi, parecchi abitanti dovettero cambiare mestiere, diventando muratori, pittori, falegnami, fabbri. Queste attività non sempre davano la garanzia di lavoro in paese e di conseguenza, non restava che una soluzione: l’emigrazione. Il nucleo abitativo Lamone è diviso in tre parti distinti: il nucleo storico, la parte nuova e la frazione di Ostarietta. Il nucleo storico è un insieme di case prevalentemente rustiche, raggruppate intorno a poche vie e contrade. Percorrendo queste vie e osservando attentamente case, muri, porte, inferiate, cancelli, possiamo notare come alcune costruzioni siano state realizzate senza materiali nobili, ma con tanta passione. Molto spesso i realizzatori di queste opere erano persone di umili condizioni che per poter vivere erano costretti ad emigrare. Lontano da casa imparavano il mestiere e poi quando ritornavano dimostravano ciò che avevano imparato, costruendo o abbellendo le loro abitazioni. Il nucleo vecchio, complessivamente ben conservato e protetto da norme speciali volute dal Consiglio comunale una decina di anni fa, rappresenta una testimonianza inconfondibile della civiltà contadina. La parte nuova del paese, situata sulla pianura che si estende a sud del nucleo, è andata via via sviluppandosi a partire dagli anni sessanta, con la costruzione di nuove casette e numerosi palazzi. All’arrivo di nuova popolazione, ha fatto riscontro l’insediamento di molte attività eaconomiche nel settore industriale e terziario. Anche la frazione di Ostarietta ha origini piuttosto remote. Infatti vediamo che Schinz nella sua opera “Descrizione della Svizzera Italiana nel settecento” afferma che a Ostarietta esisteva“... una casa isolata con accanto un mulino e una segheria “..., essa è separata dalla parte nuova di Lamone dalla linea ferroviaria. Vie di comunicazione II nucleo abitativo non era né è mai stato attraversato da strade di transito: ciò non ha però impedito al comune di svilupparsi sempre più. La strada principale, chiamata Regina prima e Cantonale poi, passa ancor oggi nella frazione di Ostarietta. Essa fu ampliata in due tappe: dapprima la tratta Lugano-Ostarietta, realizzata tra il 1806 e il 1808, poi il tracciato Ostarietta-Cadenazzo, realizzato tra il 1808 e il 1811. Questa via era (fino all’apertura dell’autostrada) l’arteria principale di comunicazione tra Lugano e il Monte Ceneri. Nel 1896 su questa strada fu introdotto un servizio passeggeri che collegava i paesi limitrofi con la città di Lugano mediante una diligenza. Nel 1934 la diligenza fu sostituita da un servizio automobilistico (tre corse giornaliere). Inoltre con la costruzione della ferrovia del Gottardo (1882) e dopo una serie di lunghe vicissitudini durate oltre 30 anni, le autorità comunali di Lamone, congiuntamente a quelle di Cadempino, riuscivano ad ottenere un ulteriore servizio per la comunità: la stazione ferroviaria. La chiesa Dedicata a Sant’Andrea, si trova a sud del nucleo storico. L’aspetto attuale è il risultato delle frequenti trasformazioni in parte avvenute nel 1612 e in parte nel 1800. Altri rinnovamenti furono eseguiti nel 1920, mentre negli anni 1976-77 fu restaurato l’interno. Il campanile, posto a sud della chiesa, risale all’epoca romanica (1100): ne sono testimoni le nicchie cieche definite da due o tre archi. Nel 1820 venne ampliato verso nord e rialzato. La facciata della chiesa è neoclassica; eseguita nel 1894 dall’architetto A.Ghezzi, ha come entrata un portico con pilastri d’ordine toscano. L’interno comprende una navata a tre campate, il coro e due cappelle laterali. Le pareti della navata sono sostenute da pilastri d’ordine toscano reggenti un cornicione neoclassico. L’altare maggiore è in stucco, con colonne sovrastate da capitelli di ordine composito; esso è arricchito da una pala del 1600 raffigurante Gesù che invita i due fratelli Andrea e Pietro a seguirlo e da una mensa in marmo di Arzo della metà del secolo XVIII. Nelle cappelle laterali, notevoli sono gli stucchi di Gabriele Cattori di Lamone (artista che decorò l’altare maggiore). In quella di sinistra, dedicata a San Sebastiano, vi è una pala raffigurante il Santo in compagnia della Vergine e di San Rocco. Nella cappella di destra, dedicata alla Madonna del Rosario, l’altare è sovrastato da una nicchia decorata da stucchi e contenente una statua databile verso la fine del 1600. Notevoli sono le tele dei dodici apostoli esposte alle pareti, attribuite al Caresana di Cureglia e realizzate attorno al 1700. Il pavimento, in mosaico veneziano, fu eseguito nel 1858.

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Ortho Bionomy una disciplina naturale - Margherita Brugger- Margherita Brugger è curandera, insegnante di Ortho-Bionomy, esperta di filosofie antiche, nonna e creativa a 360 gradi. Si definisce una donna dallo spirito intuitivo e amante della scienza, che ha saputo sviluppare, grazie al lusso di aver incontrato personalità influenti di tutta Europa. Continua la sua ricerca, sperimentando tecniche innovative, mantenendo un approccio lucido e generoso verso gli altri. Continua la sua ricerca, sperimentando tecniche innovative, mantenendo un approccio lucido e generoso verso gli altri. Esmeralda Morisoli insegnante e formatore per adulti L’Ortho-Bionomy® è una forma leggera di lavoro sul corpo che utilizza le sue naturali capacità autocorrettive. E’ una tecnica dolce ed efficace che non prevede manipolazioni forzate. Le sue posizioni non sono mai dolorose o violente. Ortho : Corretto, Giusto Bio : Vita, Natura Nomy : Norma, Legge Quindi: “Applicazione corretta delle leggi della vita”. La Formazione della nostra Scuola Ortho-Bionomy® > La Formazione della nostra Scuola La formazione di Operatori in Ortho-Bionomy® dura tre anni e ha lo scopo di trasmettere a tutti questo metodo semplice, delicato e naturale. È conforme alle decisioni prese dall’OBEAT (Ortho-Bionomy® European Association of Teachers) nel 1997 in presenza del fondatore Dr. Arthur Lincoln Pauls e con il suo accordo. Il tirocinio dura tre anni ed è composto da 350 ore di insegnamento teorico e pratico. Gli allievi ricevono dei trattamenti individuali da parte degli insegnanti durante il periodo di formazione. Alla fine del biennio gli studenti sono sottoposti a tre esami. Viene data importanza ad una serie di elementi di valutazione quali: solide basi teoriche, capacità di percezione, tecniche di approccio fisico ed aurico ed una completa padronanza del metodo. In pratica un elevato livello di professionalità globale. PIANO STUDI . Storia del metodo . Legge dell’azione e della reazione . Scheletro centrale e periferico . Ricerca e identificazione delle tensioni e posizioni chiave per il rilassamento di quest’ultime . Esercizi per la prevenzione e la rieducazione (Post-tecniche) . Correzione della postura . Ginnastica articolare (esercizi a casa) . Camminata . I riflessi energetici . Ricerca e ascolto del movimento energetico . Rilassamento ed esercizi per gli occhi . Dinamiche degli infortuni . Disequilibri cronici e acuti . Ricerca, ascolto e lavoro sull’aura . Viscerale . Cranio . Punti di drenaggio neuro-linfatici di Frank Chapman Riconosciuto dalle casse malati complementari

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